[06/04/2010] News

Il naufragio della petroliera sulla barriera corallina getta petrolio sul fuoco dei rapporti tra Cina e Australia

LIVORNO. Sono state avviate le operazioni per consentire il pompaggio del greggio via dalle stive della carboniera-petroliera cinese Shen Neng 1 che, probabilmente incrociando una rotta "scorciatoia"  proibita, il 3 aprile si è andata ad incagliare al largo del Queensland  nel bel mezzo del Great Barrier Reef marine park  australiano. Il problema sembra ora la rimozione o meno del carico di carbone . Gli interventi coi disperdenti sulla chiazza di petrolio sembrano aver funzionato ma non sembra ancora esserci stato alcun contatto tra le autorità australiane e l'equipaggio cinese, che però ha avvertito il console di Pechino a Brisbane Ren Gongping che ci sono dei  feriti tra i 23 membri dell'equipaggio.

La premier del Queensland,  Anna Bligh ha detto che oggi arriveranno nell'area gli equipaggiamenti pesanti per poter trasbordare il petrolio da una nave all'atra e che l'operazione di pompaggio inizierà mercoledì pomeriggio o giovedì mattina: «E' stato deciso di trasferire più petrolio possibile da questa imbarcazione in un'altra nave e che questo sarà fatto mettendo in atto protezioni intorno alla nave per evitare gli sversamenti. Stiamo ancora esaminando se decidere di trasferire in un'altra nave con le gru le 65.000 tonnellate di carbone a bordo. Se non sarà possibile disincagliare la nave con il carbone a bordo, è così che dovremo gestire la cosa. Ma i calcoli sono ancora in corso da parte della squadra che ha intrapreso il salvataggio. La nave si è stabilizzata e non c'è stata alcuna ulteriore significativa perdita di carburante. Ma stiamo molto attenti perché con il delicato atto di rimessa in linea di galleggiamento le circostanze potrebbero cambiare, noi siamo pronti e in attesa con un piano preparato perché nient'altro di grave possa accadere».

La Bligh ha detto che se la nave avesse agito illegalmente deve affrontare la "forza della legge", l'equipaggio deve ancora essere interrogato e resterà a bordo della nave. Tacciono gli armatori cinese della Cosco, ma potrebbero beccarsi una multa fino ad un milione di dollari australiani per l'incidente, mentre il capitano potrebbe essere perseguito individualmente e pagare fino a  250.000 dollari.

L'irritazione verso il vero e proprio atto di pirateria ambientale combinato dai cinesi è palpabile: The Courier-Mail scrive che il primo ministro laburista Kevin Rudd ha detto che è scandaloso che una nave si sia incagliata così all'interno di una zona protetta della Grande Barriera Corallina. Secondo Maritime Safety Queensland le mappe mostrano un passaggio nella barriera coralline che farebbe risparmiare molto tempo alle navi da carico e i cinesi ci si sarebbero infilati e incagliati. I pescatori dicono però che quella "scorciatoia" illegale è utilizzata almeno da una nave al giorno.

Rudd ha sorvolato la Shen Neng 1 con un aereo dell'Australian Maritime Safety Authority e ha detto: «Dal mio punto di vista come primo ministro australiano, non c'è una  risorsa naturale più grande per l'Australia della Grande Barriera Corallina. Io prendo ogni minaccia per la Grande Barriera Corallina davvero sul serio. Da quel che vedo, è scandaloso che un'imbarcazione possa essersi trovata fuori rotta di 12 km, a quanto pare, nel Great Barrier Reef». Per Rudd la nave cinese è una grave minaccia e le priorità principali sono ora quelle di contenere la marea nera, recuperare la nave, indagare su come l'incidente è avvenuto e vedere quali leggi sia necessario cambiare: «Adesso, la sfida pratica è quella di affrontare la situazione. La sfida pratica che verrà è quella di chiedere conto ai responsabili».

I rapporti tra Cina e Australia erano già tesi a causa dell'affare Rio Tinto, con la multinazionale mineraria australiana accusata di corruzione e "spionaggio", la Neng Shen 1 che naufraga a 15 miglia nautiche fuori dalla rotta obbligata ha gettato ulteriore benzina sul fuoco.

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