[14/04/2010] News toscana

Il Padule che vorremmo.... e quello che potremmo avere

FIRENZE. Il Padule di Fucecchio, coi suoi 1.800 ettari di superficie palustre, costituisce l'area umida interna più grande d'Italia e una delle più importanti d'Europa. Eppure il suo futuro è sempre più incerto, perché con la realizzazione del grande progetto denominato "Tubone", rischia di rimanere senz'acqua; mentre soffre già da tempo per il continuo attacco portato dal consumo di suolo e dalla trasformazione delle tradizionali attività agricole, e, per assurdo, proprio mentre si celebra l'anno internazionale della biodiversità.

Le associazioni ambientaliste hanno fin dall'inizio cercato di modificare il progetto "Tubone", in quanto non hanno mai nascosto perplessità sull'intervento, e sono riuscite alla fine a "mitigarlo", diminuendo drasticamente i rischi di prosciugamento del Padule, che nella prima versione esso avrebbe inesorabilmente provocato.

Inoltre, da molti anni formuliamo proposte e progetti volti a favorire la riqualificazione e la tutela di questa importante area protetta, messa a rischio, oltre che dall'intervento dell'uomo, anche dall'aggressività dei cambiamenti climatici in atto.

Per questo, abbiamo negli anni sollecitato la Provincia di Firenze a rispettare le prescrizioni della Regione Toscana in merito alla tutela del territorio, con la realizzazione di adeguate superfici protette, come riportato anche nell'Accordo di Programma allegato al progetto "Tubone", firmato dalle amministrazioni locali nel 2008.

Ma ancora niente di tutto questo è stato realizzato, nonostante la Regione Toscana con il "V PROGRAMMA REGIONALE DELLE AREE PROTETTE", continui a richiamare la stessa Provincia di Firenze per le sue inadempienze, come dimostra anche l'accoglimento della nostra richiesta di ampliare la ZPS nella parte fiorentina. Eppure, sarebbe facile, oltre che vantaggioso per tutti, promuovere politiche volte a valorizzare il Padule di Fucecchio, con il conseguente sviluppo di attività economiche sostenibili.

Questi progetti, che hanno trovato valida sponda nell'attività del "Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio", rischiano di naufragare proprio quando s'iniziano a vedere i primi frutti del lavoro di tanti anni. E questa situazione precaria conosce responsabilità tracciabili e precise. Sono interessi localistici, legati soprattutto ad una parte del mondo venatorio, quelli che stanno di fatto impedendo lo sviluppo equo e sostenibile dell'area.

Il paradosso, rischioso e immediato, è che si faccia un enorme passo indietro nella tutela integrata del "Padule di Fucecchio", perché, oltre a non mettere in campo adeguate politiche ambientali, le Istituzioni preposte non hanno fatto nulla per scongiurare vecchie e nuove minacce. Tutto ciò, mentre viviamo un clima "avvelenato", creato ad arte da chi non accetta una normale e pacifica convivenza tra attività ed interessi diversi. Un esempio eloquente ci viene dal rifiuto di aggiungere piccoli appezzamenti alla superficie protetta in quel di Ponte Buggianese, un'area che agevolerebbe grandemente l'accesso al Padule da parte di cittadini e fruitori occasionali.

Così, le nostre proposte, pacate e concrete, avanzate nell'ambito del percorso partecipativo su "Il Padule che vorremmo", sono state fortemente sottovalutate nell'ambito del dibattito pubblico. Eppure, segnalare ad es. le incongruenze urbanistiche della scelta del sito del depuratore al Piaggione e manifestare invece disponibilità per quello di Pratogrande, non ci sembra un'operazione terroristica. Ora, alla conclusione della seconda fase del percorso partecipativo, fase peraltro un po' angusta nei tempi e nei modi, non possiamo che manifestare viva preoccupazione. Infatti, il rischio reale è che si arretri sostanzialmente sulle politiche di tutela e di promozione dello sviluppo sostenibile locale.

Ciò che ci auguriamo adesso è di essere ascoltati. Con attenzione e con rispetto. Perché temi come la difesa e la valorizzazione dell'ambiente non sono temi che possano essere confinati nell'angusto ambito del particulare, ma sono invece universali e intercettano meglio di qualunque altro, ciò che indichiamo spesso come "interesse generale". Per questo, a tutte le Istituzioni competenti chiediamo di dare, adesso, concreta attuazione a quelle politiche di salvaguardia attiva che Il Padule di Fucecchio attende da tempo, e per questo rinnoviamo le proposte che abbiamo prodotto in questi anni. Tutela cogente, fruizione colta dell'area, turismo sostenibile: ecco la nostra formula per rispondere alle peggiori minacce che incombono sul Padule. Su tutte, il proliferare del florovivaismo all'interno dell'area umida, una deriva che va assolutamente arginata, se vogliamo veramente consegnare integro alle generazioni future questo prezioso tesoro naturale.

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