[08/03/2010] News

In Africa cresce il carbon market, ma le energie rinnovabili lo fanno troppo poco

LIVORNO. Secondo un rapporto presentato dal programma Onu per l'ambiente (Unep) al secondo Africa carbon forum 2010 terminato il 5 marzo a Nairobi «L'Africa ha più di 120 progetti in corso o in preparazione nel mercato del carbonio e questo in settori che si estendono dall'energia eolica alla gestione delle foreste. Però, a paragone con il resto del mondo, il continente resta al traino con un potenziale di energie pulite e verdi largamente sotto-sfruttate. Allo stesso tempo, la crescita dei progetti prodotti dal Clean development mechanism (Cdm) del Protocollo di Kyoto rimane ineguale».

Il Cdm è il meccanismo che permette ai progetti di riduzione delle emissioni di gas serra di "guadagnare" quote di certified emission reduction (Cer) valutabili e rivendibili. Lo studio porta a circa 4.900 i progetti Cdm in corso o in preparazione nel mondo, la gran parte si trova nelle grandi economie emergenti, a cominciare da Brasile, India e Cina.

In Africa a fare la parte del leone nei progetti Cdm sono ancora i Paesi più sviluppati economicamente, come Sudafrica ed Egitto che hanno rispettivamente 31 e 13 progetti, con due eccezioni rilevanti: Kenya ed Uganda che nel 2007 avevano in corso solo 2 iniziative Cdm ed oggi sono arrivate rispettivamente a 15 e 12. Numerosi Paesi africani, alcuni con grandi potenzialità come Zambia, Madagascar, Camerun e Mali, hanno in corso solo uno o due progetti, mentre la piccola e petrolifera Guinea Equatoriale (ma non è la sola) non ne ha nessuno.

In Africa i progetti più ambiti sono quelli che permettono di trasformare il metano presente nelle discariche in energia elettrica, che rappresentano il 20% di tutti i progetti Cdm del continente. Seguono quelli nei settori delle biomasse (15%); della riforestazione (14%); dell'energia idroelettrica e della gestione dei fiumi (10%); delle sostituzione dei combustibili fossili (8%) e ultimo l'eolico (7%). Si prevede che i progetti Cdm in Africa nel 2012 arriveranno a 245 e che con un prezzo del carbonio che supererà i 13 dollari a tonnellata potrebbero fruttare 475 milioni di dollari.

Il direttore dell'Unep Achim Steiner ha detto all' Africa carbon forum: «La crescita del carbon merket in Africa è una fonte di ottimismo ma anche un soggetto di inquietudine. Da una parte il lavoro dell'Unep e di una miriade di altri partner sulla capacità di costruzione e catalizzazione della finanza è riuscito in una serie di Paesi dove si ingrandisce senza sosta. Ma per realizzare solamente un infimo punteggio percentuale nell'enorme potenziale eolico, solare, della biomassa e di spreco di energia, della gestione delle foreste, le azioni devono essere intensificate in tutta una serie di sfide».

Steiner ha ammesso che se questo non è ancora avvenuto è in parte anche per la responsabilità delle Agenzie dell'Onu, delle banche regionali per lo sviluppo, dei fondi internazionali e delle organizzazioni dei donatori di fondi, «Però, ci sono ugualmente molti affari che le banche private nazionali, transnazionale e i diversi governi possono concludere per rendere l'investimento delle energie pulite più attraente, soprattutto attraverso prestiti innovativi, politiche progressiste e dei meccanismi di mercato ingegnosi».

In questo senso il Kenya potrebbe essere un esempio da seguire con la sua introduzione di una tariffa di ingresso che ha attirato l'interesse di un consorzio che punta alla realizzazione del più grande impianto eolico dell'Africa, 300MW nella regione del lago Turkana.

«Il Nairobi Framework's partners - ha spiegato John Kilani, direttore del segretariato del Sustainable development mechanisms programme dell'Unfccc - è stata creato perché l'Africa possa aumentare la sua partecipazione nel carbon market, che diventa un bene sempre più importante a livello mondiale. Voi siete obbligati a fare degli affari quando riunirete tutti i protagonisti principali del mercato: gli investitori, gli acquirenti ed i rivenditori. Questo Forum ha per obiettivo quello di aumentare I progetti di compensazione del carbonio in Africa. C'è un crescente numero di progetti in Africa e in un numero crescente di paesi che ospitano i progetti. C'è anche qualcosa in più: alcuni sviluppatori di progetti sono anche disposti a pagare un premio per compensare i crediti provenienti dall'Africa, senza dubbio perché sono fiducioso nelle prospettive di crescita a lungo termine del Cdm nel continente».

Secondo il presidente dell'International emissions trading association, Henry Derwent, «L'Africa Carbon Forum 2010 è stato un incontro di persone serie e professionali sui progetti africani di riduzione delle emissioni, e di persone che vogliono investire su di essi. L'avvio lento dell'Africa nel business Cdm sembra che per ora sia dovuto più al fatto di dover trovare il modo giusto per strutturare i progetti in settori che sono le specialità nazionali dell'Africa che per un'incompatibilità di fondo. Gli investitori, nel rispetto del mercato volontario, sono seriamente interessati a progetti africani di riduzione delle emissioni buona qualità, per riequilibrare il loro portafoglio e soddisfare le loro strategie sul climate change. L'Africa Carbon Forum li ha aiutati a promuovere simili progetti».

Uno dei nuovi sviluppi del Cdm è la possibilità di istituire i cosiddetti Cd activities programmes che consentono di raccogliere molte singole attività sotto un unico programma, per ridurre i costi di transazione ed aumentare l'efficienza nell'attuazione.

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