[09/04/2010] News toscana

Rigassificatori e centrali Enel: segreti e bugie dal monitoraggio sul Pier

LIVORNO. Che fine ha fatto la Commissione esperti di fama internazionale che doveva esprimersi sul rigassificatore Olt di Livorno? «E' sospesa». E la riconversione delle centrali Enel di Livorno e Piombino a gas metano? «Si rivela un obiettivo difficilmente raggiungibile».

Non sono nostre congetture, bensì le conclusioni della Regione Toscana scritte nero su bianco tra le criticità emerse sull'applicazione del Pier di cui si dà notizia nel "Documento di monitoraggio del P.I.E.R." approvato a fine novembre 2009 che casualmente, è bene dirlo, abbiamo trovato sul sito della Regione. E dove emergono altre cose piuttosto interessanti.

Per il momento ci limitiamo a osservare quello che emerge sotto il titolo "Criticità e prospettive". «La conversione a gas metano delle centrali termoelettriche, alimentate a BTZ, di Piombino e di Livorno - di capacità complessiva pari a 1590 MW, prevista nel PIER e da tempo auspicata - viene scritto nel documento approvato dalla giunta - si rivela un obiettivo difficilmente raggiungibile. Per quanto si registri un calo nella produzione dei due impianti ed una conseguente minore emissione di gas climalteranti, si è infatti riscontrato da parte di Enel il rifiuto a programmare una conversione a centrale a turbo gas dei due impianti, anche a seguito dei mutati scenari nazionali ed internazionali, che rendono economicamente non conveniente la produzione di energia elettrica mediante l'impiego di gas metano».

Per la cronaca segnaliamo che greenreport.it dette questa notizia nel 2006 in seguito ad un'intervista con un responsabile della comunicazione di Enel (vedi link a fondo pagina) che poi tutti si affrettarono a smentire, ma che ora appare invece per quello che era: corrispondente alla realtà.

Ma non è tutto: «Allo stesso tempo - si legge sempre nel documento - Enel ha informalmente proposto la conversione della centrale di Piombino a carbone (700 MW in luogo degli attuali 1280 MW) e ipotizzato una integrazione a biomasse per la centrale di Livorno». Su questo però si dice che «Nel primo caso la proposta è incompatibile con il dettato del PIER ed inoltre si è registrata la contrarietà del comune di Piombino, mentre nel secondo caso si è registrata la contrarietà del comune di Livorno».

«L'obiettivo principale indicato dal PIER - si legge più avanti - è comunque quello di accompagnare le due centrali ad una costante riduzione della produzione. Lo sviluppo delle rinnovabili ed il calo dei consumi, che sicuramente interesserà il 2009, portano ad ipotizzare come difficile, se non impossibile una inversione di tendenza nei livelli di produzione delle due centrali, in particolare in quella di Piombino utilizzata per i cosiddetti "picchi". E tuttavia rimane l'impegno ad individuare le migliori azioni per orientare il gestore al compimento di scelte tali da risultare compatibili con il PIER, senza anteporre l'esigenza della produzione di energia elettrica a quella della ricerca di livelli di tutela ambientale sempre più elevati nell'interesse della cittadinanza e dei territori interessati».

Si arriva così a parlare dei "Rigassificatori e gas metano" dove si spiega che «La mancanza di una programmazione a livello nazionale circa la migliore distribuzione di questo tipo di impianti, ha indotto la Regione Toscana, attraverso il PIER, a compiere una scelta programmatica selettiva, prevedendo la possibilità di accogliere nel proprio territorio un solo rigassificatore». Cosa questa nota. Ma è invece ambigua, almeno per noi, l'associazione tra la mancanza di una programmazione a livello nazionale e la scelta di un solo rigassificatore. Ovvero: se il governo avesse fatto il Piano nazionale e magari con due rigassificatori o più in Toscana, la Regione invece lo accetterebbe?

