[01/03/2010] News

Un giorno senza di noi: lo sciopero "verde" degli immigrati ripulisce la cittą degli italiani di tutti i colori

ROMA. Oggi è "Un giorno senza di noi", il giorno dello sciopero degli immigrati, ma per Simone Andreotti, del direttivo nazionale di Legambiente, «Un giorno senza di loro è impensabile, anacronistico, grottesco», per questo l'associazione ambientalista ha trasformato lo sciopero degli stranieri, in una giornata di lavoro "verde". Insieme ai volontari di Legambiente e ai rifugiati politici riuniti a Roma e nelle altre città a più alto impatto migratorio, partecipano anche moltissime scolaresche impegnate, dal Nord al Sud, in dibattiti e incontri dedicati ai temi della migrazione, perché proprio la scuola deve essere il primo esempio di integrazione, accoglienza e costruzione reale della comunità.

I circoli di Legambiente e le comunità di migranti si rimboccano le maniche per ripulire e togliere la spazzatura abbandonata nelle aree verdi, dalle padane Milano a Verona (dove le tensioni ed episodi di razzismo non mancano) alla Napoli tollerante ed anti-rom insieme, alla civile Trento che difende la sua autonomia e il suo benessere.

L'appuntamento centrale è quello di Roma dove i volontari di Legambiente, insieme a centinaia di rifugiati politici dell'Afghanistan, dell'Eritrea, del Kurdistan, del Togo e della Costa d'Avorio si ripuliscono il Parco di Colle Oppio dai rifiuti e dal degrado. Legambiente Lazio ha anche organizzato incontri tra le classi delle scuole superiori romane e gruppi di immigrati, l'allestimento di una sala da the afgana e di un caffè eritreo in piazza, tutti momenti di festa e amicizia multietnica.

Le iniziative si stanno svolgendo in contemporanea, partecipano anche i senatori Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, e Maurizio Gubbiotti della segreteria nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, Lorenzo Parlati, presidente Legambiente Lazio e Sergio Gaudio, in rappresentanza del Comitato romano di "Un giorno senza di noi", «per ribadire che i migranti sono parte dell'Italia, non solo per i lavori che svolgono, ma perché rappresentano un pezzo sano della nostra società, contribuendo ogni giorno allo sviluppo del nostro Paese».

Maurizio Gubbiotti, coordinatore della segreteria nazionale di Legambiente, spiega che «I fatti di Rosarno, gli scandali sulla gestione dei centri di accoglienza, la cultura razzista che si sta diffondendo ci indignano e ci spingono ad impegnarci per una nuova cultura dell'accoglienza e della condivisione che superi i limiti delle politiche sull'immigrazione adottate negli ultimi anni e che tenga conto del fatto che il numero dei migranti continuerà ad aumentare. Ogni anno, a causa dei cambiamenti climatici infatti, oltre 6 milioni di persone diventano profughi ambientali. E' necessario mettere in campo una politica sull'immigrazione che punti sulla reale integrazione, sui servizi di qualità per fornire strumenti efficaci ai rifugiati e più in generale ai migranti, per garantire la pratica dei propri diritti e dei doveri in modo da garantire a tutti una vita dignitosa, al riparo dai rischi di coinvolgimento da parte della criminalità organizzata».

Il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, prima di essere ricoverato proprio oggi d'urgenza in un ospedale del litorale romano a causa dei 33 giorni di sciopero della fame contro la censura sui temi ambientali da parte dei programmi televisivi e contro la violazione del pluralismo politico, aveva aderito con tutto il suo partito con convinzione alla manifestazione 'Primo Marzo 2010 Sciopero degli Stranieri': «Quella del prossimo primo marzo - ha detto Bonelli - una battaglia di civiltà contro il razzismo che sosteniamo con forza e convinzione. Bisogna assolutamente fermare il clima di intolleranza crescente che sta contaminando il tessuto sociale dell'Italia e che, a causa di certa propaganda politica, troppo spesso diventa vera e propria xenofobia».

Per Nichi Vendola, portavoce nazionale di Sinistra Ecologia Liberta «Contribuire al successo delle mobilitazioni e delle iniziative dei migranti, allo sciopero dei lavoratori immigrati e quanto altro potrà essere messo in opera, non é solo un doveroso atto di solidarietà. E' anche ricostruire un'idea del mondo, ridare un'anima alla politica nel nostro Paese, macchiato da troppe leggi parafasciste sul tema dell'immigrazione. Un primo marzo di lotta e di impegno di chi lavora nel nostro Paese, contribuendo al nostro benessere, sostenendo i nostri cari anziani o malati, ma che poi è costretto a vivere negli anfratti di un'arida concessione nostrana di permessi, o nella misera clandestinità. Un primo marzo di chi ha il diritto ai diritti e all'integrazione, e che invece troppo spesso trova solo le mille forme indecenti dell'ostilità, del rifiuto, della violenza razzista. La mobilitazione interessa anche noi e ci dice che vivere in un Italia che perde per strada i suoi connotati di civiltà non fa bene alla democrazia».

Rifondazione Comunista annuncia:«Saremo nelle diverse piazze e nei diversi territori rispettando appieno l'autonomia dei soggetti promotori e al tempo stesso come parte di un percorso che vede nella giornata del primo marzo una tappa importantissima, tanto più per l'esser parte di una dimensione internazionale. Il Primo marzo sarà uno spazio pubblico agito da molteplici iniziative, accomunate dalla necessità di dare visibilità e nuova efficacia ad una questione che non riguarda solo i migranti ma i diritti e lo stato della democrazia di tutto il Paese. Sarà una giornata dai contenuti politici nettissimi, ma che intende parlare a quella gran parte della popolazione italiana con cui è necessario aprire una interlocuzione, per interrompere il precipitare in una condizione di razzismo diffuso. Già dal giorno successivo dovremmo avere la capacità di rafforzare le nuove relazioni che stanno nascendo con chi nella società aspira a realizzare una convivenza basata sul meticciato e sulla parità nell'accesso ai diritti sociali, civili e politici».

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