[29/04/2010] News

Mud e quote emissioni: governo al default

GROSSETO. Il sistema imprenditoriale è (giustamente) in allarme perché potrebbe trovarsi dal prossimo primo maggio in una condizione di totale illegalità per la mancata presentazione del Mud, il modello unico di dichiarazione ambientale in scadenza domani.
Il motivo è l'assoluta confusione che si è creata a livello legislativo e l'altrettanto assoluta incapacità di risolverla da parte del governo, nonostante le segnalazioni siano state fatte da tempo e da tempo vi fosse stata la rassicurazione che il problema sarebbe stato risolto.

Il problema nasce dal fatto che il DM 185/2007 prevede una modalità telematica di invio dei dati del modello MUD 2010, (dopo le modifiche disposte dal Dpcm del 2 dicembre 2008 che prevede una modulistica elettronica al posto di quella cartacea) che però non è stato ancora reso disponibile. Anche perché entrando in vigore il Sistri, il nuovo sistema elettronico di tracciabilità dei rifiuti che sostituirà integralmente gli oneri e gli adempimenti passati, era stato evidenziato che il nuovo modello Mud sarebbe diventato obsoleto subito dopo la dichiarazione e ciò avrebbe comportato quindi un utile spreco di tempo (per imparare ad usare la nuova modulistica) e di denaro (sarebbe stato necessario acquistare un nuovo software).

Ma il provvedimento annunciato da parte del Ministero che prevedeva la proroga al 30 giugno (anziché al 30 aprile) del termine di presentazione del modello unico di dichiarazione ambientale e la possibilità di utilizzare un modello cartaceo di MUD, aggiornato con le indicazioni relative ai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, anziché quello elettronico che sarebbe dovuto entrare in vigore con la dichiarazione di quest`anno, non è poi arrivato.

L'ipotesi di collegarlo al decreto incentivi in via di trasformazione di legge è stato infatti valutato inammissibile e quindi l'unica strada che sembra possibile è quella di un decreto legge ad hoc, che il governo starebbe valutando.

Nel pacchetto che doveva essere accorpato al dl incentivi oltre alla deroga del Mud c'erano anche altre questioni altrettanto urgenti, quali la ridistribuzione delle quote di emissione di Co2 per le nuove aziende e il provvedimento che avrebbe dovuto risolvere il problema della tariffa rifiuti sorto dopo la sentenza della consulta che ha definito inapplicabile l'Iva trattandosi che invece sino ad oggi chi è passato da tassa a tariffa ha riscosso e riversato poi nelle casse dello Stato...

Quindi i produttori di rifiuti tenuti a presentare il Mud non lo possono fare perché non possono compilare né il nuovo modello né, di fatto, utilizzare quello vecchio, perché essendo stato abrogato, non ha valore legale in mancanza di un provvedimento legislativo che ne ripristini la validità.
I gestori dei rifiuti che hanno applicato l'Iva sulla tariffa non sanno se continuare per quella strada o cosa altro fare oltre a non sapere cosa rispondere agli utenti che stanno chiedendo indietro quanto versato.

E le imprese che aspettano la redistribuzione delle quote di Co2 non sanno se debbono andare a comprarsi sul mercato le quote di Co2 per cui sono eccedenti rispetto al piano di assegnazione nazionale.

«Non si tutela così la competitività delle nostre imprese» ha dichiarato in una intervista al Sole 24 ore, la presidente della commissione sviluppo sostenibile di Confindustria. «Anzi- ha continuato-così le si penalizza gravemente. E' accettabile tutto ciò?».

La risposta è naturalmente pleonastica ma oltre a non essere accettabile questa situazione è sintomo di una completa mancanza di governo anche delle minime cose che servirebbero a far funzionare il paese. Il rischio default, in questo caso è già reale.

 

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