[15/04/2010] News

Larghe opere e bande strette

LIVORNO. E' significativo che anche il presidente dell'Agcom Corrado Calabrò intervenga oggi sul Sole 24 ore per ribadire la necessità di un'accelerazione da parte dell'Italia sul fronte della banda larga. Una necessità  non solo immediata - la banda larga intesa, come avvenuto con il Piano di Obama negli Stati Uniti,  come exit strategy dal periodo di crisi economica - ma anche conveniente a medio termine, visto che secondo l'Ocse è pari a 1,5 punti del Pil il ritorno degli investimenti sulla rete.

Calabrò fa un esempio pratico su tutti: quanto potrebbe risparmiare l'Italia sul fronte del servizio sanitario grazie a un'infrastruttura di rete efficiente. Ma appunto, si tratta di un solo esempio delle tante applicazioni pratiche che la banda larga potrebbe consentire di realizzare sul fronte di una migliore efficienza e di un risparmio (non solo) di carta per gli atti burocratici: dalla pubblica amministrazione alle imprese.

Il presidente dell'Agcom, e in quanto tale sarebbe stata una notizia se avesse continuato a non intervenire sulla questione,  lamenta la mancanza di una cabina di regia e di un piano strategico da parte del governo, dopo aver ricordato l'evoluzione  di «un paese senza ossatura» dove «negli ultimi 4 anni la percentuale degli accessi in fibra ottica sul totale degli accessi a banda larga sul fosso è passata dal 14 al 6%». Un'involuzione aggravata dal fatto che il tasso di penetrazione della "banda larga"  in rame resta abbondantemente al di sotto della media europea (appena il 39% contro il 56% calcolato per le famiglie europee da Eurostat).

Ragionamenti e sollecitazioni più che condivisibili, anche se Corrado Calabrò dimentica oppure omette di ricordare, che in realtà un piano strategico per la banda larga esisteva e che era stato anche individuato un budget di spesa necessario a realizzare la sola  vera grande opera infrastrutturale che realmente servirebbe a questo Paese: ma a fronte di annunci mirabolanti, anche i "miseri" 800 milioni di euro per le autostrade digitali (in realtà un'inezia, visto che una seria copertura con cavi al alta velocità in fibra ottica richiede investimenti di miliardi di euro, come altri competitor europei hanno già realizzato) sono rimasti sulla carta. Di quei soldi il governo non dice più nulla da tempo, salvo poi annunciare in pompa magna la risibile cifra di 20 milioni di euro per stimolare il 'consumo' di banda larga tra i giovani, che beneficeranno di 'ben' 50 euro di sconto nella prima attivazione.

Ma come ricorda giustamente Calabrò, «senza lo stock di capitale infrastrutturale fisico che permetta la messa in rete delle conoscenze, l'investimento in capitale umano renderà sempre meno». E' per questo allora che anche la sana iniziativa che presentano oggi l'Istituto San Paolo e Assinform (un miliardo  di finanziamenti a medio termine per singoli progetti innovativi legati alle imprese hi tech, ) rischia di mettere in pista su un tratturo impercorribile, bolidi da Formula uno.

Torna all'archivio