[05/03/2010] News

Bersani risponde all'Arcicaccia: «Sbagliato riaprire un conflitto sociale»

GROSSETO. Basta demagogia sulla caccia, è sbagliato riaprire un conflitto sociale. E' necessario invece coniugare l'attività venatoria conservativa e la tutela ambientale. Questa in sintesi la risposta che Pierluigi Bersani ha dato al presidente di  Arcicaccia, Osvaldo Veneziano, che aveva inviato una lettera a tutti i leader di partito, ravvisando la necessità di sottrarre le politiche venatorie dalla demagogia della propaganda elettorale e di promuovere invece una attività sostenibile, compatibile con gli indirizzi comunitari, le indicazioni scientifiche e la tutela del patrimonio naturale. 

«La buona politica dovrebbe sempre saper offrire soluzioni condivise ed equilibrate quando affronta temi che attengono alla coscienze e agli interessi diffusi di una società: anche sulle questioni che riguardano la caccia e la gestione faunistica ed ambientale del territorio» ha scritto il segretario del Pd a Veneziano.

Mentre è «emblematica» scrive Bersani «la scelta del centrodestra di riaprire tensioni sull'attività venatoria con proposte legislative demagogiche e strumentali che non trovano il necessario conforto della scienza e sono in contrasto con le normative europee».

Un approccio che non ha prodotto altro che la riapertura di un conflitto sociale tra e nel mondo venatorio, con le associazioni agricole e ambientaliste. Quando le leggi italiane in materia che il segretario del Pd definisce «le più avanzate» hanno consentito «la pacificazione sociale fra cacciatori, agricoltori ed ambientalisti».

Poiché «rifuggire dai fondamentalismi pro o contro è il carattere distintivo di un partito con responsabilità di governo - sottolinea Bersani - è per questo che lavoreremo, sia nelle regioni che a livello nazionale, dando battaglia dentro e fuori il Parlamento, per mantenere lo stretto rapporto fra caccia conservativa e tutela ambientale».

Un plauso dal leader del Pd va anche alle regioni dove appunto il suo partito governa, riconoscendo a queste realtà il fatto di aver «più di altre contribuito a tracciare la strada per una caccia in sintonia con la società».

Quindi l'impegno sarà «a proseguire in questo lavoro favorendo la partecipazione e la concertazione fra le forze interessate e solo dal confronto potranno scaturire anche quelle migliorie utili a promuovere l'ambiente, a ricostruire il patrimonio faunistico e a valorizzare il ruolo del cacciatore».

Tema prioritario in questo contesto, conclude Pierluigi Bersani, è poi «l'attenzione che dovrà essere riservata alla prevenzione dei danni all'agricoltura che il Pd pensa di affrontare con una proposta di legge specifica.

Nei nostri programmi diremo tutto questo con proposte e linguaggi che parlano a tutti i cittadini, lontano da logiche corporative ed i nostri candidati si sentiranno impegnati in questa direzione» rispondendo così anche all'altra sottolineatura della lettera del presidente di Arcicaccia che  invitava i partiti a non produrre forzature, operando un concreto intervento di «igiene ambientale e morale» nelle liste elettorali e non candidando chi persegue il «facile consenso istigando divisioni e polemiche fra caccia ed anticaccia».

Positivo il commento di Legambiente sulla posizione di Pierluigi Bersani

«Condividiamo anche l'iniziativa e la presa di posizione di Osvaldo Veneziano che dimostra ancora una volta come Arcicaccia si distingue dal resto del mondo venatorio e come non sia affetta dalle posizioni demagogiche assunte invece dalle altre associazioni venatorie. Una posizione coraggiosa quella di arcicaccia che ha rotto con il fronte compatto del mondo venatorio e ha sposato sempre più invece le istanze portate dalla nostra associazione ovvero della necessità di mantenere un confronto tra attività venatoria, tutela ambientale e società».

Bersani plaude alle regioni governate dal centrosinistra per il lavoro svolto, è d'accordo?

«Tra le regioni governate dal centrosinistra bisogna fare un distinguo, io parlerei delle regioni del centrosinistra del centro Italia, cioè Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Marche, dove al di là di qualche peggioramento introdotto per andare incontro alle richieste di alcune lobby di cacciatori, hanno avuto però il merito di applicare la 157. Mantenendo ad esempio gli Atc che rappresentano la linea di congiunzione tra attività venatoria e società».

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