[04/03/2010] News

Sierra Club: «No al salvataggio delle Big Oil»

LIVORNO. Con l'avvicinarsi del voto al Senato Usa, il Sierra Club ha lanciato una forte campagna mediatica per convincere la senatrice democratica dell'Arkansas Blanche Lincoln ad abbandonare il suo appoggio al  Big Oil bailout (il piano di salvataggio delle grandi imprese petrolifere) proposto dalla senatrice repubblicana dell'Alaska Lisa Murkowski e stilato con l'interessato aiuto dei lobbisti dei combustibili fossili.

Sierra Club ha messo in piedi 60 spot ("Blanche's Bailout"),  da diffondere via radio in due settimane  da Little Rock, la capitale dell'Arkansas, banner on-line, e telefonate ai cittadini dell'Arkansas che saranno anche invitati a partecipare ad un tele-town per discutere la posizione della senatrice Lincoln sul piano di salvataggio delle Big Oil e sulla necessità che invece sostenga l'energia pulita e l'indipendenza energetica dello Stato Usa.

«Bisogna che la senatrice Lincoln butti in discarica questo Big Oil bailout - spiega Benn Davenport, rappresentante di  Sierra Club Arkansas - I cittadini dell'Arkans si stanno chiedendo perché la senatrice Lincoln vuole votare per proteggere i profitti del più ricco settore industriale nella storia dell'umanità, mentre allo stesso tempo si rifiuta di votare a favore di una legge globale sul clima, che creerà localmente migliaia di posti di lavoro. Ci sono miliardi di dollari di investimenti privati che attendono che il Congresso approvi  la legge climate and Energy. E' arrivato il momento per lei di sostenere una legge che aiuta le aziende dell'energia pulita proprio qui, in Arkansas, invece delle Big Oil»

Il piano appoggiato dalla senatrice Lincoln sarebbe in contrasto con il Clean Air Act e a tutto favore dei profitti delle grandi imprese petrolifere e, soprattutto, sarebbe un ostacolo formidabile alle nuove norme per il risparmio di carburante che puntano a ridurre di 1,8 miliardi di barili il consumo di petrolio Usa ed a far risparmiare ai consumatori statunitensi circa 500 dollari l'anno in carburante. In un comunicato emesso la settimana scorsa, il dipartimento dei trasporti Usa avvertiva che se dovesse passare il piano di salvataggio delle "Big Oil" «Avrebbe effetti profondamente negativi per l'economia nazionale, nazionale  e gli obiettivi ambientali e di sicurezza energetica, e per l'industria automobilistica economicamente in difficoltà».
«Questo  Big Oil bailout potrebbe toccare un nuovo minimo, anche per Washington - dice sconsolato Carl Pope, il direttore di Sierra Club - Questo assalto al Clean Air Act, al fine di proteggere I profitti delle Big Oil è inconcepibile».

Il voto della democratica Lincoln è cruciale e Sierra Club ha appena concluso un altro ciclo di due settimane di spot radiofonici ("Choosing Sides") per chiederle di scegliere a Washington tra gli interessi particolari dei petrolieri e le esigenze dei suoi elettori. Lo staff del senatore Lincoln ha risposto citando proprio la necessità di difendere le lobby che la sostengono ed ribadendo i suoi sforzi per salvare le Big Oil dallo "sventramento" del Clean Air Act.

Davenport è sconcertato dall'impudenza dell'esponente democratica: «E' stato particolarmente deludente vedere la senatrice Lincoln giustificare il suo sostegno a questo piano di salvataggio delle Big Oil, evidenziando i gruppi di interesse che sostengono il suo piano a Washington: l'American Petroleum Institute, La Camera di Commercio Usa ed di altri gruppi anti-scienza che sono lieti di trarre profitto dalla svendita della sicurezza climatica. Ha ancora tempo per riconsiderare la cosa e ci auguriamo che butterà via questo progetto del quale beneficiano pochi gruppi di interesse particolari e che, invece, abbracci il climate and energy bill che aiuterà tutti i giorni i cittadini dell'Arkansa e le nostre imprese locali di energia pulita».

Lo spot di "Bailout Blanche" è molto secco è spiega la vicenda con poche frasi: «Per prime ci sono state le grandi banche di Wall Street. Poi le case automobilistiche di Detroit. Ora il Senato degli Stati Uniti vuole salvare le Big Oil. Questo è giusto: è un'industria che ha fatto miliardi di dollari l'anno scorso.  E anche se l'economia dell'Arkansas è messa male ed i prezzi della benzina sono in aumento, la nostra senatrice Blanche Lincoln è a favour di questo Big Oil bailout. La senatrice Lincoln è co-sponsor della legge che tutela  i profitti delle Big Oil dagli ostacoli posti dalle nuove regole per il risparmio di carburante, che ridurranno l'utilizzo di petrolio in America di quasi 2 miliardi di barili e faranno risparmiare ai consumatori circa 500 dollari l'anno alla pompa di benzina. "E se questo non bastasse, i maggiori quotidiani riportano che il piano che sostiene la Lincoln è stato realizzata dai lobbisti delle Big Oil e di altri interessi particolari. Il Senato non ha saputo fare nulla per l'indipendenza energetica e ora la senatrice Lincoln vuole fare ancora meno. Chiama la senatrice Lincoln al 501.375.2993 e chiedile di opporsi al piano di salvataggio delle Big Oil e di cominciare a rendere l'energia americana più indipendente. Pagato da Sierra Club Arkansas».

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