[22/04/2010] News

Legambiente ottiene la citazione in giudizio del Mpi, per il crollo al liceo Darwin di Rivoli

FIRENZE. Oggi al tribunale di Torino, il Giudice del processo per il crollo del tetto del Liceo Darwin di Rivoli, che ha causato la morte nel novembre 2008 del diciassettenne Vito Scafidi, ha accolto la richiesta di Legambiente di citare in giudizio il ministero della Pubblica istruzione. «La decisione del giudice di accogliere la richiesta di Legambiente allarga l'asse delle responsabilità dell'incidente ad un piano più politico -  ha sottolineato Vanda Bonardo, presidente Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta - Le scelte nazionali rispetto ai fondi da destinare alla sicurezza degli edifici scolastici sono tra le cause fondamentali dello stato di inadeguatezza in cui versano le strutture. E' una responsabilità nazionale che va affrontata con urgenza e concretamente: le vere grandi opere che servono al nostro paese non sono il ponte sullo stretto o l'alta velocità in Val Susa, bensì un piano nazionale di riqualificazione e di messa in sicurezza delle nostre scuole e del territorio». 

Fino ad oggi sul banco degli imputati  erano stati chiamati solo alcuni funzionari della provincia di Torino competenti per l'edilizia scolastica e 3 responsabili della sicurezza del Liceo Darwin. Ora si verificherà se ci sono altre responsabilità sperando che questo triste evento possa servire per destinare alla scuola pubblica maggiore attenzione sia in termini di sicurezza dell'edilizia scolastica, sia in termini di qualità dell'offerta formativa. Del resto i soldi spesi per la filiera formativa pubblica sono un investimento sicuro per il futuro di questo Paese. Purtroppo questo semplice concetto non da tutti è compreso.

«Dal 2001 Legambiente denuncia attraverso il rapporto Ecosistema Scuola l'inadeguatezza dei soldi a bilancio destinati alla sicurezza scolastica - ha ribadito Pietro La Camera, presidente del circolo Legambiente di Rivoli - Destinare più fondi in questo senso è una priorità assoluta oltre ad essere una scelta di civiltà che non possiamo permetterci di rimandare».

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