[14/04/2010] News

Fase due dell’urbanizzazione in Cina: tocca alle città medie e piccole

LIVORNO. L'organo ufficiale del Partito comunista Cinese, il Quotidiano del Popolo, scrive oggi che «Alcune città cinesi di secondo e terzo livello possono generare entrate più importanti delle grandi metropoli, visto il livello eccessivamente elevato dei prezzi degli appartamenti nelle grandi città del Paese». Il giornale del Pcc si riferisce ai dati di un rapporto di Syswinland Consulting, una società di Pechino specializzata nella gestione del territorio e in investimenti immobiliari. «Per gli agenti immobiliari è diventato più difficile avviare nuovi progetti nelle grandi metropoli cinesi come Pechino o  Shanghai - dice Gao Zhiguo, in ricercatore della Syswinland - perché l'offerta fondiaria per questi progetti inizia a raggiungere i suoi limiti. Però, le piccolo città presentano un potenziale più grande, dato che l'offerta fondiaria è abbondante».

Il Quotidiano del Popolo spiega che secondo i dati del primo semestre del 2009, «Nella crescita media del prodotto interno lordo (Pil), le ville cinesi di secondo rango (quelle che noi chiameremmo città medie ma che a dimensione europea sarebbero grandi città, ndr) si situano tra il 10 e il 15% annuo, un tasso più elevato che nelle città di primo rango, dove il Pil non supera il 10%».

Il rapporto Syswinland ha selezionato 20 città medie sulla base dei vantaggi della politica economica nazionale e di quelli regionali e industriali e Gao sottolinea che «Queste città sono considerate come dinamiche, attirano i promotori immobiliari e gli investitori. Sono le leader di tendenza per la seconda tappa dell'urbanizzazione in Cina».

Il governo comunista cinese ha concentrato la prima fase dell'urbanizzazione soprattutto sulle grandi città, trasformandole in megalopoli «Oggi - scrive il Quotidiano del Popolo - Il Paese è entrato nella seconda fase, quando lo sviluppo immobiliare è atteso nelle città più piccole. Le piccole città con uno sviluppo immobiliare attivo sono principalmente divise in due categorie. Prima ci sono le città che sono collegate a dei grandi centri economici attraverso dei mezzi di comunicazione e trasporti pratici, nella seconda categoria, ci sono dei centri regionali industriali nell' ovest della Cina».

Tra le 20 città "leader" della seconda fase di sviluppo immobiliare, 13 sono municipalità dell'est del Paese che sorgono nelle aree della baia di Bohai e del delta dello Yangtsé e del Fiume delle Perle, tutti centri vicinissimi a grandi metropoli. Le altre 7 città sono città industriali di importanza regionale come Wuhan, Chengdu o Hohhot. Il giornale del Pcc magnifica la loro situazione: «Avendo accumulato una grande potenza economica e con un Pil per abitante che supera il 3.000 dollari, queste città conosceranno un boom immobiliare che altre città di tutto il mondo hanno già conosciuto quando il loro Pil per abitante ha raggiunto lo stesso livello».

Per Gao «E' una grande opportunità. Per cogliere questa chance, alcune imprese immobiliari hanno già delocalizzato i loro progetti verso queste città. Secondo alcune fonti, Evergrande Real Estate Group avrebbe avviato progetti di sviluppo immobiliare in 27 città di secondo e terzo rango, ottenendo il 90% del suo giro di affari da queste città nel primo trimestre del 2010».

Ma in Cina anche quello che sembra spontaneo e caotico ha dietro la mano del partito: tra i vantaggi per investire in queste città medio-piccole ci sono sicuramente gli incentivi del governo centrale che puntano a favorire lo sviluppo nelle vecchie regioni industriali della Cina settentrionale e nelle regioni occidentali, nel duplice tentativo di distribuire territorialmente meglio lo sviluppo e di "cinesizzare" un ovest dove le minoranze etniche danno ancora molti grattacapi.

Secondo Gao però, al di là dell'ingegneria politico-demografica del governo, «A lungo termine la principale forza che guida lo sviluppo del mercato immobiliare è lo sviluppo industriale locale. Anche se Shenyang e Changchun, due grandi città del nord, hanno conosciuto un declino dei loro mercati immobiliari nel 2009, con la ripresa quest'anno le due città conosceranno una crescita. Caso rimarchevole tra queste città dinamiche è Hohhot, la capitale della regione autonoma della Mongolia Interna, che collega commercialmente la Cina, la Repubblica della Mongolia e la Russia. Nel 2009, in termini di potenziale di crescita, questa città è stata classificata al numero 1 nella regione centrale e occidentale della Cina dall'Accademia  cinese delle scienze sociali e presenta anche un'offerta di terreni importanti per lo sviluppo immobiliare in futuro». La Cina della "crescita armoniosa" sembra davvero voler ripercorrere a tappe forzate tutti gli errori dello sviluppo e della rendita dell'Occidente.

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