[03/08/2009] News

Per le associazioni ambientaliste il Piano casa abruzzese "non farą crescere pił erba"

FIRENZE. La versione abruzzese del "Piano casa" apre la strada a veri e propri scempi ambientali. Questo in sintesi il "pensiero" di  Legambiente, Lipu, Wwf, Fai e Italia Nostra che oggi saranno sentite in audizione in Consiglio regionale. Intanto le associazioni ambientaliste attraverso lo slogan "Fermate la Legge Attila!" lanciano un appello alla società civile affinché la norma che permetterà in terra d'Abruzzo addirittura di costruire in parchi, borghi, nelle aree a massimo rischio industriale, nelle aree archeologiche e sugli edifici storici vincolati, possa essere fermata. Legambiente, Lipu, Wwf, Fai e Italia Nostra  hanno presentato un documento al Consiglio Regionale in cui chiariscono l'incostituzionalità della proposta di Legge che scardina i principi fondanti della pianificazione territoriale, garantendo solo gli interessi privati e non quelli pubblici. «Si ricorderà che l'intesa Stato-Regioni sul Piano Casa restringeva l'ambito dell'intervento alle sole villette mono e bifamiliari.

In Abruzzo non è così- informano le associazioni-  La legge prevede la possibilità di allargare del 20% tutti gli edifici oppure di abbatterli ricostruendoli con un premio di cubatura tra il 30% e il 65%, senza distinzioni tra quelli residenziali e quelli industriali e senza limiti di cubatura, a differenza delle leggi già approvate in altre regioni come Toscana, Emilia Romagna e Lombardia. Quindi, se un costruttore ha un palazzo di 10 piani potrà costruirne altri due. Addirittura, in alcuni casi, il diritto a realizzare queste cubature può essere trasferito su altri siti diversi dall'edificio di partenza, permettendo di cementificare nuovo suolo».  Secondo le associazioni ambientaliste la norma già complessivamente pessima contiene delle aggravanti di rilievo: la possibilità di applicare la legge anche nelle aree archeologiche e sugli edifici storici. «In questi casi la Sovrintendenza potrebbe opporsi ma è lecito chiedersi come faranno gli uffici regionali e locali ad istruire tutte le migliaia di pratiche che potrebbero arrivare, visto che dopo 60 giorni scatta il silenzio/assenso». E poi ci sono i parchi e le riserve abruzzesi dove pare si potrà costruire quasi ovunque come pure nelle aree industriali a rischio di incidente rilevante.

Infine Legambiente, Lipu, Wwf, Fai e Italia Nostra rilevano che «nel provvedimento mancano le sanzioni. Nelle altre leggi regionali il mancato raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica e di riqualificazione edilizia determinano che i nuovi edifici siano abusivi. In Abruzzo nulla di tutto ciò è previsto. Ribadiamo, quindi, la necessità di un rinvio per emanare una legge che non  porti alla deregulation edificatoria e per varare provvedimenti che contengano chiare e precise norme sul risparmio energetico e sulla bioedilizia, con stringenti forme di verifica e controllo sugli obiettivi da raggiungere» concludono le associazioni ambientaliste.

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