[24/03/2010] News

La rivoluzione energetica dei conservatori britannici: rinnovabili (e nucleare), risparmio e meno emissioni

LIVORNO. Il candidato del partito conservatore a primo ministro della Gran Bretagna, David Cameron e il suo ministro ombra per il cambiamento climatico, Greg Clark, hanno presentato un documento elettorale di 34 pagine (Rebuilding security - Conservative energy policy for an uncertain world) che secondo loro rappresenta «la più grande revisione della politica energetica britannica dall'inizio degli anni 80».

Secondo i conservatori, i laburisti, dopo 13 anni di governo e 11 ministri e 8 segretari di Stato all'energia che si sono succeduti, «non hanno adottato misure tempestive per garantire il nostro approvvigionamento energetico, raggiungere i nostri obiettivi di emissioni di carbonio e garantire un'energia conveniente».

Cameron ha spiegato: «Stiamo lanciando un programma conservatore per la riforma della politica energetica attesa da tempo. Intendiamo adottare le azioni che per mobilitare gli investimenti necessari per attuare le riforme insieme alla nostra strategia per ridurre al minimo i costi per i consumatori».

Il candidato conservatore ha anche criticato la politica di British Energy: «E' stata progettata quasi trenta anni fa per un mondo in cui la Gran Bretagna aveva un eccesso di capacità produttiva, nel quale abbiamo goduto dei benefici della crescita del petrolio e della produzione di gas del Mare del Nord, e in cui né l'inquinamento locale, né i cambiamenti climatici erano i problemi che sono diventati oggi. E' ora di intraprendere un'azione decisiva per permettere alla politica di British Energy di rimettersi in carreggiata».

E' un po' come se il Pdl italiano attaccasse l'Enel per la sua politica energetica che non differisce poi molto da quella di British Energy, carbone, petrolio e nucleare compresi. I conservatori propongono di portare al 15% l'energia prodotta da fonti rinnovabili rispetto al 2,5% di oggi, di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 34% rispetto ai livelli del 1990 e investimenti tra i 100 e i 200 miliardi di sterline in nuove infrastrutture energetiche.

Rebuilding Security, definisce le 12 azioni chiave che un eventuale governo conservatore prenderebbe immediatamente, le principali sono: garantire la sicurezza delle forniture di gas per il settore elettrico e per il riscaldamento delle abitazioni; agire con decisione per promuovere l'energia nucleare e le rinnovabili, attraverso un'ottimizzazione della pianificazione, un prezzo minimo per il carbonio e il miglioramento delle infrastrutture; rendere più efficiente 'energia della Gran Bretagna, attraverso un Green Deal, una nuova "energy internet" che permetta ai consumatori di controllare i propri consumi energetici.

Per Greg Clark «Le nostre politiche ci daranno un'energia sicura, sostenibile ed a prezzi accessibili per i prossimi anni, mentre rilanceranno gli investimenti e creeranno posti di lavoro. Il nostro è un piano per trasformare una minaccia in un'opportunità, dimostrando la leadership energetica ed i valori necessari per ottenere che la Gran Bretagna sia sulla strada giusta».

Nella sua prefazione a Rebuilding Security, Cameron scrive: «Le centrali elettriche invecchiano, le riserve di combustibili fossili si esauriscono e l'inquinamento si accumula fino a raggiungere proporzioni critiche. Le benigne condizioni di cui ha usufruito la generazione precedente, non sono applicabili oggi, e non lo sono più da almeno un decennio. Come risultato, si sono perse le opportunità d'oro per l'aggiornamento del vecchio sistema energetico della Gran Bretagna e i principali investimenti necessari a garantire la sicurezza e la sostenibilità delle nostre forniture energetiche devono ancora essere fatti. Rinviare le decisioni fino a quando il tempo stringe è più costoso che agire in modo pianificato e tempestivamente».

La competizione tra laburisti e conservatori sui temi ambientali si sta facendo sempre più forte proprio mentre i sondaggi assottigliano il vantaggio di Cameron su Brown. Già un anno fa Clark aveva lanciato "The Low carbon cconomy" il progetto dei conservatori per un futuro ad energia pulita della Gran Bretagna e per la realizzazione delle industrie ad alta tecnologia del XXI secolo ed oggi dice che « Rebuilding Security e il documento che lo accompagna, concentrandosi sull'affidabilità e la resilienza dei nostri sistemi energetici nel prossimo decennio ed oltre, dimostrano che la sicurezza e la sostenibilità sono due facce della stessa medaglia. A meno che non diversifichiamo le nostre fonti energetiche, a meno che non adeguiamo le nostre reti energetiche, a meno che non mettiamo la stessa attenzione per l'efficienza energetica che mettiamo per la produzione di energia, il nostro approvvigionamento energetico non sarà né sicura, né sostenibile. Sulla scia della volatilità senza precedenti dei prezzi mondiali dell'energia e del fallimento delle nazioni del mondo nel raggiungere un significativo accordo sui cambiamenti climatici, è il momento di incorporare gli obiettivi a lungo termine della politica energetica nell'ambito di un approccio "hard-headed" che soddisfi le pressanti esigenze, senza mai dimenticare la nostra responsabilità verso le generazioni future».

 

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