[09/04/2010] News

Rapporto Fao sullo stato delle Foreste. Leggiamolo anche tra le righe

LIVORNO. Ogni dieci anni la FAO pubblica il suo rapporto sullo stato delle foreste del mondo, il ben noto "Global Forest Resources Assessment" (vedasi il sito www.fao.org/forestry ) che fa il punto sulla situazione degli ecosistemi forestali del pianeta, analizzandone l'evoluzione, gli andamenti e i tassi di deforestazione e degrado. Il rapporto finale verrà pubblicato alla fine dell'anno, ma, nel frattempo, l'Organizzazione ONU ha reso noto i più importanti risultati dell'Assessment. Va detto, per corretta informazione, che la FAO aveva provveduto a rendere noto anche un Forest Resources Assessment nel 2005, inframmezzando quindi con un rapporto intermedio, quello decennale.
Il lancio ai media dei maggiori risultati del rapporto è stato dato dalla FAO, evidenziando la nota positiva della riduzione dei tassi di deforestazione e di perdita delle foreste. Ma, come ben sappiamo, i rapporti vanno letti ed analizzati a fondo ed è necessario comprendere al meglio il quadro che ne emerge.

Attualmente gli ecosistemi forestali nel mondo coprono il 31% della superficie terrestre, e si tratta di più di 4 miliardi di ettari, che corrispondono ad una media di 0.6 ettari pro capite. Le cinque nazioni più ricche di foreste (Federazione Russa, Brasile, Canada, Stati Uniti e Cina) coprono per più della metà il totale delle aree forestali presenti sul nostro pianeta.

La deforestazione mondiale, dovuta soprattutto alla conversione delle foreste tropicali in terre agricole, è decresciuta nell'arco degli ultimo decennio, anche se prosegue ancora, ad un tasso allarmante, in molti paesi del mondo. Non solo, ma lo sforzo fatto per realizzare nuove e significative aree protette in quest'ultimo decennio, copre oggi il 13% della superficie mondiale di foreste (l'area di foresta inserita in sistemi di aree naturali protette è cresciuta di 94 milioni di ettari dal 1990 - due terzi di questo incremento ha avuto luogo a partire dal 2000). Come accade in occasione del lancio di tutti i rapporti internazionali, vale la pena approfondire meglio i principali risultati di questo interessante Assessment per poter comprendere meglio il quadro complessivo della situazione degli ecosistemi forestali del mondo che sono ambienti fondamentali per il mantenimento degli equilibri dinamici della biosfera e per il benessere e l'economia umana.

Globalmente ogni anno, in quest'ultimo decennio, circa 13 milioni di ettari di foresta sono convertiti ad altri usi o perduti. Questo dato deve essere confrontato con quello di 16 milioni di ettari di foreste che sono spariti ogni anno, nel periodo 1990 - 1999. Il Brasile e l'Indonesia che presentavano tassi di perdita di foresta molto alti negli anni Novanta hanno significativamente ridotto i loro tassi di deforestazione. Inoltre paesi come Cina, India, Stati Uniti e Vietnam a seguito di ambiziosi programmi di riforestazione, hanno aggiunto, insieme ad alcuni fenomeni di espansione naturale degli ecosistemi forestali e boschivi in altre regioni, una cifra annuale di 7 milioni di ettari di nuove foreste. In questo modo la perdita netta di superficie forestale, considerata la deforestazione e sottraendo a questo dato la riforestazione artificiale o l'espansione naturale delle aree boschive, si è ridotta a 5.2 milioni di ettari ogni anno tra il 2000 ed il 2010, rispetto agli 8.3 milioni di ettari annuali negli anni Novanta.

In Brasile che mantiene la maggiore quantità di foresta tropicale dell'intera regione amazzonica, si sono perdute annualmente 2.6 milioni di ettari nel periodo 2000-2010 rispetto ai 2.9 milioni di ettari degli anni Novanta. L'autorevole INPE (l'Istituto Nazionale di ricerche spaziali brasiliano, vedasi il sito http://www.ob.inpe.br/degrad ) ha, nel frattempo, reso noti i dati più approfonditi sino ad ora disponibili, sulla scala e la dimensione della deforestazione nell'Amazzonia brasiliana. Il tasso di deforestazione annuale si è andato progressivamente riducendo, dopo aver raggiunto un picco di 27.000 km quadrati nel 2003. La perdita di foresta, nei due anni 2007 e 2008, è stata inferiore ai 13.000 km quadrati, segnando la riduzione del tasso di declino di circa il 53% rispetto agli anni precedenti.

Comunque le nuove metodologie sviluppate dall'INPE per misurare lo stato di "degrado" della foresta e quindi della sua biodiversità, dalle stesse immagini satellitari, suggerisce, purtroppo, un trend in direzione opposta. I primi risultati consolidati, pubblicati nel 2009, indicano che mentre il tasso di deforestazione resta costante nel 2007 e 2008, l'area di foresta degradata è incrementa del 70%, passando dai circa 16.000 km quadrati nel 2007 ai più di 27.000 km quadrati nel 2008. Le aree di foresta degradata mantengono purtroppo minori livelli di biodiversità, sono in grado di essere "serbatoi" di carbonio meno efficaci, e sono altamente suscettibili di essere percorsi dagli incendi o di essere maggiormente vittime di processi di deforestazione in un immediato futuro.

In Amazzonia grazie al progetto decennale ARPA (Amazon Region Protected Areas) creato nel 2002 dal governo brasiliano con il WWF Brasile, il GEF, la Banca Mondiale la Banca di sviluppo tedesca e il Fondo per la Biodiversità brasiliano, entro il 2008 sono stati realizzati parchi e riserve per 32 milioni di ettari, tra cui il Tumucumaque Mountains National Park, che vanta una superficie di ben 3.88 milioni di ettari, uno dei parchi più grandi del mondo. Dal 2008 si sta lavorando per creare altre aree protette per altri 20 milioni di ettari entro il 2012.

Le grandi perdite di foreste con i più alti tassi di perdita annuali continuano ad essere registrate, in quest'ultimo decennio, nel Sud America ed in Africa, con 4 e 4.3 milioni di ettari rispettivamente. In Asia si è verificato, in questo periodo, un guadagno annuale di circa 2.2 milioni di ettari, dovuto in larga parte ai grandi programmi di riforestazione avviati da Cina, India e Vietnam che hanno espanso la loro area forestale fino a 4 milioni di ettari l'anno negli ultimi cinque anni. Purtroppo la conversione degli ecosistemi forestali prosegue,anche con alti tassi, in molti altri paesi. Ed è inutile ricordare che la ricchezza di biodiversità e la complessità di un ecosistema forestale naturale evolutosi nel tempo, non è certamente paragonabile a quello di un qualsiasi ambiente riforestato grazie all'intervento umano.

 

Torna all'archivio