[01/03/2010] News

Gli Stati Ue chiamati a ratificare il protocollo sulla gestione integrata delle zone costiere

FIRENZE. Le zone costiere mediterranee sono sottoposte oggi a pressioni ambientali di assoluto rilievo, con probabile incremento in prospettiva: intensa urbanizzazione con perdita graduale di zone naturali e di biodiversità, erosione, inondazioni, pressione demografica urbana nei litorali, crescita dei flussi turistici, aumento dei trasporti e incremento dell'edificazione che entro il 2025 potrebbe interessare quasi il 50% dei litorali, rispetto al 40% nel 2000.

Il tutto aggravato dai possibili effetti sull'area Mediterranea dei cambiamenti climatici. In questo quadro, ormai è dal lontano 1976 che l'Europa cerca di mettere sotto tutela le sue coste attraverso la Convenzione sulla protezione dell'ambiente marino e del litorale del Mediterraneo (la Convenzione firmata a Barcellona nel 1976, modificata nel 1995 ed entrata in vigore il 9 luglio 2004) e a breve sarà varato il trattato "figlio".

Infatti il Consiglio europeo ha predisposto una bozza di decisione propedeutica all'adozione del protocollo sulla gestione integrata delle zone costiere, trattato quadro creato per contribuire a garantire lo sviluppo sostenibile delle zone costiere del Mediterraneo.

«Questi problemi devono essere affrontati con un approccio più concertato e integrato- spiegano dall'Ue- così come vuole la Convenzione di Barcellona che impone alle parti contraenti di promuovere la gestione integrata del litorale, tenendo conto della tutela delle aree di interesse ecologico e paesaggistico e dell'uso razionale delle risorse naturali».

I negoziati per l'adozione del protocollo sono iniziati nel 2006 e hanno portato alla sua adozione il 21 gennaio 2008 a Madrid in occasione della Conferenza dei plenipotenziari. Tutti gli Stati membri dell'Ue che sono parti contraenti della Convenzione di Barcellona lo hanno già sottoscritto (escluso Cipro) e ora le parti contraenti sono invitate a ratificare il protocollo affinché possa entrare in vigore prima possibile. Si tratta di un accordo quadro, quindi nello specifico le misure per la salvaguardia e per la conservazione dell'integrità degli ecosistemi, dei paesaggi e della geomorfologia del litorale e l'eventuale istituzione di zone soggette divieto edilizio dovranno essere decise dagli Stati membri, purtroppo come spesso avviene con una certa libertà di interpretazione.

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