[29/07/2009] News toscana

L'ecomostro di Stato di Villaggio Paese (Elba) è troppo caro anche per gli speculatori

PORTOFERRAIO (Livorno). «Eravamo stati facili profeti: l'asta per l'ecomostro del Villaggio Paese di Vigneria è nuovamente fallita. Non è bastato scendere dagli iniziali 11 milioni di euro della prima asta agli 8,8 della seconda, nessuno vuole accollarsi a caro prezzo un progetto che dovrà superare le forche caudine delle valutazioni ambientali e che insiste su un promontorio in dissesto idrogeologico. Quello che il sindaco di centro-destra Bosi (e prima di lui il centro-sinistra) assicurava sarebbe stato un grande affare si sta rivelando, asta dopo asta, una vendita al peggior offerente di un pezzo di territorio elbano: nessuno partecipa alle aste per il cosiddetto Villaggio Paese dei 47.500 metri cubi di cemento, per circa mille posti letto: la gigantesca speculazione edilizia messa in vendita dal Demanio dello Stato è chiaramente un oggetto turistico superato anche per chi è specializzato in speculazioni edilizie».

Sono le parole con cui il dossier nazionale di Legambiente "Mare Mostrum" descriveva il progetto del Villaggio Paese pochi giorni prima del nuovo fallimento dell'asta.

Nel dicembre 2007 l'Agenzia del demanio bandì un'asta da 11.100.000 di euro per costruire oltre 47mila metri cubi di cemento a Vigneria, una località del Comune di Rio Marina, all'Isola d'Elba, l'embrione di ecomostro concepito dall'amministrazione comunale sulle ceneri delle vecchie miniere di pirite. L'asta andò deserta e il suo fallimento, secondo Legambiente Arcipelago Toscano, dimostra che l'affare del "Villaggio Paese" non è così invitante come pensavano in molti. Non lo è perché ripropone un modello di turismo chiuso, autosufficiente e separato da un paese di circa 2mila abitanti, Rio Marina, dove proprio in questi giorni ha chiuso anche l'ultimo albergo.

Un progetto tanto invadente e inutilmente faraonico quanto costoso, sia per l'edificazione, che dovrà essere sottoposta ancora a molte variabili e valutazioni ambientali e perché sarà necessaria anche un'altrettanto costosa opera di bonifica di un'area mineraria che la Regione toscana include tra quelle più a rischio. Ma il pericolo non è scongiurato: il primo maggio 2009 però il Demanio è tornato alla carica con un bello sconto: Il prezzo a base d'asta è ora di 8 milioni 880 mila euro. Le offerte potranno essere inviate entro il 7 luglio 2009 mentre per il giorno successivo, l'8 luglio, é prevista l'apertura delle offerte. L'aggiudicazione avverrà secondo il criterio del maggior rialzo.

C'è anche un precedente: un'altra asta per il "Villaggio Paese" fu bandita quasi segretamente dal Demanio nell'aprile 2006, per poi essere ritirata in seguito alle proteste di Legambiente ed alle rivelazioni di alcuni giornali, lo stesso Demanio assicurò che avrebbe ridotto alla metà le cubature previste e i posti letto che dovrebbero essere costruiti in un'area ex mineraria ritagliata accanto al Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano.

Anche il sindaco di Rio Marina, Francesco Bosi, deputato Udc ed ex sottosegretario del Governo Berlusconi, assicurò un taglio del mega-progetto. Ma dopo pochi mesi il Demanio ripropose per intero il progetto di massima originale e la nuova colata di cemento sulle coste elbane. Legambiente lo ha definito "cemento di Stato".

Qualche perplessità emerge autorevolmente anche in esponenti del centro-destra: l'onorevole Tommaso Foti (Pdl) nel 2007 ha presentato una interrogazione al ministro dell'economia e delle finanze per sapere «quali furono i motivi allora addotti per la sospensione della procedura di vendita e quali siano le ragioni per le quali la stessa oggi viene effettuata».

Di cosa si tratta lo spiega la stessa Agenzia del Demanio: «Il complesso si compone di terreni, strade, fabbricati civili e industriali per una superficie fondiaria di circa 6 ettari. Vigneria è ubicata ai margini dell'abitato di Rio Marina tra il litorale marino e la strada provinciale di collegamento con la frazione di Cavo. Il sito di Vigneria era originariamente destinato al trattamento e all'imbarco dei minerali ferriferi. Sia i fabbricati industriali che gli impianti e i macchinari versano oggi in cattivo stato di conservazione, essendo stati abbandonati dopo la cessazione dell'attività mineraria, per cui si può ritenere che la consistenza attuale sia costituita unicamente dai terreni e dai fabbricati civili. La destinazione d'uso attribuita alla zona è di tipo turistico-ricettiva».

Siamo di fronte a una cubatura complessiva, per dare un'idea, pari a quella di un palazzo alto 4 piani, largo 15 metri e lungo circa 200: un nuovo insediamento turistico già ribattezzato "villaggio paese", che si configura come l'ennesima gigantesca speculazione edilizia. Un progetto che si basa su una concezione di sviluppo turistico vecchia, del mega villaggio vacanze autosufficiente, contestata da Legambiente, ma anche dagli albergatori elbani che rilevano come sarebbe più utile immaginare una forma di accoglienza diffusa, visto che ci sono oltre 1.600 seconde case.

Ma il sindaco di Rio Marina sostiene con forza l'idea la formula del complesso turistico, un'idea nata nel 1997 quando venne approvata da una giunta di centrosinistra la variante al Piano regolatore per rendere edificabile l'area. E' evidente che fallite le due aste iniziali ora siamo alla vendita al ribasso: una prospettiva nefasta, perché oltre alla nuova valanga di cemento, si aggiungerebbe la svendita sottocosto di una proprietà pubblica.

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