[09/03/2010] News

Sviluppo sostenibile: una sfida per il futuro

L´approvazione della strategia Europa 2020 da parte della Commissione Europea segna il debutto ufficiale di quello che, secondo le intenzioni del presidente Barroso dovrà costituire, dopo l'approvazione definitiva del Consiglio Europeo prevista per il prossimo giugno, lo strumento attraverso il quale veicolare la rinascita politica, economica, culturale e sociale dell´Unione Europea. 

Europa 2020 si fonda su tre fondamentali concetti trasversali: conoscenza e innovazione, sostenibilità ed efficienza, inclusività.

Sono 5 le priorità che la Commissione ha stabilito, al fine di trasporre in traguardi concreti, da raggiungere attraverso 7 grandi piani di iniziativa, i principi che informano la nuova strategia Europea per il 2020: il 75% di tasso di occupazione, la destinazione del 3% del PIL dell'Unione per investimenti in ricerca e sviluppo, il raggiungimento del traguardo 20/20/20 in materia di emissioni (riduzione del 20% delle emissioni di CO2 rispetto ai livelli del 1990, riduzione del 20% dei consumi energetici, aumento fino al 20% dell´approvvigionamento energetico proveniente da fonti rinnovabili), l'aumento del tasso di laureati fino al 40% della popolazione in età scolare insieme alla riduzione della quota di abbandoni scolastici, l'uscita dalla fascia di povertà per 20 milioni di persone.

Obiettivi concreti che, seppure certamente da condividere e realizzare, non sono sufficienti a guidare il cambiamento necessario a superare la crisi economica, ambientale, e culturale che il mondo occidentale sta affrontando.

Era ed è necessario formulare un piano che tenga conto, innanzitutto, del dato fondamentale che la globalizzazione ci impone di prendere in considerazione: l´interdipendenza.

Credo, infatti, che solo attraverso una vera e propria Dichiarazione di Interdipendenza globale, sottoscritta da tutti gli attori internazionali e dalle parti sociali, si possa far fronte alle nuove sfide che ci attendono: adattamento e mitigazione del cambiamento climatico, confronto con situazioni di scarsità e conseguente necessità di evitare l'uso della forza come mezzo di accaparramento di risorse, necessità di garantire un accesso equo ed universale alle risorse.

Un sistema di governo e responsabilità condiviso a livello internazionale. Più Europa, dunque, e meno egoismi nazionali.

Un'avveduta ed ambiziosa strategia Europa 2020, in secondo luogo, non può non avere al centro l'aggiornamento e la riformulazione dei nostri canoni di sviluppo e di consumo. La parola chiave, in questa prospettiva, è Dematerializzazione, almeno per la parte dei consumi non essenziali.

L'assioma di una misurazione del benessere basata esclusivamente sul PIL pro capite non può che essere affiancato da nuovi fondamentali criteri quali quelli della qualità della vita, dell'accesso alle informazioni e alla conoscenza, della partecipazione democratica alle decisioni.

Beni, questi ultimi, che possono essere prodotti e riprodotti, in una Società dell'Informazione e della Comunicazione quale ambirebbe essere l'attuale, con molto minore impiego di materie prime ed energia rispetto ai beni materiali, che costituiscono attualmente la gran parte dei nostri consumi.

Beni immateriali rispetto ai quali, dunque, abbiamo l'onere e l'opportunità di far crescere l'attenzione e suscitare interesse ed appetibilità, con il duplice effetto di consentire una fondamentale evoluzione della nostra civiltà ma anche di far diminuire il consumo di risorse naturali.

Solo con il coraggio di un vero cambiamento, dunque, la strategia Europa 2020 può ambire a candidare l'Unione al ruolo di guida del nuovo progresso mondiale. Solo attraverso dematerializzazione, accesso universale alle risorse ed interdipendenza possiamo realizzare un vero Sviluppo Sostenibile, per l'Europa del futuro e nel futuro.

dalla newsletter di S&D

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