[07/04/2010] News toscana

Le Secche della Meloria (finalmente) sono un area marina protetta

LIVORNO. Sono stati pubblicati sulla gazzetta ufficiale di ieri due decreti del Ministero dell'ambiente, uno che istituisce l'area marina protetta della Meloria e l'altro che e disciplina le attività consentite nelle diverse zone dell'area: A, B e C. Il decreto mette fine a un infinito tira e molla sull'istituzione di un'area marina protetta alla Meloria che era prevista come "area di reperimento" ancora prima della legge sui parchi del 1991.

La gestione è affidata momentaneamente all'ente parco di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli, tutto lascia pensare che sarà così anche per il futuro, visto che era proprio quanto richiesto da regione ed enti locali, ma qualcuno teme che un successivo decreto possa affidare l'Amp ad altro ente pubblico, ad altre istituzioni scientifiche o ad associazioni ambientalistiche riconosciute. Una eventualità molto remota e l'ente gestore sarà affiancato comunque dalla Commissione di riserva, individuata dal ministero secondo i criteri previsti dalla legge 394/91 che inseriscono rappresentanze locali e delle varie categorie.

In ogni modo l'ente gestore dell'Amp dovrà provvedere all'attivazione delle procedure per l'acquisto e l'istallazione dei segnali marittimi e di quanto necessiti a dare precisa conoscenza della delimitazione dell'area e della sua zonazione prevista dal Regolamento che disciplina le attività consentite nelle diverse zone. E per eseguire tali operazioni il ministero mette a disposizione 250mila euro.

Dopo di che "a decorrere dall'anno 2009", il ministero provvederà ad assegnare, per ciascun esercizio finanziario, una somma non inferiore ad 100mila euro per il funzionamento dell'area Secche della Meloria, ma compatibilmente con le disponibilità iscritte sulla Missione «Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'Ambiente» - Programma «Tutela e conservazione della fauna e della flora e salvaguardia della biodiversità».

Visto che l'istituzione dell'Amp Secche della Meloria persegue la protezione ambientale dell'area interessata, non verranno consentite le attività che possono alterare le caratteristiche dell'ambiente e comprometterne le finalità istitutive. Le finalità istitutive infatti sono quelle mirate alla tutela e la valorizzazione delle caratteristiche naturali, chimiche, fisiche e della biodiversità marina e costiera, (anche attraverso interventi di recupero ambientale); alla promozione dell'educazione ambientale e alla diffusione delle conoscenze degli ambienti marini e costieri (anche attraverso la realizzazione di programmi didattici e divulgativi); alla realizzazione di programmi di studio, monitoraggio e ricerca scientifica nei settori delle scienze naturali e della tutela ambientale, (al fine di assicurare la conoscenza sistematica dell'area); alla promozione dello sviluppo sostenibile (con particolare riguardo alla valorizzazione delle attività tradizionali, delle culture locali, del turismo ecocompatibile e alla fruizione da parte delle categorie socialmente sensibili).

Dunque saranno vietate tutte quelle attività che possa costituire pericolo o turbamento all'ambiente, alle specie vegetali e animali. Una serie di attività comunque regolate dallo specifico regolamento, che provvede alla suddivisione dell'area marina protetta in zone sottoposte a diverso regime di tutela ambientale e che permette anche attività di pesca, balneazione, diporto e immersione asl di fuori della zona A di protezione integrale, individuando le varie attività consentite in ciascuna zona, "anche in deroga ai divieti espressi" a livello generale dal decreto istitutivo.

Infatti il ministero nel decreto prevede una serie di attività non consentite come ad esempio la balneazione e le immersioni subacquee la navigazione, l'ancoraggio, l'ormeggio, (che sono però generalmente normate in zona B e consentite in zona C), l'utilizzo di moto d'acqua o acquascooter e mezzi similari, la pratica dello sci nautico e sport acquatici similari, la pesca subacquea, l'immissione di specie alloctone e il ripopolamento attivo, generalmente vietate in tutte le Amp. Così come prevede che non siano consentite tutte quelle alterazioni, dirette o indirette, provocate con qualsiasi mezzo, dell'ambiente geofisico e delle caratteristiche biochimiche dell'acqua, compresa l'immissione di "qualsiasi sostanza tossica o inquinante, la discarica di rifiuti solidi o liquidi, l'acquacoltura, l'immissione di scarichi non in regola con le più restrittive prescrizioni previste dalla normativa vigente.

Il ministero, dunque, affida alla Capitaneria di porto la sorveglianza dell'area, mentre affida al soggetto gestore il monitoraggio continuo delle condizioni ambientali e socio-economiche dell'area marina protetta e delle attività in essa consentite. Su tale base il soggetto gestore redige annualmente una relazione sullo stato dell'area marina protetta. Invece almeno ogni tre anni verifica l'adeguatezza della delimitazione e delle finalità istitutive dell'area marina protetta, nonché della zonazione e dei regimi di tutela previsti dal Regolamento e delle esigenze ambientali e socio-economiche. Dunque se ritenuto opportuno, propone al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare le necessarie modifiche al decreto istitutivo e al Regolamento di disciplina delle attività consentite.

Torna all'archivio