[31/07/2009] News

2010: si avvicinano gli appuntamenti clou per la diversità biologica - di Gianfranco Bologna

ROMA. Sembra finalmente crescere la sensibilità relativa alla straordinaria importanza che la ricchezza della vita sulla Terra, la cosidetta  diversità biologica o biodiversità, esercita nei confronti del nostro benessere, della nostra salute pisco-fisica e delle economie delle società umane.
Nel 2005 un importantissimo panel di oltre 1.200 scienziati che si occupano dei sistemi naturali e dei sistemi sociali nonché delle loro interrelazioni, ha elaborato un originale rapporto sullo stato degli ecosistemi planetari, della loro evoluzione, del nostro impatto su di essi  e degli ipotizzabili scenari prevedibili nell'immediato futuro (da qui a 50 anni) .

Il rapporto, patrocinato dalle Nazioni Unite e del quale abbiamo già parlato in altre occasioni in queste pagine, si chiama "Millennium ecosystem assessment", è stato pubblicato in 5 volumi  ed ha avuto delle ricadute particolarmente importanti nel mondo politico- economico per valutare l'eccezionale importanza della biodiversità per il genere umano (vedasi www.maweb.org dove oltre a scaricare l'intero rapporto si possono trovare tutti i rapporti di sintesi, i rapporti preparatori del rapporto finale e tanta altra documentazione utilissima).  

Come sappiamo il 2010 sarà, di fatto, l'anno della biodiversità, un po' come il 2009 lo è per il clima. Infatti il target che la comunità internazionale si è data, attraverso prima la Convenzione sulla diversità biologica ( vedasi www.cbd.org ), con la Conferenza delle Parti del 2002, e poi il summit mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg del 2002  ed infine il World summit delle Nazioni Unite del 2005 (per la verifica del raggiungimento degli Obiettivi del millennio), scade proprio nel 2010.

Questo target riguarda il raggiungimento di  una significativa riduzione del tasso di perdita della biodiversità da ottenersi entro il 2010.

Il rapporto del "Millennium Ecosystem Assessment" ha costituito una vera pietra miliare sull'argomento. Come avviene per i rapporti dell'ormai ben noto Intergovernamental panel on climate change (IPCC, vedasi www.ipcc.ch ) la comunità internazionale per la prima volta si è trovata a disposizione la summa della conoscenza scientifica, sin qui acquisita, sullo stato degli ecosistemi planetari e sul loro futuro.

Ciò ha prodotto un interessantissimo processo in ambito sia della comunità politica che scientifica internazionale, che sta mirando a comprendere lo straordinario "valore" della biodiversità per le società umane, anche di tipo economico,  e sta cercando di operare per una seria riduzione della perdita di questa ricchezza della vita sul nostro Pianeta.

Sin dal 2005, proprio con la pubblicazione del "Millennium ecosystem assessment", nella comunità internazionale si è avviato un processo mirato a stabilire un panel permanente che si focalizzasse sui servizi che gli ecosistemi offrono al benessere ed all'economia umana, dal mantenimento dei cicli idrici, ai processi di impollinazione, al sequestro del carbonio ecc.  (e che sono stati al centro delle analisi del "Millennium Ecosystem Assessment").  E' stato perciò avviato un processo sulla biodiversità che ha seguito una via simile a quella che ha condotto, nel 1988, alla realizzazione dell'IPCC per i cambiamenti climatici, mirato ad avere una struttura che supportasse i decision-maker nelle scelte da intraprendere e che fosse il più possibile basato sulla migliore conoscenza disponibile e non rispondente agli interessi della politica ed alla retorica.

E' nata quindi un'International platform on biodiversity and ecosystem services (Ibpes, vedasi www.ipbes.net ) il cui sviluppo è particolarmente seguito dal programma ambiente delle Nazioni Unite (Unep, vedasi www.unep.org) .

L'Ibpes riflette la crescente consapevolezza che la comunità internazionale sta clamorosamente fallendo nell'arrestare, nell'invertire o, almeno, nel ridurre in maniera significativa il declino dell'importantissimo capitale naturale del Pianeta, dalle specie, ai suoli, dalle foreste, alle zone umide, dalle barriere coralline alle grandi aree di pesca.

L'Ibpes si sta anche occupando di fondere l'immediato follow-up del Millennium Ecosystem Assessment che è stato l'IMoSEB, l'International Mechanism of Scientific Expertise on Biodiversity che ha prodotto anche la grande conferenza di Parigi del 2005 "Biodiversity: Science and Governance" in questo sforzo internazionale di mettere in piedi un Panel che possa fornire indicazioni operative di intervento alla comunità politica internazionale sulla risoluzione dei problemi della biodiversità.

Sull'importanza di avere uno strumento simile all'IPCC per la biodiversità lo stesso IBPES si interrogherà in un meeting organizzato a Nairobi,  sede mondiale dell'UNEP , per il 5-9 ottobre prossimi.

Nel frattempo sono sempre più numerosi i documenti che stanno facendo il punto sulla possibilità di raggiungere o meno il target 2010 sulla biodiversità.

Il rapporto 4 del 2009 dell'European Environment Agency ( vedasi www.eea.europa.eu ) dal titolo "Progress towards the European 2010 biodiversity target" è molto chiaro.

Il target 2010 nell'ambito della Comunità Europea non sarà raggiunto. L'assessment fatto dall'Agenzia basandosi sull'utilizzo di 26 indicatori specifici elaborati nell'ambito del cosidetto SEBI 2010 (Streamlining European 2010 Biodiversity Indicators) dimostra che la biodiversità  europea resta sotto seria pressione e l'attuale risposta politica a questo terribile fenomeno è assolutamente insufficiente a bloccare il generale declino della biodiversità.

Il meeting del G8 Ambiente che si è tenuto a Siracusa il 22-24 aprile scorsi , tra i meeting preparatori del G8 de L'Aquila degli inizi di luglio, con la sua Carta di Siracusa ha riconosciuto che i tassi di estinzione sono incrementati nonostante il commitment della comunità internazionale rispetto all'apposito target ed ha proposto un frame work di azioni per un percorso comune sulla biodiversità che dovrà cercare di intervenire più concretamente per la risoluzione di questo grave problema.

Purtroppo anche in questo ambito il tempo gioca a nostro sfavore ed il costo dell'inazione comincia a diventare realmente insopportabile. Tutti noi dobbiamo sempre di più comprendere lo straordinario valore della biodiversità per la nostra stessa sopravvivenza ed agire in maniera conseguente.

    

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