[21/04/2010] News

Inquinanti organici persistenti, la commissione Ue vuole allargare la lista delle sostanze vietate

LIVORNO. Al fine di avviare le procedure di esame in vista dei negoziati sulla convenzione di Stoccolma (quella sugli inquinanti organici persistenti) la Commissione europea propone al Consiglio europeo alcuni emendamenti da apportare. Perchè da una serie di studi effettuati, l'esaclorobutadiene, il pentaclorofenolo e i naftaleni clorurati hanno presentato le caratteristiche degli inquinanti organici persistenti.

La convenzione internazionale di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti, entrata in vigore il 17 maggio 2004, si pone come obiettivo quello di proteggere la salute umana e l'ambiente dagli inquinanti organici persistenti. Dunque, la convenzione prevede un insieme di regole, basate sul principio di precauzione, per far cessare la produzione, l'uso, l'importazione e l'esportazione di un gruppo di inquinanti organici persistenti considerati prioritari, attualmente in numero di ventuno, per garantire la gestione e lo smaltimento di tali sostanze in condizioni di sicurezza e per eliminare o ridurre le emissioni derivanti dalla produzione non intenzionale di alcuni inquinanti organici persistenti (individuati in appositi allegati).

In Europa è stata recepita dal regolamento 850/2004 che recepisce nel diritto dell'Unione gli impegni definiti dalla convenzione di Stoccolma.

Comunque, la convenzione stabilisce che tutte le parti (dove per parti si intende "uno Stato o un'organizzazione regionale di integrazione economica che abbia espresso il proprio consenso ad essere vincolato/a dalla presente convenzione e per il/la quale la convenzione sia in vigore") possono trasmettere al segretariato proposte relative all'inclusione di nuove sostanze negli allegati A, B o C. In questo caso l'esaclorobutadiene, il pentaclorofenolo e i naftaleni clorurati, che appunto, hanno presentano le caratteristiche degli inquinanti organici persistenti.

La produzione, la commercializzazione, l'uso o l'emissione involontaria di tali sostanze sono già cessati o sono stati rigorosamente limitati nell'Unione, benché non possa essere escluso che esse siano ancora prodotte, utilizzate o emesse involontariamente in misura significativa in altri paesi. Dato che le sostanze chimiche in questione possono essere trasportate a grande distanza, secondo l'Ue, le misure adottate a livello nazionale o dell'Unione non sono sufficienti per garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e della salute umana. Per questo l'Ue ritiene necessario intervenire a livello internazionale con azioni di portata più ampia.

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