[26/03/2010] News

La Gelmini e la politica marketing sulla ricerca (nucleare)

GROSSETO. La politica marketing, peculiare caratteristica di questo governo, continua la sua strategia degli annunci senza dare però tempi e risorse certe ai provvedimenti proclamati.
Oggi è la volta del ministro Gelmini che torna in una intervista sul Sole 24 ore a parlare del piano per la ricerca 2010-2012, senza per altro aggiungere alcuna novità a quanto annunciato già due mesi fa.

Si parla di nuovo di una bozza ancora da condividere con gli altri ministeri interessati, si dice che saranno costituiti tavoli di confronto, si delineano le quattro direttrici su cui si intende muoversi.
L'unica novità riguarda semmai il fatto che i 10 miliardi previsti, di cui a gennaio non si sapeva ancora da dove sarebbe venuta la copertura, ad oggi sembrano ancora più incerti, tanto che a domanda dell'intervistatore il ministro risponde «non mi faccia dare delle cifre. Dico solo che possiamo reperirli in diversi modi, innanzitutto facendo una programmazione sinergica tra enti e ministero».

Ma intanto il ministro ribadisce che il nucleare sarà una delle quattro direttrici, e che le altre riguarderanno invecchiamento e salute, agroalimentare e beni culturali. E solo sul tema invecchiamento e salute annuncia che è stato messo «in preventivo un piano di sei anni e un costo di 90 milioni di euro» per studiare «il collegamento tra Dna, la genomica e l'invecchiamento» che sarebbe interessante indagare se rappresentino davvero una priorità nella ricerca sanitaria.

«Sul nucleare - dice la Gelmini- al di là del discorso tecnico se sia meglio quello di terza o di quarta generazione, vogliamo avviare un tavolo con i ministri Scajola e Prestigiacomo e Fazio a cui inviteremo anche i rappresentanti degli enti e gli esperti. Ad esempio mi piacerebbe coinvolgere Umberto Veronesi» e già questo la dice lunga sulla nebulosa che ancora avvolge quella che dovrebbe essere una direttrice portante del piano della ricerca per i prossimi anni.

La ricerca sarà sulla terza generazione dei reattori, ovvero quella per la quale il governo ha già stipulato accordi con la Francia per realizzare i primi che vorrebbero costruire nel nostro paese? E visto che tra gli esperti da coinvolgere si cita Umberto Veronesi, esimio ed illustre oncologo ma non certo un luminare della tecnologia nucleare, si ha il sospetto che forse il nucleare non è così sicuro come vorrebbero spacciare? Ma forse né l'una né l'altra cosa e le affermazioni del ministro rispondono ancora una volta a quella politica marketing che il premier ha sapientemente fatto diventare propria di tutto l'esecutivo e di cui molti organi d'informazione si fanno ormai megafono.

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