[01/04/2010] News toscana

A chi compete il perseguimento della sostenibilità? Per i toscani più ai comuni che alle regioni, e meno ancora allo Stato

FIRENZE. Oltre a quelli già citati nell'altro articolo (vedi link in fondo) riguardante l'indagine di Fst-Arpat sui cittadini toscani e l'ambiente, sono da sottolineare altri due dati molto significativi: riguardo al "cosa va fatto per migliorare lo stato dell'ambiente", il 26% dei toscani indica come priorità "una legislazione più severa", dato seguito da quello relativo all'auspicio di "maggiori investimenti di risorse nei controlli" (20%) e da quello di una "migliore informazione sulle leggi ambientali (17%), mentre per il 10% dei toscani occorrerebbe "alzare le tasse per le attività che danneggiano l'ambiente" e per l'8% la soluzione migliore riguarderebbe "l'introduzione di finanziamenti e agevolazioni" per le aziende che operano secondo i crismi della sostenibilità.

Ma , detto "che cosa" va fatto secondo i toscani, va indicato anche "chi" ha in primis la responsabilità di agire, e qui emerge un dato che desta un certo stupore e una certa perplessità: secondo il 47% degli intervistati (domanda a risposta multipla), infatti, la responsabilità di agire investe principalmente "il singolo cittadino", mentre le province/i comuni (40%), la Regione (23%) e lo Stato (20%) sono caratterizzati, secondo gli intervistati, da un'incidenza minore rispetto al singolo individuo. La risposta "tutti sono responsabili", infine, è stata resa da circa il 10% del campione, e la percentuale di chi l'ha data (vedi immagine) sale col crescere della carriera di studi effettuata, così come al migliorare del titolo di studio corrisponde anche una (lievemente) minore convinzione dell'importanza del ruolo del singolo e una maggiore importanza attribuita allo Stato e alle Regioni a scapito dell'incidenza delle politiche comunali e provinciali.

Anche se, facendo la somma delle risposte che attribuiscono al Pubblico (globalmente l'83%, tra comuni, province, regioni e Stato) la principale responsabilità per le azioni di miglioramento dello stato dell'ambiente si comprende come la P.A. sia considerata comunque il primo elemento determinante, comunque emerge che per quasi la metà dei toscani ciò che conta sono soprattutto le "buone pratiche" individuali piuttosto che la creazione di un contesto politico, economico e giuridico che vincoli lo sviluppo alla sua sostenibilità, in primo luogo agendo sulle leve del motore economico/produttivo.

Ed è, questa, una visione che, pur nel rispetto delle opinioni di tutti, appare decisamente limitata, perché troppo incentrata sui capricci, sulla "buona volontà", o comunque sull'umoralità del singolo. Lo conferma anche il dato per cui il primo attore politico cui si attribuisce la responsabilità di agire siano (soprattutto per le categorie sociali meno acculturate) i comuni e le province, quasi che l'inquinamento e l'utilizzo indiscriminato del capitale naturale fossero questioni risolvibili all'interno dei ristretti confini comunali o provinciali.

Insomma, i toscani a parole ritengono "molto importanti" (ribadiamo la percentuale - 88% - di chi ha dato questa risposta) le questioni ambientali, ma poi nei fatti ritengono in larga parte che, in sostanza, il perseguimento della sostenibilità sia ancora da essere posto come facoltativo, e non come cogente, e che esso passi in primo luogo per le azioni del singolo. Inoltre, gli abitanti della regione vedono il problema ambientale come un tema prima di tutto locale, e danno meno importanza all'affrontarlo ad una scala territoriale , e quindi ad un livello politico, più alti.

E sono, questi due ultimi elementi citati (in particolare il secondo, che è da interpretarsi sostanzialmente come un "corollario" della sempre più diffusa sindrome Nimby), i fattori che più, nelle pagine del rapporto Fst-Arpat, danno da riflettere. Soprattutto se pensiamo che, almeno nel parere di molti opinionisti della galassia dell'ambientalismo scientifico (e non solo), l'unico modo per raggiungere una vera sostenibilità sarebbe l'instaurarsi di una governance ambientale su scala planetaria.

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