[31/07/2009] News

Russia-Tagikistan, dighe ed energia in cambio di una grande base militare

LIVORNO. Il presidente russo Dmitri Medvedev è in visita in Tagikistan dove oggi ha inaugurato, insieme al presidente tagiko  Emomali Rakhmon (Nella foto con Medvedev), la centrale idroelettrica Sangtuda-1, interamente costruita da imprese russe. Medvedev non ha certo nascosto che la sua visita nella ex repubblica sovietica dell'Asia centrale serve a preparare sostanziosi accordi economici e ad ottenere concessioni militari.

«Una serie di nuovi accordi e documenti sulla cooperazione nelle sfere dell'energia e della prospezione geologica (minerali, gas e petrolio, ndr) sono in corso di elaborazione - ha detto oggi Medvedev - I governi dei due Paesi, in particolare all'interno del format della commissione intergovernativa che si riunirà a Dushambé a settembre, lavoreranno già alla preparazione di nuovi accordi. Le relazioni tra Russia e Tagikistan si sviluppano con sicurezza e dinamismo mutuali».

Medvedev ha fatto l'esempio della cooperazione che ha portato compagnie turistiche russe a realizzare hotel in Tagikistan, della presenza di Gazporom e della crescente attività di banche russe, che sostengono e foraggiano un regime autoritario rimasto fedele al legame con la Russia, perfino nel mantenimento quasi per intero dell'ex simbologia sovietica.

Dopo una sbandata filo-occidentale (ma non certo filo-democratica) il Tagikistan sembra essere tornato all'ovile e, inaugurando la centrale di Sangtuda-1, Medvedev ha sottolineato che si tratta del primo progetto congiunto di vasto respiro che Russia e Tagikistan realizzano insieme negli ultimi 20 anni: «Gli ingegneri e gli operai russi e tagiki hanno acquisito su questo cantiere l'esperienza per la costruzione congiunta di opera importanti. Non è che una tappa significativa nella vita dei nostri due Paesi E io sono convinto che ci servirà durante la messa in opera di nuovi grandi progetti, e non solo nel settore idro-energetico. La costruzione della centrale ha rafforzato i legami tra i due Paesi, che sono partner strategici».

Sembra di essere tornati ai bei tempi della fratellanza tra i popoli dell'Urss e questa retorica e questo grande impegno russo sono anche il frutto di una concessione tagika che Mosca insegue da tempo: una nuova base militare che riporti l'Armata rossa nel cuore dell'Asia.

Il consigliere del Kremlino,  Sergei Prikhodko, ha detto che «oggi questa questione non è stata sollevata sul piano pratico. I presidenti hanno incaricato i loro ministri della difesa da parte russa ed il ministro degli esteri da parte tagika, di preparare delle proposte d'insieme relative allo sviluppo della cooperazione militare tra I due Paesi, tra le quali il  funzionamento della base».

Secondo il giornale russo Kommersant ormai l'affare appare fatto e la visita di Medvedev mette il sigillo ad un accordo che prevede la realizzazione in Tagikistan della duecentounesima base militare russa, che sarà anche la più grande all'estero, e dalla quale Mosca potrà sorvegliare il ribollente Afghanistan e le truppe Nato che cercano di arginare i talebani, mantenendosi ad un passo da Cina, India e Pakistan.

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