[18/03/2010] News

La Cina vuole "proteggere" l'ambiente delle "sue" isole Diaoyu, ma dietro c'è la sovranità su petrolio e gas

LIVORNO. Il 15 marzo il ministro degli esteri del Giappone, Okada Katsuya, ha affermato che il suo Paese ha la sovranità sulle isole Senkaku, il 16 marzo il portavoce del ministero degli esteri cinese, Qin Gang, ha risposto che «La Cina possiede la sovranità indiscutibile sulle isole Diaoyu e le acque adiacenti».

Non vi fate confondere dai nomi, si tratta degli stessi isolotti, grandi appena 7 km quadrati tra le isole giapponesi e Taiwan, ma se poi volete complicare le cose pensate che gli americani le hanno ribattezzate Pinnacle islands.

La nuova fiammata polemica tra giapponesi e cinesi nasce dal fatto che il governo di Pechino ha deciso di approvare una legge per proteggere l'ambiente delle isole che nella lista comprende anche le Diaoyu.

I giapponesi rispondono che si tratta di una scusa e fanno capire che quel che vogliono in realtà i cinesi è il contrario della protezione dell'ambiente: puntano ai giacimenti di petrolio e gas ed alle ricche risorse ittiche. Una tesi che ha fondamento, visto che il nome cinese originale delle isole, "Diao Yu Tai" significa "piattaforma di pesca" e che il Giappone contesta da tempo lo sfruttamento da parte della Cina di giacimenti di gas e petrolio nel Mar Cinese orientale in un'area di 40.000 Km2 che è rivendicata come Zona economica esclusiva (Zee) da entrambi, infatti sia cinesi che Giapponesi dicono di avere diritti Zee fino a 200 miglia nautiche dalle loro coste, ma c'è un problema: il Cinese Orientale è largo solo 360 miglia nautiche. I cinesi affermano che le isole fanno parte della loro piattaforma continentale, ma questa si inoltra nella Zee giapponese. Le isole si trovano a sud dell'arcipelago giapponese delle Ryukyu (delle cui prefettura farebbero parte secondo Tokio) e a nord di Taiwan, che naturalmente le rivendica anche lei facendosi forte del trattato di pace della seconda guerra mondiale che recita: «Il Giappone rinuncia a tutti i diritti, titoli e rivendicazioni su Formosae paracels" e un successivo accordo del 1952 tra Giappone e Taiwan assegnava l'arcipelago a quest'ultima.
Ma siccome per Pechino Taiwan è solo una provincia della Repubblica Popolare Cinese, allora anche le Diaoyu sono sotto la sua sovranità.

La vera ragione del contendere sono le riserve di gas di Chunxiao e Xihu Sag che trasformerebbero la Cina in uno dei maggiori produttori mondiali di gas e dove la Sinopec Star è al lavoro dal 2005. Il Giappone non ci sta e chiede di dividersi il bottino stabilendo una linea mediana tra le due Zee, la Cina risponde tirando fuori dal cilindro la protezione ambientale del minuscolo arcipelago.

In effetti le Diaoyu- Senkaku-Pinnacle sono un vero e proprio paradiso della natura, uno tra i pochi territori disabitati rimasti nell'affollatissima Asia costiera. L'Arcipelago è composto da tre isole maggiori e da diversi scogli. Ad Uotsuri Jima o Diaoyudao (nella foto), l'isola più grande di 4,3 km2 e che raggiunge i 383 metri sul livello del mare, vivono diverse specie endemiche come la talpa di Senkaku (Mogera uchida) e la formica Okinawa-kuro-oo-ari, ma sono però minacciate dall'introduzione di capre, probabilmente portate dai soldati o dai pescatori cinesi, che stanno devastando il loro habitat. La seconda isola è Kuba Jima o Huangwei Yu, appena1, 08 Km2 e che si eleva per 117 m., con fondali ricchissimi di pesce. Nella terza isola è Taishō Jima o Chiwei Yu, di appena 0,609 Km2 ed alta 75 m.

Ci sono poi numerosi scogli che ospitano grandi colonie di uccelli marini come Minami Kojima o Nan dove nidifica una colonia del rarissimo albatro codacorta o di Steller (Phoebastria albatrus).
La cosa singolare è che anche la protezione dell'ambiente e della biodiversità sia diventato un elemento per flettere i muscoli tra le potenze economiche del pianeta e che con la scusa di albatros, talpe e formiche si voglia mettere definitivamente le mani su gas e petrolio.

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