[23/03/2010] News

Cites, va bene per elefanti, rinoceronti, rettili e anfibi

LIVORNO. La Convention on international trade in endangered species of wild fauna and flora (Cites) in corso a Doha, in Qatar ha deciso all'unanimità di includere nelle sue liste di protezione molte specie di anfibi e rettili di tutto il mondo, dal Centro America all'Iran.

A differenza di tonno e coralli, nessun governo ha fatto obiezione per mettere sotto tutela l'iguana dalla coda spinosa del Guatemala (Ctenosaura palearis) e altre tre specie di iguane dell'America centrale, del Messico sud-orientale e della penisola dello Yucatan. Si tratta di rettili principalmente vegetariani, ma che occasionalmente si nutrono di insetti, e sempre più richieste sul mercato degli animali esotici, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti.

La Cop 15 Cites di Doha ha anche inoltre adottato misure per proteggere un intero genere di rane arboree delll'America centrale e meridionale che è a rischio di estinzione a causa del degrado e della perdita di habitat e per la chytridiomycosis, una malattia fungina che sta facendo strage di rospi, rane e raganelle in giro per il mondo. Anche alcune di queste rane sono commerciate a livello internazionale.

Nell'Annex I è entrato anche il tritone imperatore dell'Iran (Neurergus kaiseri) del quale Greenreport ha già parlato nei giorni scorsi, una specie con un areale sempre più limitato e che è a rischio a causa dell'e-commerce che rimpingua gli acquari occidentali con questi coloratissimi e rari anfibi.
Ma i piatti forti della Cites, e quelli sui quali c'è stato maggiore scontro, sono i due più grandi animali terrestri del pianeta: gli elefanti e i rinoceronti.

La Cites ha respinto le proposte di Tanzania e Zambia che chiedevano di spostare le loro popolazioni di elefanti dall'Annex I di massima protezione all'Annesso II che permetterebbe di riprendere il commercio di avorio. I due Paesi africani avevano anche chiesto di poter effettuare vendite "una tantum" delle loro scorte di avorio. La Cop 15 ha anche respinto la richiesta della Zambia di escludere la sua popolazione di elefanti dall'Appendi I, una decisione che arriva nonostante l'approvazione di un emendamento che permette al Paese dell'Africa australe la vendita una tantum delle sue scorte di avorio.

Traffic, l'organizzazione di Wwf ed Iucn che tiene sotto controllo il commercio illegale di specie protette, è soddisfatta perché la Cites ha sbrigato la pratica "elefanti" molto rapidamente, ma invita a non mollare la presa sul vero problema: il crescente bracconaggio che rifornisce i mercati illegali di avorio sia in Africa che in Asia. Secondo Elisabeth McLellan, responsabile per il programma specie del Wwf International «Il bracconaggio e mercati illegali di avorio in Africa centrale e occidentale devono essere davvero eliminati prima che possa avvenire ogni ulteriore vendita di avorio».

Ai delegati presenti al Doha è stato presentato anche l'Elephant trade information system (Etis) un nuovo strumento che, attraverso una imponente banca dati, dovrebbe consentire di tenere meglio sotto controllo i traffici di avorio e di parti di elefante ed il commercio illegale che è in aumento dal 2004, con una netta impennata registrata nel 2009, mentre l'applicazione delle leggi che salvaguardano gli elefanti è del tutto carente sia in Africa che in Asia.

Anche per i rinoceronti da Doha vengono notizie abbastanza buone. I Paesi nei quali sopravvivono le ultime popolazioni di rinoceronti hanno deciso di concentrarsi su una migliore applicazione delle leggi che li salvaguardano e di rafforzare i controlli alle frontiere. Verrà incrementata anche la sorveglianza sulle popolazione di rinoceronte e saranno avviate campagne di sensibilizzazione nei Paesi consumatori di corni di rinoceronte, come il Vietnam, ed azioni internazionali meglio organizzate e coordinate per contrastare la criminalità organizzata che è dietro l'aumento del bracconaggio e del commercio illegale che sta producendo una vera e propria crisi globale per questi grandi erbivori.

E' soddisfatto Joseph Okori, coordinatore in Africa del Rhino conservation programme del Wwf: «Ci congratuliamo con i paesi che si sono uniti alla Cites con il loro impegno solidale per sradicare il bracconaggio dei rinoceronti. La volontà politica dimostrata in questo incontro può contribuire a salvare i rinoceronti in Africa ed Asia, se sarà ben sostenuta localmente da programmi di conservazione e dal rafforzamento delle leggi».

Anche per i rinoceronti il 2009 è stato un annus horribilis, il peggiore da 15 anni, con una crescita della richiesta asiatica di corni soddisfatta da bande di bracconieri con armi sempre più sofisticate e che ormai utilizzano farmaci veterinari, veleno, trappole e armi pesanti per uccidere i rinoceronti.

Le decisioni adottate sono basate sul rapporto presentato a Doha da Traffic ed Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn) che segnala un calo dell'efficacia nell'applicazione delle leggi e un'intensificazione del bracconaggio Africa. Il Viet Nam è invece diventato il Paese che suscita le maggiori preoccupazioni, soprattutto dopo l'individuazione di cittadini vietnamiti in Sudafrica che stavano riorganizzando e gestendo la rete del commercio illegale. Inoltre ci sono forti preoccupazioni riguardo allo status reale di alcune popolazioni di rinoceronti di Sumatra e Giava in Malaysia, Indonesia e Vietnam.

Secondo Okor, «I governi della Cites devono ora impegnarsi a dare un completo giro di vite al commercio illegale internazionale e nazionale in modo da poter cambiare il trend in corso del bracconaggi dei rinoceronti. Il Wwf ribadisce il suo impegno a sostenere i governi degli Stati dell'areale (dei rinoceronti) per affrontare questo compito impegnativo».

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