Comunque se questo è già al centro del dibattito in corso anche a seguito di quanto detto dal neopresidente Rossi, noi almeno non sapevamo che «Per quanto riguarda il rigassificatore off shore è inoltre opportuno ricordare: la costituzione (con Del. G.R. del 2006, integrata successivamente con Del. G.R. 914 del 4.12.2006) di una commissione composta da esperti di fama internazionale (si tratta di Andrew Michael Alderson, di Ron Koopman e di Jerry Havens), con il compito "di esprimersi sui pericoli di incidente rilevante per tale tipo di impianti, sulla scorta degli studi scientifici fatti, delle esperienze maturate, nonché in base alla valutazione comparativa rispetto a realtà analoghe o similari in attività, o a ricerche, analisi o quant'altro risulti utile per la valutazione della materia. A tal proposito la Commissione supporterà il componente della Regione Toscana in seno al CTR che sarà chiamato ad esprimersi sul rapporto di sicurezza...". La commissione verrà quindi riattivata una volta ricevuto il documento sopra ricordato».

Quindi, al momento è sospesa, e poi si occuperà solo del rapporto di sicurezza, che non si sa quando verrà redatto e comunque di fatto sminuisce il valore della Commissione ancor di più. Non solo, già si mette in evidenza un altro aspetto che ci pare importante: «è in corso la procedura di valutazione di impatto ambientale e di autorizzazione unica per un secondo impianto di rigassificazione, questa volta a terra, della capacità doppia rispetto al primo (8 miliardi di metri cubi di metano a fronte di 3,5). La criticità che emerge dalla situazione di fatto sopra sinteticamente rappresentata è ulteriormente incrementata dalla vicinanza dei due siti».

Si fa riferimento chiaramente al rigassificatore Edison di Rosignano e si sottolinea, al di là della Via, il fatto che due impianti vicini rappresentano una criticità: non è che questo dovrebbe rimettere in discussione tutto?

Ovviamente, essendo il documento del novembre 2009, ancora non si conosceva l'esito del «contenzioso davanti al TAR Toscana ed al Consiglio di Stato» (vinto da Olt), ma già si sottolineava come questo «non ha tuttavia impedito al titolare dell'autorizzazione di andare avanti nei lavori di realizzazione dell'impianto».

Altro aspetto degno di nota il fatto che «Può costituire elemento di criticità, infine, sul piano degli impatti che ambientalmente può determinare e delle implicazioni che rappresenta nella trasformazione della costa toscana in un vero e proprio hub nazionale del gas metano, la realizzazione del metanodotto denominato GALSI, che dall'Algeria raggiungerà la costa toscana a Piombino. Si tratta di una importantissima infrastruttura energetica, della capacità di 8 miliardi di metri cubi di metano. Nel complesso il gas metano che giungerà in Toscana nel prossimo decennio sarà sicuramente almeno pari o superiore al 10 per cento del fabbisogno nazionale. La concentrazione degli impianti lungo la costa necessita, quindi, di un costante raccordo con i territori interessati e di un coordinamento con le altre attività strategiche sia presenti, sia programmate».

Detto questo ci permettiamo di fare alcune osservazioni: la Toscana potrebbe avere addirittura tre nuove infrastrutture piuttosto "invasive" nei prossimi anni che - al di là di come la si pensi - renderanno questo territorio strategico per l'approvvigionamento energetico del Paese (10% del gas), ma quali sono i ritorni per i toscani? Sul piano sociale i posti di lavoro sul piatto sono pochissimi; non si parla di alcuna agevolazione sul terreno delle tariffe del gas; le compensazioni sono minimali.

Sul piano ambientale certamente queste infrastrutture avranno un impatto di cui al momento si sa ben poco; non c'è una valutazione di impatto ambientale strategica che comprenda le tre infrastrutture e non si parla nemmeno di programmarla; la riconversione delle due centrali a olio combustibile di Livorno e Piombino non si farà nonostante quello che i politici locali hanno affermato per mesi e mesi avendo fallito in pieno l'unica strategia che veramente avrebbe permesso questa riconversione: legarla a doppio filo con l'ok al rigassificatore Olt. Se va bene (è un eufemismo) potrebbero chiudere o ridimensionarsi con emorragia ovvia di posti di lavoro.
Bisogna aggiungere altro?

Decisamente sì. Bisogna aggiungere che non è mai troppo tardi: siamo ancora in tempo per istituire un tavolo complessivo col governo (come ha fatto la Liguria per il rigassificatore di Panigaglia) e per imporre la conversione delle due centrali.

 

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