[16/04/2010] News

L'Italia recepisce la direttiva europea sui rifiuti: finalmente codificata la 'materia prima seconda'

GROSSETO. Come aveva annunciato ieri il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, in occasione dell'audizione in Commissione parlamentare d'inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti, oggi ha portato al Consiglio dei ministri il decreto legislativo di attuazione della Direttiva quadro sui rifiuti, che è stato approvato.
«Con questo provvedimento - annuncia soddisfatta il ministro Prestigiacomo - si inverte una prassi che voleva il recepimento delle direttive europee da parte del nostro paese con ampio ritardo, anche di anni. Prassi che ci è valsa non poche condanne da parte della Corte di Giustizia Europea. In questo caso il recepimento è avvenuto con sei mesi di anticipo rispetto ai termini fissati dall'Ue ed inoltre l'Italia è il primo paese europeo a recepirla».

In effetti la scadenza per l'attuazione del provvedimento comunitario da parte degli Stati membri è fissata dalla stessa direttiva per il 12 dicembre 2010 e sarebbe dovuta, comunque, avvenire nel nostro paese entro giugno, termine entro il quale la legge comunitaria 2008 dava delega al governo per farlo.

«Un primato - ha detto ancora il ministro dell'Ambiente in una nota - rafforzato dall'inserimento organico nel decreto del Sistri, il sistema elettronico di tracciabilità dei rifiuti speciali, varato nei mesi scorsi, già apprezzato in sede europea e che è allo studio da parte di altri paesi per eventuali implementazioni». Una volta tanto, quindi, potremo essere copiati dagli altri anziché copiare noi.

Nella nota del ministero si indicano i punti salienti del provvedimento che sino ad ora era rimasto top secret, non tanto per i giornalisti quando per gli addetti ai lavori che in più occasioni hanno lamentato l'assoluta mancanza di confronto.

Gli elementi di forza che vengono evidenziati riguardano la definizione di materia seconda, codificata per la prima volta in un testo comunitario. L'esempio che porta la nota del ministero ambiente riguarda a tale proposito i rottami ferrosi o la carta usata (e qui si tratterà però di verificare di quale carta si tratta) che fino ad oggi erano considerati rifiuti e ora potranno essere riutilizzati secondo le regole delle "materie seconde".

Sempre rimanendo nelle definizioni, viene introdotta quella di sottoprodotto - che la direttiva ratifica per la prima volta- ovvero una sostanza o un oggetto derivante da un processo di produzione il cui scopo primario non è produrlo e che se rispetta certe condizioni può non essere considerato un rifiuto. Gli esempi che vengono portati dalla nota riguardano i trucioli della lavorazione del mobile, gli sfridi della lavorazione del metallo, etc. per cui il nuovo decreto stabilisce regole più semplici e più concrete per il riuso evitando tutta la trafila di adempimenti e costi legati al rifiuto.

C'è poi il tema (annoso e controverso) delle terre e rocce da scavo e della possibilità del loro riutilizzo. Nel decreto- si dice- se il materiale di risulta non è contaminato verrà considerato un sottoprodotto e potrà essere riutilizzato in loco.

Viene poi reintrodotta «la nozione corretta di combustibile da rifiuti» ma non si dice che in senso se non sottolineando quali sono le conseguenze che questo porterà, ovvero si legge nella nota, «consentirà all'Italia, analogamente a quanto già fatto a Fusina e a quanto accade normalmente nei distretti industriali del nord Europa, di produrre energia dai rifiuti, considerando quindi il rifiuto non più uno scarto ma una risorsa economica, con vantaggi sia in termini ambientali che di bolletta energetica».

La direttiva quadro in tal senso introduce una definizione puntuale che serve a definire quale è incenerimento e quale è da considerarsi recupero energetico, sulla base dell'efficienza del processo piuttosto che sulla natura del combustibile. Ma anche in questo caso si tratta di vedere cosa è scritto puntualmente nel decreto legislativo.

Nella nota si legge inoltre che sono stati fissati nel decreto legislativo i target di recupero di alcuni materiali ( mentre la direttiva parla di target di riciclaggio): per vetro, carta, plastica e metalli viene fissata «al 2020 una soglia tassativa minima di recupero, il 50% nell'ambito di una pratica che deve diventare sempre più diffusa e stringente di raccolta differenziata, orientando stili di vita e meccanismi di produzione sempre più verso la cosiddetta "società del recupero"».

Si dice infine che poiché il decreto definisce un sistema basato sul recupero e il riutilizzo dei prodotti ciò permetterà di realizzare sostanziali economie riguardo alla bolletta energetica nazionale, ai costi per le famiglie sia in termini energetici che di beni di consumo infine ai costi per le imprese.

La novità che esula dalle norme europee riguarda l'introduzione del Sistri, ovvero il recente provvedimento istitutivo del sistema di tracciabilità elettronica dei rifiuti speciali, pericolosi e non, che - si dice- supera in termini di affidabilità e controlli gli stessi paletti fissati dall'UE. Nel decreto di recepimento sono state introdotte le sanzioni per l'inosservanza delle previsioni relative al Sistri che non potevano essere contenute nel decreto ministeriale istitutivo del sistema.

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