[11/03/2010] News

Il biologico comincia a parlare africano (con gli euro tedeschi)

ROMA. Un programma della Fao finanziato dalla Germania ha aiutato 5.000 agricoltori africani ad entrare nel mercato dei prodotti biologici che secondo l'agenzia dell'Onu «Oggi sono in grado oggi di trarre profitto dalla crescente popolarità e diffusione dei prodotti biologici nei paesi industrializzati».

Si prevede che nei prossimi tre anni nei Paesi sviluppati il mercato il mercato dei prodotti biologici e del commercio equo e solidale aumenterà tra il 5 ed il 10%, dando nuove possibilità ai piccoli agricoltori dei paesi poveri. «Tuttavia gli ostacoli non sono pochi - dice la Fao - soprattutto per la difficoltà che questi agricoltori incontrano per ottemperare alle esigenti norme alimentari richieste dai paesi sviluppati e per ottenere la certificazione necessaria. Non solo, ma per entrare nel mercato del biologico i contadini devono prima passare un periodo di conversione dall'agricoltura convenzionale all'agricoltura biologica, durante il quale devono affrontare costi più elevati per riuscire ad applicare le nuove tecniche biologiche, senza però poterne ancora cogliere i benefici derivanti dai prezzi più alti associati di solito all'etichettatura di biologico».

La Fao sta attuando progetti in Burkina Faso, Camerun, Ghana, Senegal e Sierra Leone «che hanno già aiutato gruppi di contadini e di piccoli esportatori a superare queste difficoltà ed a migliorare le proprie capacità tecniche e la qualità dei prodotti riuscendo così ad ottenere la certificazione di biologico e commercio equo e solidale e profittare di mercati altamente remunerativi».

Il miglioramento strutturale ed organizzativo ha permesso alle associazioni contadine di negoziare meglio con gli esportatori. «Alcuni esportatori di ananas del Ghana e del Camerun riescono ancora, nonostante la crisi economica, ad incrementare le loro esportazioni - sottolinea Cora Dankers, coordinatrice dei progetti Fao nei due Paesi - Un gruppo di contadini in Camerun, per esempio, non solo è riuscito a trovare compratori per le proprie ananas, ma grazie all'analisi dei costi che abbiamo condotto insieme a loro, sono adesso in grado di negoziare migliori condizioni con i loro compratori convenzionali».

I progetti ella Fao sostengono gli agricoltori in tutti gli stadi della filiera: produzione, raccolto, confezionamento, certificazione e commercializzazione. Ma lo sforzo economico essenziale è stato quello per ottenere la costosa certificazione durante il periodo di conversione e riuscire a creare le condizioni igieniche necessarie per il rispetto delle norme internazionali di qualità. 

 In Ghana, solo per fare un esempio, una trentina di produttori di ananas sono riusciti ad incrementare le vendite portandole da 26 a 116 tonnellate, dopo aver ottenuto la certificazione di produzione biologica. A livello di comunità il progetto ha significato nuovi posti di lavoro per i braccianti coinvolti nella produzione di prodotti certificati e nei servizi connessi. Inoltre i nuovi metodi di coltivazione biologica sono stati adottati anche da altri contadini che non sono membri di queste associazioni, spingendoli a chiedere di farne parte. Il progetto ha anche dato sostegno alle reti nazionali di produttori biologici ed alle organizzazione di esportatori e di commercio equo e solidale, tra cui la Fédération nationale de l'agriculture biologique (Fenab) del Senegal».

La Germania ha anche finanziato, con oltre 6 milioni di dollari, 5 progetti d Fao per rafforzare la sicurezza alimentare dei piccolo agricoltori in Africa ed altrove. Il progetto più grosso, da 2 milioni di dollari, punta a migliorare, anche attraverso maggiori capacità progettuali ed organizzative regionali, la sicurezza alimentare, la nutrizione ed i mezzi di sussistenza nell'Africa subsahariana, ma senza ancora definire i Paesi che ne beneficeranno.

Un altro progetto vuole integrare la sicurezza alimentare, la nutrizione ed i mezzi di sussistenza nei progetti già in corso nell'Africa sub-sahariana che attualmente hanno come priorità la produzione e non il consumo degli alimenti prodotti per garantire la sopravvivenza dei più poveri.

Il terzo progetto è rivolto ai piccolo agricoltori kenyani per aiutarli a realizzare partenariati con le piccolo e medie imprese locali, aumentando le loro capacità di gestione e pianificazione. Lo stesso tipo di progetto interesserà un'altra iniziativa in Uganda, Sierra Leone e Tanzania che punta a migliorare l'amministrazione dei distretti agricoli ed a mettere in atto e controllare piani locali per assicurare il diritto al cibo».

La Germania finanzierà anche un progetto per migliorare la progettazione e la pianificazione di piccoli sistemi di gestione agricola che integrino la produzione alimentare con quella di bioenergie.

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