[20/04/2010] News

Fao: la prevenzione degli incendi deve coinvolgere le comunità locali

ROMA. Secondo "Wildland fire management handbook for trainers", la nuova versione del manuale sulla gestione degli incendi boschivi pubblicato oggi dalla Fao e dal ministero degli esteri della Finlandia , «Per combattere gli incendi boschivi è necessaria la partecipazione delle comunità locali, poiché la maggior parte degli incendi è provocata da attività umane». Il manuale sottolinea che «Con un approccio più integrato, che includa non solo l'individuazione e la soppressione dei roghi, ma anche un lavoro di monitoraggio, allerta rapida, prevenzione e capacità di risposta, si possono ridurre i rischi, la frequenza, l'intensità e gli effetti degli incendi».

Secondo Pieter van Lierop, un esperto forestale della Fao, «Se le comunità locali traggono vantaggi concreti dalla protezione delle proprie risorse naturali è più probabile che si mobilitino per prevenire gli incendi. Laddove la gente ha un interesse diretto nella protezione del proprio habitat, il numero e le dimensioni degli incendi causati dall'uomo tendono a ridursi in modo significativo. Dovrebbe esserci un giusto equilibrio tra le attività finalizzate a domare gli incendi, come investimenti in costose attrezzature per spegnere i roghi, e l'istituzione di un efficace sistema preventivo di allerta e di sensibilizzazione tra le comunità locali».

Circa il 90 - 95% di tutti gli incendi boschivi sono causati dall'uomo. Ogni anno nel mondo gli incendi interessano più di 350 milioni di ettari, almeno metà dei quali in Africa. Le foreste tropicali si estendono su circa 1,8 miliardi di ettari ed ogni anno gli incendi ne bruciano tra i 150 ed i 250 milioni. Nell'area del Mediterraneo ogni anno bruciano tra 700 mila ed 1 milione di ettari.

Le cause sono da ricercarsi nella continua espansione dell'agricoltura, nella modifica dell'uso dei suoli nei Paesi in via di sviluppo, ma anche in un utilizzo sbagliato del fuoco e nell'aumento del turismo e delle attività del tempo libero nelle zone forestali.

«Molti incendi sono provocati intenzionalmente per guadagnare terra per l'agricoltura o per fini commerciali, e molto spesso bruciano aree molto più estese di quanto non si fosse previsto originariamente - spiega la Fao - Ma la semplice proibizione di fare fuochi nelle aree boschive non rappresenta una reale soluzione».

Van Lierop sottolinea che «La gente continuerà comunque ad accendere fuochi, anche se è vietato legalmente, per ottenere terra o per smaltire rifiuti. E' dunque più efficace offrire formazione alle comunità locali sulla gestione degli incendi ed al tempo stesso sviluppare con esse soluzioni alternative e meno dannose. Bruciare alla fine dell'inverno, per esempio, farà diminuire il rischio di incendi più grandi e più devastanti in seguito.

Il manuale definisce il fuoco "necessary evil" e spiega che «L'incendio può essere distruttivo ma allo stesso tempo essere uno strumento molto utile di gestione della terra se usato con attenzione e fatto al momento giusto. Gli incendi e gli ecosistemi sono collegati da millenni e questo va tenuto presente affinché qualsiasi gestione degli incendi boschivi risulti efficace. Per mantenere la biodiversità, per assicurare la rigenerazione delle piante e per la produzione di foraggio è importante che negli ecosistemi vi siano roghi pianificati. In Africa australe, ad esempio, il rogo controllato della savana fornisce foraggio di buona qualità rispetto a quello di aree non bruciate e riducendo l'accumulazione di erba secca più vecchia e non utilizzabile come foraggio riduce anche il rischio di incendi. Nelle aree a pascolo gli incendi sono la principale modalità di decomposizione, essenziale per restituire i nitriti alla terra e consentire al pascolo di sostenere la sua alta produttività».

«Una buona gestione degli incendi - conclude - implica formare le comunità locali sui loro effetti per la sicurezza alimentare e per le generali condizioni di vita delle aree rurali. Ma anche le autorità preposte all'utilizzo del territorio dovrebbero ricevere maggiori informazioni sulla gestione ecologica degli incendi. Un altro importante passo per monitorare e prevenire disastrosi incendi boschivi è inoltre la creazione in ogni paese di speciali unità di controllo degli incendi. Nel manuale viene portato l'esempio della Thailandia, dove estesi programmi di formazione ed istruzione, che hanno coinvolto sia personale forestale che gente comune, hanno portato ad una diminuzione di circa il 30% dei roghi indiscriminati».

Pieter van Lierop conclude: «I paesi in via di sviluppo dovrebbero prendere in considerazione pratiche positive di questo tipo ed impegnarsi maggiormente nella formazione e nella prevenzione degli incendi puntando sulle comunità».

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