[18/03/2010] News

Lipu BirdLife Italia e Lav si costituiscono parte civile nel processo "Volo libero"

FIRENZE. Lipu BirdLife Italia e Lav (Lega antivivisezione) si sono costituite parte civile nell'importante processo che si apre domani presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Sono 14 le persone accusate dalla Procura per i reati di associazione a delinquere ai danni dell'ambiente e della collettività, bracconaggio, utilizzo illegale delle acque, truffa a enti pubblici, lottizzazione abusiva, danni alla rete idrica, occupazione di aree demaniali. Secondo l'accusa gli imputati si sarebbero impadroniti in modo illecito di un ampio territorio in buona parte demaniale in località Soglitelle, Villa Literno (CE), dove avrebbero realizzato 40 manufatti abusivi nei pressi di altrettanti laghetti al fine di adibire la zona a riserva di caccia. In tale area gli imputati avrebbero gestito un'attività venatoria illegale in periodi non consentiti dalla legge e nei confronti di specie protette. Inoltre le persone accusate avrebbero anche deviato illegalmente le acque ai danni del Consorzio generale di Bonifica e truffato alcuni enti pubblici. La vicenda, informano dalla Lipu BirdLife Italia, risale al 2001. Con l'operazione "Volo libero" condotta dal Comando Carabinieri tutela ambiente e dalle Guardie volontarie della Lipu  e della Lav, furono denunciati numerosi bracconieri, sequestrate armi e fauna selvatica protetta. All'inizio del 2005 scattò il maxiblitz che diede la svolta: il Pubblico ministero Donato Ceglie incaricò il Comando Carabinieri tutela ambiente di sequestrare le vasche.

«Queste aree sono costituite da uno specchio d'acqua appositamente preparato con piante palustri che riproducono l'ambiente naturale degli uccelli acquatici- spiegano Lipu e Lav- Al centro dello specchio d'acqua i bracconieri vi collocano sagome di uccelli o addirittura anatre legate oppure rinchiuse in gabbie. Gli uccelli migratori vengono attratti con richiami acustici elettromagnetici vietati che riproducono i versi delle specie da abbattere. Sulle vasche si spara tutto l'anno, ad aironi, falchi, cavalieri d'Italia, uccelli protetti e bellissimi che attraversano due continenti durante il periodo migratorio per poi finire impagliati nel salotto di qualche collezionista. Questa forma di bracconaggio è un fenomeno sociale diffuso, ma rappresenta anche un modo per le organizzazioni criminali di controllare il territorio e sottrarlo alla società civile». Dopo questi eventi la stessa Lipu ha lanciato una proposta per riqualificare quelle aree: creare una zona protetta. La  Giunta Regionale della Campania ha accolto l'appello e ha inserito le vasche nella Riserva Naturale Foce Volturno e Costa di Licola (delibera n.2033 del 13 dicembre 2006) «Ma da allora tutto è fermo - dichiarano la Lav e la Lipu-BirdLife Italia - nessun intervento di gestione e manutenzione, né tanto meno progetti di educazione ambientale e di fruizione del territorio. A cinque anni dal sequestro, nonostante la presenza di tre soggetti istituzionali, il Ministero dell'ambiente, custode giudiziario delle vasche, la Regione Campania e l'Ente di gestione della Riserva, ci risulta che l'area vige in uno stato di abbandono invasa da rifiuti speciali e ancora oggi qualche bracconiere incallito continua a sparare. Ci auguriamo che questo processo possa essere l'occasione per svegliare le coscienze e dimostrare, con i fatti, che lo Stato e la Regione sono in grado di gestire il territorio efficacemente e meglio dei bracconieri. Quindi bonifica dei siti, attrezzature per la fruizione naturalistica, sorveglianza, manutenzione, produzione agricola di qualità, ricerca scientifica, occupazione sostenibile. E' la cosa migliore - concludono le due associazioni - per spazzare via la cultura della violenza e dare una speranza di futuro ai giovani».

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