[28/04/2010] News

Ispra: il rapporto annuale sui rifiuti fotografa un'Italia ancora discarica-dipendente

GROSSETO. La crisi economica sembra avere i suoi effetti anche sulla produzione dei rifiuti. Secondo i dati del rapporto rifiuti urbani dell'Ispra, presentato oggi a Roma, per la prima volta (ad eccezione del nord del paese) si registra un segnale in controtendenza rispetto all'anno precedente, dato che nel 2008 sono stati prodotti poco meno di 32,5 milioni di tonnellate con una leggera contrazione (-0,2%) rispetto al 2007. Stessa contrazione anche per la produzione pro capite, che si attesta a 541 kg/abitante per anno (erano 546) e che fa seguito al calo già riscontrato tra il 2006 ed il 2007. Ma il fenomeno in questo caso è legato non solo alla riduzione dei consumi (peraltro la crisi in Italia si è sentita soprattutto nel corso del 2009 e solo marginalmente negli utlimi mesi del 2008), ma anche ad un aumento della popolazione residente, che ha fatto crescere il denominatore e quindi diminuire il valore pro capite di produzione dei rifiuti.

La Toscana non cambia invece il suo trend e mantiene una produzione procapite di oltre 686 kg per abitante per anno, seguita a ruota dall'Emilia Romagna (680 kg) e dall'Umbria (613 kg). I valori di produzione pro capite più bassi si riscontrano in quattro regioni del Sud: Basilicata (386 kg/abitante per anno), Molise (420 kg/abitante per anno), Calabria (459 kg/abitante per anno) e Campania (468 kg/abitante per anno).

Continua a crescere anche la percentuale media di raccolta differenziata, che raggiunge il 30,6% (era al 27,5% circa) senza però raggiungere l'obiettivo che la normativa fissava per il 31 dicembre 2008 al 45%. Obiettivo che viene raggiunto nella macroarea geografica del Nord al 45,5%, mentre il Centro, con il 22,9% ed il Sud, con il 14,7%, risultano ancora decisamente lontani. Anche se in queste due macroaree si rilevano le buone performance di Toscana (33,6%) e Sardegna (34,7%).

La gestione dei rifiuti urbani non riserva molte novità in questo rapporto: la discarica si conferma la forma più diffusa di smaltimento dei rifiuti urbani, nonostante sia l'opzione meno adeguata dal punto di vista ambientale. Sono 16 i milioni di tonnellate di rifiuti, pari al 45% circa di quelli complessivamente gestiti, che sono stati conferiti in discarica, con una lieve flessione rispetto al 2007 (-930 mila tonnellate, pari al -5,5%) imputabile soprattutto alle regioni del Sud ( -9%) e del Nord (- 7%) mentre al contrario in quelle del Centro, la quota avviata in discarica è aumentata di 75 mila tonnellate (+1,5%).

Rimane la Lombardia, la regione che fa meno ricorso a questo sistema di smaltimento e che anzi riduce la quota del 14% avviato a discarica sul totale prodotto, così come la Sardegna, dove lo smaltimento in discarica passa al 52% (era il dal 58% nel 2007).

Tra le operazioni di gestione post raccolta, è aumentata la quota di compostaggio dei rifiuti da matrici selezionate, che ha riguardato circa 2,7 milioni di tonnellate di Rsu (+12% rispetto al 2007), così come sono aumentati gli impianti realizzati che diventano 229 operativi nel 2008 (154 nelle regioni del Nord, 38 al Centro e 37 al Sud). Un trend costante di aumento riguarda anche la digestione anaerobica, che tra il 2007 e il 2008 raddoppia le quantità trattate, che passano quindi da 231 mila a 439 mila tonnellate.

La quota avviata ad incenerimento tra rifiuti urbani e Cdr è pari a 4,1 milioni di tonnellate (il 12,7% degli Rsu prodotti), in 49 impianti, dei quali 28 sono al Nord. In 45 dei 49 impianti operativi si attua il recupero energetico, e nel 2008 si sono prodotti circa 3,1 milioni di MWhe di energia elettrica e 937 MWht di energia termica.

Riguardo ai costi di gestione i dati si riferiscono al 2007 quando si è registrato una media di 131,5 euro procapite con variazioni che riguardano i comuni con più di 50 mila abitanti (circa 152 euro pro capite) e in quelli al di sotto dei 5 mila abitanti (circa 96 euro a persona) In media la spesa per la gestione del servizio di igiene urbana è cresciuta del 2,8% rispetto al 2006, con una ripartizione dei costi che vede il 46% dedicato alla gestione dei rifiuti indifferenziati, il 19,1% alla gestione delle raccolte differenziate, il 15% allo spazzamento e lavaggio delle strade e la rimanente percentuale ai costi generali del servizio.
Il numero dei comuni che ad oggi applicano la tariffa (Tia) è pari a 1.197 (14,8% del totale) che in termini di popolazione corrisponde a circa il 29%.

Torna all'archivio