[01/03/2010] News toscana

La Firenze delle contraddizioni: sostenibilità urbanistica, insostenibilità automobilistica

FIRENZE. Supponiamo che un automobilista giunga a Firenze per la prima volta dopo qualche mese, e supponiamo che cerchi un parcheggio: in gran parte della città, l'automobilista troverà la consueta segnaletica orizzontale (le strisce bianche e quelle blu) e la consueta segnaletica verticale che indicano l'obbligo di pagamento della sosta, dalle 8 alle 20, per cifre che vanno da un euro ad un euro e mezzo l'ora.

Se l'automobilista vorrà adempiere ai suoi doveri di cittadino, e/o non vorrà entrare in contravvenzione, pagherà il parcheggio ed esporrà il relativo contrassegno.

Non potendo sapere però che alla perdurante presenza in città della segnaletica per il controllo-sosta non corrisponde la presenza di reali controlli. Ciò è dovuto al fatto che una delle prime decisioni della giunta Renzi è stata quella relativa alla degradazione dei cosiddetti "vigilini", cioè degli ausiliari del controllo sosta, a semplici "assistenti alla vivibilità urbana". Di punto in bianco, quindi, i controlli sulla sosta si sono ridotti quasi a zero, poiché la polizia municipale non si assume, se non in casi eccezionali, l'onere di intervenire sul controllo della sosta a pagamento, per motivi legati alla carenza di organico.

La misura è stata accompagnata da intenzioni non ben definite: si è ripetutamente sostenuto, da parte dell'amministrazione, che «non è giusto fare cassa con le multe», ma questa affermazione ha perso poi di senso quando sono diventati evidenti i significativi deficit economici che hanno colpito il bilancio comunale in seguito all'arresto del flusso di risorse derivante dalle contravvenzioni. Anche se la situazione è ancora in divenire, sta diventando sempre più evidente che per "non fare cassa con le multe" si dovrà "fare cassa con l'aumento di alcune imposte comunali" - esempio la Cosap - oppure, peggio ancora, si dovrà "fare cassa con la vendita di parte del patrimonio immobiliare". E allora, viene da pensare, forse era mille volte meglio fare cassa con le multe, se davvero di "fare cassa" (e non di penalizzare, come avviene nelle principali città europee, l'uso del mezzo privato anche attraverso la leva finanziaria) si tratta.

Insomma, invece di orientare la società in direzione della sostenibilità e della legalità (chiarendo alla cittadinanza l'importanza di adottare misure penalizzanti all'uso del mezzo privato e la necessità di punire i comportamenti scorretti) si è preferito, riguardo alla questione-contravvenzioni e al più generale ambito rappresentato dalla sosta a pagamento, di andare incontro al populismo da bar.

Al di là delle molte considerazioni moraleggianti che si potrebbero fare, va riportato che, come ha sostenuto l'assessore alla mobilità Mattei, ancora non vedrà la luce a breve il previsto piano della sosta. Secondo Mattei, è prevista la reintroduzione della "sosta a rotazione" (cioè in parole povere del parcheggio a pagamento) nelle sole zone adiacenti ai cosiddetti "centri commerciali naturali", come via Gioberti, piazza san Jacopino o la zona del Galluzzo. Non sono state citate, invece, le cifre relative al numero di parcheggi che saranno sottoposti a pedaggio nel resto della città, e comunque è stato escluso il ritorno dei vigilini: in questo senso Mattei ha sostenuto di star pensando a «dei controllori che siano di aiuto, e non contro, i cittadini».

Lasciando perdere ogni ulteriore considerazione sul fatto che non si capisce come chi fa le multe debba essere considerato "contro" i cittadini, e non sia invece da considerarsi garante della convivenza civile, ciò che conta sollevare è l'auspicio che, nel futuro piano sosta, non sia gettato alle ortiche il sistema disincentivante per l'uso dell'auto messo in atto dalla precedente amministrazione, sistema che si basava proprio sul pagamento della sosta in gran parte della città.

Inoltre, desta forti perplessità la volontà, ribadita ieri da Mattei ma già ben nota, di diminuire il numero sia dei settori della Ztl (dagli attuali 5 a 2) sia dei settori della Zcs esterna, quella dove è attualmente previsto il pagamento della sosta. Entrambe misure che sono esplicitamente finalizzate, come sostenuto dall'assessore, a «facilitare il parcheggio e ridurre gli snervanti "giri" quotidiani dei residenti»: esattamente ciò che non andrebbe fatto per convincere la cittadinanza a lasciare a casa l'auto, perché così si facilitano gli spostamenti tra zone distanti tra loro, cioè si agevola il cosiddetto "nomadismo automobilistico" come ricordato oggi anche dal presidente di Legambiente Toscana Baronti (vedi link in fondo all'articolo).

Ad una positiva impostazione perseguita (almeno, finora, a livello di annunci) per la politica urbanistica, cioè alla volontà di agire in direzione degli "zero volumi aggiuntivi" nel piano strutturale di futura approvazione, si accompagna quindi un'impostazione pressoché opposta riguardo alle politiche da attuarsi nel comparto mobilità: ed è, questa, una contraddizione che appare lacerante riguardo alla volontà di perseguire la sostenibilità nelle sue varie sfaccettature più volte espressa (e a chiare lettere) dall'attuale amministrazione comunale.

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