[17/03/2010] News

Cambiamento climatico: i Paesi arabi davanti alla crisi dell'acqua ed ambientale

LIVORNO. Secondo un rapporti del Programma Onu per l'ambiente (Unep) presentato nella sede della Lega Araba al Cairo, «I cambiamenti climatici, l'insicurezza alimentare, la diminuzione di disponibilità di acqua ed il forte tasso di disoccupazione sono altrettante sfide che i Paesi arabi devono affrontare».

Il "The environment outlook for the arab region (Eoar), è stato redatto, su richiesta del segretariato generale della Lega Araba, del Council of arab ministers responsible for the environment, dall''Unep insieme ad agenzie arabe specializzate ed al Global environment outlook , e rappresenta un importante strumento per la progettazione di politiche comuni per la sostenibilità nei Paesi arabi.

Il direttore dell'Unep, Achim Steiner, ha sottolineato che «Uno dei fattori che è una sfida sia emergente che persistente è l'acqua. I Paesi arabi sono attualmente tra i Paesi nei quali lo stress idrico è il più forte al mondo».

Il rapporto dell'Unep constata una diminuzione della disponibilità media di acqua per abitante di soli 1.000 m3 e prevede che la regione medio-orientale sarà la più duramente colpita dai cambiamenti climatici che comporteranno perdite di aree costiere, maggiori siccità, intensificazione della desertificazione e dello stress idrico, aumento della salinità delle acque sotterranee e un'ondata di epidemie e malattie infettive. Quali potranno essere le conseguenze sulla sponda nord del Mediterraneo, sull'Europa e sull'Italia è facilmente prevedibile. Forse alla nostra feroce politica migratoria, che affida la sorveglianza della nostra sponda sud alla dittatura libica, bisognerebbe iniziare ad affiancare anche una seria politica climatica e di contrasto alla desertificazione, per l'uso sostenibile delle risorse idriche e investimenti per lo sviluppo.

Infatti, secondo Steiner «E' nell'interesse di tutti i Paesi della regione impegnarsi nei negoziati sui cambiamenti climatici e preparare la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima che si terrà nel novembre prossimo a Cancun in Messico. Se le politiche e le risorse fossero meglio concentrate, la regione potrebbe essere una delle capofila dello sviluppo sostenibile e l'economia verde per milioni di persone».

Nadia Makram Ebaied, direttrice esecutiva del Center of Development for the Arab Region and Europe (Cedare) Spiega che «Le sfide ambientali interconnesse che affliggono la regione araba sono enormi, ma rappresentano anche una possibilità per lo sviluppo. No c'è nessuna contraddizione tra la tutela dell'ambiente e lo sviluppo economico. Risolvere i problemi ambientali contribuisce alla fine ad eliminare una serie di ostacoli che sono davanti allo sviluppo».

Una tesi confermata dal rapporto Eoar : «Le risorse naturali della regione offrono una opportunità di ampio respiro, se queste risorse verranno utilizzate razionalmente e in modo sostenibile, e se gli aspetti ambientali saranno integrale nel processo decisionale».

Il rapporto sottolinea che la povertà resta un grande problema nella maggioranza dei Paesi arabi «Con un tasso regionale di disoccupazione del 13, 7%, cioè il doppio della media mondiale». Le alte sfide emergenti, ed intrecciate tra loro, sono i biocarburanti e la sicurezza alimentare.

Gran parte del rapporto si concentrata sullo sviluppo di un quadro ambientale di riferimento, compresa la legislazione necessaria, e sul miglioramento della consapevolezza dell'opinione pubblica e il coinvolgimento dei paesi della regione nei trattati e negli accordi internazionali.

Secondo l'Unep una transizione verso economie a basso tenore di carbonio, un utilizzo efficiente delle risorse, offrirebbero ai Paesi arabi non solo migliori opportunità per affrontare sfide che si annunciano terribili, ma anche in termini di approvvigionamento energetico diversificato, sicurezza delle risorse naturali e possibilità di dare lavoro a molte persone in settori nuovi come quello delle energie rinnovabili e della gestione delle risorse naturali.

Torna all'archivio