[19/03/2010] News

Il piano industriale di Enel svela la verità sul nucleare: investimenti solo dopo il 2014

GROSSETO. Il ministro dello Sviluppo Claudio Scajola continua a paventare ottimismo sul ritorno al nucleare nel nostro paese, anche se poi sono i fatti a smentirlo.
Nell'incontro che ha avuto ieri a Roma con Anne Lauvergeon, presidente del gruppo francese Areva, partner tecnologico di Edf per la costruzione di reattori nucleari, ha infatti affermato che
il piano per il ritorno dell'Italia all'energia atomica «procede nei tempi» e ha illustrato lo stato di avanzamento del piano «che, dopo aver definito le procedure per la certificazione dei siti e per l'autorizzazione alla costruzione e all'esercizio degli impianti nucleari, prevede a breve l'avvio operativo dell'Agenzia per la sicurezza nucleare».

Un avvio che sarebbe dovuto essere già cosa fatta dal 15 novembre scorso, termine previsto per la piena operatività dell'Agenzia da cui dipende il reale avvio del programma per il rilancio dell'energia atomica. Secondo quanto scritto nel Dlgs Sviluppo, per quella data doveva essere già varato il decreto riguardante lo statuto dell'agenzia e a seguire la nomina dei vertici chiamati a dirigerla.

Ma di questo statuto ancora si continua a discutere tra gli uffici dei ministeri competenti senza però trovare l'accordo necessario e ancora circolano bozze provvisorie. Scrive oggi il sole 24ore che «nell'ultima e riservatissima versione compare una procedura di certificazione obbligatoria non solo delle imprese coinvolte nella costruzione e gestione delle centrali ma anche delle singole persone. Che saranno sorvegliate e schedate una ad una». L'elenco delle persone abilitate sarà gestito, anche questo dall'Agenzia che fornirà con proprio regolamento le modalità di accesso.

Quindi aumentano i compiti dell'Agenzia, ancora fantasma, già chiamata a redigere la mappa dei siti idonei ad ospitare le ipotizzate centrali, a certificarli e a rilasciare le autorizzazioni per poterle realizzare.
Ma dovrà farlo solo attraverso le risorse che derivano dagli operatori (anche per le fasi di avvio): secondo i rumors che provengono dal ministero, Giulio Tremonti vorrebbe una piena autonomia finanziaria dell'Agenzia la quale dovrebbe poi essere sottoposta ad un ruolo di vigilanza, che si disputano il ministero dello Sviluppo e quello dell'Ambiente.

E chissà se quest'empasse sarà superata entro il 9 aprile, quando a Parigi il ministro Scajola e la Lauvergeon si incontreranno nuovamente in occasione del vertice bilaterale Sarkozy-Berlusconi. Occasione in cui è prevista la firma degli accordi tra le imprese per la fase di realizzazione delle quattro nuove centrali italiane frutto dell'intesa Enel-EdF, oltre ad altri accordi riguardo alla gestione dei rifiuti nucleari e per la collaborazione universitaria su ricerca e formazione.

Un accordo che Enel manterrà, dal momento che - come ha ribadito l'amministratore delegato Fulvio Conti, l'azienda punta nel futuro ad investire nel nucleare.
Ma questo futuro non sembra così a breve nel piano strategico aziendale 2010-2014 presentato ieri assieme al consuntivo 2009.

Nel piano strategico dei prossimi cinque anni gli investimenti per il nucleare sono, infatti, assai marginali, mentre il grosso è indirizzato sull'energia rinnovabile, dove Enel ha annunciato la nascita di una nuova società frutto dell'integrazione delle attività di Endesa e di Enel Green Power nel settore delle rinnovabili in Spagna e Portogallo.

La nuova società verrà presentata ad aprile sarà controllata al 60% da Enel Green Power e potrà disporre a regime di una capacità operativa di circa 1,4 GW con un portafoglio diversificato tra le varie tecnologie di rinnovabili: 88% eolico, 4% mini-idro, 1% fotovoltaico e 7% di impianti di cogenerazione e alimentati a biomasse. L'Ipo Green Power sarà quotata in borsa e pur rimanendo controllata da Enel- come ha ribadito Conti - è prevista la cessione di una quota minoritaria.

Un'operazione che rientra in un piano più ampio di dismissioni di asset per ridurre il debito del gruppo che ancora vale ben 7 miliardi di euro.
Quindi il piano strategico di Enel per il prossimo quinquennio conferma i target per perseguire la stabilità finanziaria, (il 2009 si è chiuso per il gruppo energetico con un utile in lieve crescita dell'1,9% e un dividendo pari a 0,25 euro ad azione) e punta diritto in investimenti per le rinnovabili.

Per il nucleare se ne dovrà riparlare nel prossimo piano, solo allora Enel prevede, infatti, di fare forti investimenti in questo settore. Ovvero, ha spiegato Conti «il grosso della spesa verrà solo dopo la posa della prima pietra» che secondo l'ottimista ministro Claudio Scajola avverrà entro il 2013. Solo allora «se tutti i tempi di autorizzazione verranno rispettati - ha detto ancora Conti - potremo lavorare nel 2013, per risolvere problemi di preparazione ingegneristica, e poi dal 2014 in misura consistente».

Insomma - date le attuali circostanze- di acqua sotto i ponti ne dovrà ancora passare molta prima che i sogni e le speranze del governo sul nucleare possano diventare realtà. Se mai lo diventeranno.

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