[01/04/2010] News

La grossa grana radioattiva dello smantellamento delle centrali nucleari francesi e i "débats bidon"

LIVORNO. Dopo la batosta alle regionali, il governo nuclearista di Parigi è in difficoltà anche per il nucleare:  la  commissione d'inchiesta sul progetto di smantellamento della centrale nucleare di Brennilis ha chiesto un di battito pubblico nazionale sullo smantellamento degli impianti nucleari e su cosa ne sarà dei loro rifiuti radioattivi, esattamente quello che chiedono da tempo al ministro francese dell'ecologia  Borloo quelli di  Réseau "Sortir du nucléaire".

Alla presa di posizione della Commissione sembra aver contribuito parecchio la mobilitazione di 7 associazioni locali (AE2D, Bretagne Vivante, Consommation Logement et Cadre de Vie, Eau et Rivières de Bretagne, Groupement Mammologique Breton, Sortir du Nucléaire Cornouaille, Vivre dans les Monts d'Arrée) e il successo della petizione di "Sortir du nucléaire" che da febbraio ad oggi ha già raccolto 17. 000 firme per reclamare un «vero dibattito pubblico nazionale sullo  smantellamento degli impianti nucleari e l'avvenire delle scorie radioattive».  Anche l'Autorité de Sûreté Nucléaire (Asn) si è dichiarata favorevole: «l'Asn ha  indicato alla Commission nationale du débat public (Cndp) di essere a favore dell'organizzazione di un dibattito pubblico sul tema dello smantellamento, richiesto da un certo numero di associazioni»  e lo stesso ha fatto il presidente del Conseil général du Finistère, Pierre Maille, con una lettera inviata al ministro dell'ecologia e ed al presidente dalla Commission locale d'information du site des Monts d'Arrée. Maille ha chiesto a Borloo di valutare l'opportunità di sentire la Cndp «Per l'organizzazione di un dibattito nazionale relativo alle opzioni di smantellamento delle installazioni nucleari chiuse» e gli ha chiesto «di prendere l'iniziativa».

Secondo "Sortir du nucléaire" «Questo dibattito deve rompere con la triste tradizione dei "débats bidon" (dibattiti bidone) sul nucleare», come quello apertosi il 24 marzo scorso per canalizzare le opposizioni al reattore Eper previsto a  Penly. «Un  vero dibattito - dicono gli antinucleari francesi - non deve essere un'operazione di comunicazione mirante ad ottenere l'assenso dei cittadini. Un vero dibattito deve permettere una partecipazione equa di tutte le parti interessate, conformemente alla convenzione internazionale di Aahrus. Un vero dibattito deve legare le problematiche dello smantellamento e dei suoi rifiuti con le scelte di politica energetica della Francia. Gli orientamenti e le conclusioni di un vero dibattito  devono essere tenuti di conto dai decisori politici. Un vero dibattito nazionale è necessario perché lo smantellamento delle installazioni nucleari  si faccia nel rispetto della salute dei lavoratori coinvolti e di chi vive nei dintorni, nel rispetto dell'ambiente... e della democrazia!»

"Sortir du nucléaire" ricorda che: «ad oggi, non esiste alcuna soluzione per assicurare lo stoccaggio delle scorie radioattive che produrranno i cantieri di smantellamento. La stessa Corte dei conti ha giudicato "embrionarie" le somme previste da Edf per finanziare presumibilmente più della metà dei costi di smantellamento ("Le démantèlement des installations nucléaires et la gestion des déchets radioactifs", Rapport Public Particulier, Cour des Comptes, gennaio 2005). La Gran Bretagna ha valutato in 103 miliardi di euro lo smantellamento delle proprie installazioni, molto meno numerose che in Francia. Lo smantellamento del parco nucleare  francese costerà inevitabilmente m diverse centinaia di miliardi di euro».

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