[26/04/2010] News toscana

Altero Matteoli: «Noi ministri sotto il ricatto degli autotrasportatori»

LIVORNO. Un quadro che non fa ben sperare per la sostenibilità dei trasporti che sono sempre legati - ancora troppo - al traffico su gomma. E' quello emerso nell'ambito di un convegno su ''Il trasporto ferroviario in Toscana nel processo logistico di movimentazione delle merci'', promosso da Federmanager e Confindustria Livorno presso il polo universitario di sistemi logistici di Livorno, a Villa Letizia.

A fornire i numeri e la fotografia della situazione, è il ministro dei Trasporti Altero Matteoli. Illustrando le condizioni necessarie per una crescita dei porti italiani che si dovrebbe basare anche sul rafforzamento della rete ferroviaria e sui collegamenti all'alta velocità, il ministro ha ricordato due elementi fondamentali che aiutano a capire lo stato delle cose.

Due le puntualizzazioni di sicuro utili per programmare - o riprogrammare - la logistica locale e regionale. «I prodotti di cui hanno necessità i consumatori, in questo preciso momento si trovano sui tir. La merce che viaggia sui treni, nel nostro Paese, rappresenta il 2,5% del totale delle merci movimentate a fronte del 9% della media europea. Una percentuale molto bassa che ci dovrebbe far pensare, anche perché il trend, come negli altri stati europei, è in calo» ha spiegato Matteoli.

Ma quali sono le ragioni di un simile contesto che rischia di bloccare il potenziamento delle autostrade del mare e quindi l'obiettivo della limitazione delle emissioni inquinanti e della congestione di alcune arterie stradali?

«Il governo attuale, ma anche i ministri che mi hanno preceduto, si sono trovati sotto ricatto degli autotrasportatori che per evitare un maggior impegno nel campo delle autostrade del mare, hanno minacciato più volte il blocco totale», ha dichiarato Matteoli. E tutto questo a margine dell'incontro nel quale, i relatori, come del resto era normale, hanno discusso della possibilità di rafforzare il cosiddetto "ultimo chilometro", quello di collegamento tra le banchine e la rete ferroviaria al di fuori del porto, dell'incremento del numero dei container caricati e scaricati e il potenziamento dello scalo livornese, senza quasi mai menzionare la parola ambiente.

Lecito che gli imprenditori pensino al profitto, ma sarebbe opportuno capire che senza sostenibilità non c'è prospettiva di sviluppo a lungo termine. Qui non c'è neppure il risultato minimo: la sostenibilità intesa come driver della crescita, come più volte ha ribadito la presidente nazionale di Confindustria Emma Marcegaglia.

Il presidente dell'Autorità portuale Roberto Piccini ha spiegato che nel Piano operativo triennale, principale documento di programmazione del porto, gli spazi per l'incremento del traffico marittimo ci sono. Calata Pisa, Calata Orlando, la Sponda ovest della Darsena Europa, sono i centri dedicati alle autostrade del mare. «Ora manca una rete modale efficace in grado di collegare il porto all'interporto di Guasticce» ha dichiarato Piccini.

Secondo Matteoli, impegnato nella difesa del suo disegno di legge voluto per riscrivere la legge sulle autorità portuali alle quali potrebbe essere tolta l'autonomia finanziaria, ci sarebbero anche le risorse (garantite da un fondo previsto nelle stesso disegno di legge) per la realizzazione delle strutture ferroviarie locali.

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