[03/08/2009] News

Obama e i repubblicani: non ragionar di loro ma guarda e passa...

LIVORNO. Quando alcuni giorni fa abbiamo dato del 'restauratore' a Luigi Zinagales, per quanto sosteneva e sostiene sul futuro del partito repubblicano Usa per battere Obama, non volevamo esporlo - come qualcuno ha sostenuto (http://www.chicago-blog.it/index.php/2009/07/il-repubblicano-zingales-e-un-restauratore/) - al pubblico ludibrio, bensì segnalare dal nostro punto di vista il confine tra cosa significa aspirare a un nuovo paradigma economico più sostenibile ambientalmente e socialmente, e cosa invece mirare al mantenimento dello status quo. Lo si capisce bene anche leggendo cosa il direttore del Sole24Ore Gianni Riotta ha scritto ieri nel suo editoriale, piuttosto scettico, nei confronti della buona riuscita dell'impresa del presidente Usa riguardo alla 'riforma sanitaria'. Ma partiamo dalla notizia di sabato: una commissione della Camera a stelle e strisce ha dato il via libera alla proposta che intende estendere l'assistenza medica al 95 per cento dei cittadini americani. Trentuno (31) i voti a favore e ventotto (28) contrari. Contro hanno votato tutti i 23 membri repubblicani, mentre gli altri 5 voti ngativi sono democratici. Senza ulteriori disquisizioni, già da qui si vede come la pensano i repubblicani su una riforma storica che invece, da osservatori esterni, ci sentiamo di sostenere fortemente visto oltretutto quanto anche negli Usa si è allargata la forbice tra ricchi e poveri, che significa appunto tra chi può permettersi attualmente l'assistenza medica e chi no. Semmai la speranza dovrebbe essere che in futuro si faccia qualcosa per quel 5 per cento che, anche se andrà a buon fine la riforma, rimarrà ugualmente fuori. E Riotta che dice di tutto questo? Non se la prende con le lobby che fanno un'ingiusta guerra tutta economica a Obama, magari elogiando però il fatto che una prima seppure non decisiva battaglia l'ha vinta, ma gli canta la storia dei suoi predecessori che come lui hanno vissuto "la grande solitudine" e non trova di meglio che definirlo "mago" che "ritorna sulla terra". Per poi fare una tirata finale che, se letta bene, è quasi un boomerang per lo stesso ex direttore del Tg1: "Se le virtù retoriche del presidente non riveleranno, presto, un analogo virtuosismo nella quotidiana cucina politica la reazione sarà cinica. A destra cresceranno risentimento e diffidenza, a sinistra delusione ed estremismo. Al presidente potrebbe magari essere utile il ruvido motto in latino maccheronico (...): illegittimi non carborundum, non farti mai logorare dai bastardi". Legittimamente, ci mancherebbe altro, Riotta espone il suo punto di vista che altrettanto legittimamente noi critichiamo invitando - si fa per dire - Obama a (appunto) non farsi "logorare dai bastardi" che in giro non mancano.

Il punto, però, si dovrebbe esser capito, per noi non è la riforma sanitaria o l'accordo sul clima o la scommessa sulla decarbonizzazione dell'economia Usa, ma il fatto che tutto questo fa parte di una nuova idea di sviluppo sostenibile che punta ad abbassare il livello dell'impatto antropico dell'uomo e a migliorare la condizione di vita anche delle fasce deboli. Che messo in pratica (speriamo) dagli Stati Uniti avrebbe la capacità di trasformarsi - in assenza purtroppo di una governance mondiale - in un virtuoso esempio da seguire da parte anche del resto dell'occidente con apprezzabili conseguenze positive sul resto del pianeta. Pianeta che, lo si deve dire fuori dai denti, sta proseguendo su una strada ben diversa, come dimostra il rapporto della Ong catalana "Grain" (Sole24Ore di oggi, ma problema di cui già greenreport ha parlato in passato) che vede in atto un neocolonialismo da parte dei Paesi petroliferi e dei neo ricchi dell'Asia (oltre che da diversi stati europei) di andarsi a comprare la terra nei paesi poveri per garantirsi cibo ed energia per il futuro. Una situazione drammatica che con la crisi probabilmente si è pure acuita. Ed è esattamente qui che andrebbe (va) sciolto il nodo dei nodi: come si riparte dall'uscita prossima dalla crisi e cosa ci resta in eredità di quanto accaduto. Tommaso Padoa-Schioppa, ancora una volta sul Corriere (oggi prima pagina), cerca di tracciare una strada, e noi più di tutto sposiamo la chiusura del suo pezzo: "Per la politica economica la vera sfida inizia nel momento della ripresa. Il difficile viene adesso". Le strade, senza voler troppo semplificare sono due: 'restaurare' con piccoli accorgimenti il modello economico che qui ci ha portato; oppure tentare la difficilissima strada della via della sostenibilità attraverso un nuovo paradigma economico meno dissipatore di energia e di materia e più socialmente equo. Scriveva Confucio: "Ci sono due errori che si possono fare lungo la via verso la verità: non andare fino in fondo, e non iniziare". Ecco vediamo di iniziare...

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