[02/04/2010] News

Guinea Bissau: il golpe di aprile nel narco-stato

LIVORNO. Il colpo di Stato tentato ieri in Guinea Bissau si è svolto come una specie di pesce di aprile: secondo quanto dice la stampa locale, il primo ministro, Carlos Gomes Junior, è stato prima arrestato da un gruppo di giovani soldati e dopo qualche ora è stato ricondotto alla sua residenza privata, voci non controllate dicono che ora sarebbe addirittura libero. Anche il Capo di Stato Maggiore del Paese, il generale José Zamora Induta, sarebbe stato arrestato insieme ad una quarantina di ufficiali. La Radio Nazionale da ieri trasmette solo musica militare.

Sono arrivate subito le condanne rituali della comunità internazionale, a cominciare da quella dell'ex padrone coloniale, il Portogallo, e dal ministro degli esteri francese Bernard Kouchner che ha espresso tutta la sua inquietudine. Ma intanto i golpisti hanno convocato una conferenza stampa per designare il Capo di Stato maggiore aggiunto dell'esercito, Antonio Njai, per gestire la situazione. Il giornale del Burkina Faso L'Observateur Paalgasi chiede: «Sarà lui il nuovo uomo forte? Se fosse così, sarebbe un eterno ricominciare e ci si chiede quale pozione magica utilizzare per riportare la pace e la stabilità in questo Paese».

La Giunea Bissau, un Paese liberato anche grazie ad una eroica resistenza "marxista", dopo la sua indipendenza dal Portogallo raggiunta nel 1974 e la successiva secessione delle Isole di Capo Verde, è caduta in preda ad una instabilità politica, punteggiata da colpi di Stato, che l'ha trasformata in uno Stato fantasma, o meglio in un narco-Stato, dal quale passano i traffici di droga sudamericani verso l'Europa. Solo un anno fa il presidente della Repubblica Joaoa Vieira era stato ucciso dai militari dopo il suo ritorno al potere in elezioni democratiche ma non esenti da brogli. L'attuale presidente, Malam Bacai Sanha, è in carica dal luglio 2009.

Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha detto di seguire con preoccupazione gli incidenti militari in Guinea Bissau ed ha chiesto ai dirigenti militari e politici di Bissau di «risolvere le loro differenze con mezzi pacifici, di mantenere l'ordine costituzionale e di garantire il rispetto dello Stato di diritto. E' necessario evitare tutto quel che potrebbe mettere in pericolo i passi avanti fatti dal Paese nei suoi sforzi continui di consolidamento della pace».

Il rappresentante speciale dell'Onu per la Guinea Bissau, Joseph Mutaboba, sta lavorando a stretto contatto con altri partner internazionali, in particolare con la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale l'Ouest e l'Unione Africana, «per continuare a sostenere gli sforzi nazionali per promuovere la stabilità durevole nel Paese».

E pensare che solo il 3 marzo Ban Ki.moon in un rapporto inviato al Consiglio di sicurezza dell'Onu si era complimentato con il governo di Bissau per il lavoro svolto nell'attuazione dei programmi «che erano stati ostacolati dalle diverse crisi politiche e militari che il Paese ha conosciuto nel corso del decennio trascorso e che hanno vanificato i suoi sforzi miranti ad assicurare la ripresa e lo sviluppo del Paese».

Secondo il rapporto delle Nazioni Unite il governo della Guinea Bissau aveva apportato importanti miglioramenti nella gestione economica e finanziaria: «Lo incoraggiamo a non interrompere questa dinamica. L'evoluzione recente della situazione mostra chiaramente l'impegno e la volontà delle istituzioni finanziarie internazionali, della Commissione di consolidamento della pace e degli altri partner internazionali di collaborare con il governo della Guinea Bissau - diceva Ban - Non dubito che il proseguimento dei progressi, soprattutto sul piano dei negoziati in corso con il Fondo monetario internazionale (Fmi), aiuterà il paese a poter beneficiare di un alleggerimento del suo debito».

Il governo di Bissau stava mettendo mano alla riforma della sicurezza e della giustizia ed alla ricostruzione di un Paese devastato da rivolte, diventato base di guerriglie straniere, percorsa da milizie di banditi e tagliagole, e preda di multinazionali minerarie e cartelli della droga che non vedono evidentemente di buon occhio la stabilizzazione di uno dei Paesi più poveri e dimenticati del mondo. Forse il golpe del primo di aprile nasce da qui, dal tentativo di evitare quello che Ban Ki-moon chiedeva un mese fa al Consiglio di sicurezza: «rivolgo un appello sincero alla comunità internazionale perché dia un appoggio generoso agli sforzi di ristrutturazione fatti dalla Guinea Bissau per assicurare la creazione di un settore della sicurezza globale che sia efficace, finanziariamente percorribile e capace di rilevare le sfide attuali e future, soprattutto per quel che riguarda la lotta contro la criminalità organizzata e il traffico di droga».

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