[09/03/2010] News

Greenpeace sale sul tetto della ex centrale di Montalto di Castro per urlare il suo no al nucleare

FIRENZE. Con i reattori nucleari di tipo Epr (European pressurized reactor, quelli che piacciono tanto al governo italiano) si potrà modulare la potenza variandola durante le ore della giornata? In sostanza si potrà andare ad un regime più alto di giorno quando aumenta la domanda di energia (e il prezzo) e più basso di notte quando la domanda scende e questa operazione si potrà fare in sicurezza? Secondo Greenpeace (francese) e l'associazione "Sortir du Nucléaire" pare di no (vedi quanto riportato sul quotidiano la Repubblica di oggi ndr). Anzi le due associazioni affermano che questi reattori «di fronte a variazioni di potenza potrebbero esplodere come a Chernobyl». Puro terrorismo verde? Non sembra, almeno nella sostanza. Gli ambientalisti non sono stati smentiti da Edf (il gestore elettrico che costruisce questi reattori) e tra l'altro i dubbi agli ecologisti sono venuti proprio leggendo recenti documenti di Edf (relativi al costruendo reattore di Flamanville) in cui gli ingegneri pare che avanzino ancora qualche dubbio sulla possibilità di "guidare" a piacimento la reazione atomica (oggi le centrali in funzione producono la stessa quantità di energia nel corso delle 24 ore) e siano ancora a consulto sui tipi di materiale da utilizzare nel processo. Insomma la ricerca è ancora in atto e stiamo parlando delle terza generazione non della quarta a cui faceva riferimento Obama, che verrà tra quanto di preciso non si sa.

Intanto in Italia, mentre da parte governativa impera l'ottimismo (si partirà nel 2103 con i primi cantieri e l'Epr a quella data darà ottime garanzie), Greenpeace alza il livello della sua battaglia contro l'atomo. Alle prime luci dell'alba gli attivisti ecologisti hanno occupato il tetto della fabbrica della vecchia centrale nucleare di Montalto di Castro e hanno srotolato un enorme striscione con la scritta "Emergenza nucleare" e un secondo di 150 metri quadrati che raffigura "l'urlo nucleare", simbolo della campagna di Greenpeace contro il ritorno all'atomo. «Il nucleare è una scelta sciagurata per l'Italia e una pericolosa perdita di tempo - ha dichiarato Andrea Lepore, responsabile della campagna Nucleare di Greenpeace - Tornare al nucleare significa perdere oltre dieci anni per ritrovarsi poi con centrali nucleari obsolete e pericolose, e sprecare l'opportunità di investire nelle vere soluzioni per l'indipendenza energetica italiana e per il clima: rinnovabili ed efficienza energetica». Montalto di Castro è un simbolo della vittoria referendaria del 1987 ma è anche uno dei più probabili siti per la localizzazione di almeno un reattore nucleare della nuova era dell'atomo voluta da Berlusconi: è vicino al mare, in una zona costiera a basso rischio sismico e idrogeologico, e può già contare sulla presenza di una rete elettrica in grado di trasportare 3500 MW. «Il governo italiano con la legge 99/2009 - ha continuato Lepore- ha escluso le regioni da qualsiasi scelta relativa alla localizzazione dei siti nucleari: tredici regioni hanno presentato un ricorso alla Corte Costituzionale contro questo sopruso. Tocca adesso ai candidati alla guida delle regioni prendere subito una posizione chiara contro il nucleare, altrimenti dopo le elezioni verranno imbavagliati e costretti ad accettare le decisioni del governo» ha concluso l'esponente di Greenpeace.

Oggi alle ore 13, al largo della centrale, sull'ammiraglia di Greenpeace, Rainbow Warrior, è scattata un'esibizione degli "Artisti contro il nucleare". Parteciperanno Adriano Bono & Torpedo Sound Machine, 99 Posse, Leo Pari, Piotta e Punkreas cantando il singolo "No al nucleare", una canzone dedicata dagli artisti alla Campagna di Greenpeace conto il nucleare. Lo streaming in diretta potrà essere seguito sul sito www.nuclearlifestyle.it.

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