[10/03/2010] News toscana

Teleriscaldamento: ancora aperti i bandi per gli impianti di Vallombrosa e Castagno d'Andrea

FIRENZE. Sono tuttora aperti i bandi di gara per la realizzazione degli impianti di teleriscaldamento nelle frazioni di Vallombrosa (comune di Reggello) e di Castagno d'Andrea (comune di San Godenzo). La scadenza per la presentazione delle domande sarà rispettivamente il 30 marzo e il 22 marzo. E' quanto annuncia la Comunità montana della montagna fiorentina, che riunisce i comuni di Londa, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rufina e San Godenzo.

La realizzazione dei due impianti si inserisce nel percorso che la Comunità montana ha intrapreso negli ultimi anni verso la creazione di una filiera bosco-legno-energia improntata all'utilizzo delle risorse locali più abbondanti (acqua e legno). In particolare, l'utilizzo di biomasse legnose a filiera corta permette, oltre che di ottenere energia da fonti rinnovabili e a impatto zero in termini di inquinamento climatico, di restituire vigore - in generale - a quella componente fondamentale dell'economia montana rappresentata dalla filiera del legno, e anche di rendere economicamente convenienti quegli interventi (anche di sola matrice selvicolturale o comunque destinati a sostenere la perpetuazione del bosco più che ad ottenere un prodotto legnoso) che solitamente vengono effettuati in maniera insufficiente proprio a causa della loro forte insostenibilità dal punto di vista economico.

Oltre ai due impianti citati, è in corso di entrata in funzione l'impianto di teleriscaldamento di Pomino (comune di Rufina) e, dal dicembre 2004, è invece già attivo l'impianto sperimentale di Rincine (comune di Londa), dove nel locale complesso demaniale sono stati posti in opera un piccolo impianto di teleriscaldamento (320 Kw di potenza installata, alimentazione a cippato di legno, costo totale 260.000 euro) e una turbina mini-idroelettrica.

L'impianto di Rincine, finanziato dalla Regione, dalla Provincia, da fondi comunitari (programma "Leader +") oltre che da risorse proprie della Comunità montana, è deputato a fornire acqua calda e riscaldamento ai fabbricati del locale complesso demaniale. Secondo stime relative ai primi 4 anni di funzionamento (anche se calcolate sul ridotto fabbisogno che caratterizza il complesso demaniale a causa delle limitate dimensioni - 4500 mc complessivi), i circa 500 quintali/anno di cippato - di esclusiva provenienza locale- utilizzato in sostituzione del gasolio hanno permesso, oltre ai vantaggi ambientali e socio-economici annessi alla valorizzazione della filiera energetica del legno, un risparmio di circa il 70% dei costi di combustibile.

Infine, va considerato anche che l'iniziativa ha avuto fin dall'inizio una impostazione spiccatamente partecipativa nei confronti delle comunità locali, e che varie aree che saranno servite dal teleriscaldamento sono tuttora in buona parte non metanizzate.

 

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