[01/03/2010] News

Ecodomeniche e ditorni, Euromobility: «C'č bisogno di un radicale mutamento dei costumi e di un forte impegno anche del governo»

LIVORNO. Una mobilità davvero sostenibile nel nostro Paese è ancora un miraggio. Non che manchino buone pratiche e qualche dato incoraggiante, ma la disamina di Arcangelo Merella presidente di Euromobility durante la decina edizione della conferenza nazionale svolta a Bologna sul mobility management, non lascia molto spazio alle interpretazioni: «Speriamo che anche il governo italiano giochi la sua parte. In questi giorni è tornato d'attualità, come peraltro era prevedibile, il tema dell'inquinamento da traffico. La risposta delle città denuncia l'assenza di effettive politiche durevoli ed efficaci che evitino ad ogni inverno l'isteria collettiva e il panico che l'innalzamento dei livelli di inquinamento dell'aria provoca tra i cittadini e i sindaci. C'è bisogno di un radicale mutamento dei costumi, delle abitudini e di un forte impegno, anche finanziario, per affrontare più seriamente il tema della mobilità nelle aree urbane».

Come dicevamo numeri significativi e positivi non mancherebbero: gli utenti del bike sharing sono aumentati in un anno del 206,5% con un vero e proprio boom a Milano che conta 12.346 utenti (quadruplicati rispetto all'anno precedente); il car sharing è aumento nel numero degli utenti del 15,14% nel 2009; a tutto gas con Gpl e Metano Ravenna, Bologna e Ferrara con una media superiore al 12% rispetto a quella nazionale.

«Ma queste novità - spiega Euromobility - non riescono ancora ad incidere sul modello italiano di mobilità e ancor meno sulla qualità dell'aria delle nostre città. Il tasso di motorizzazione resta infatti per l'Italia il più alto d'Europa (61,3 auto per 100 abitanti contro la media europea di 46)».

Lorenzo Bertuccio, direttore di Euromobility ha poi dichiarato che : «Gli sforzi sono concentrati come sempre sul cambiamento culturale, ma occorre puntare con decisione anche sull'innovazione. Purtroppo l'uso del trasporto pubblico e della bicicletta ancora non decolla e, soprattutto, poco o niente si sta facendo per ridurre, ove possibile, la domanda di trasporto. Sul fronte mobility management si contano sul territorio nazionale 67 uffici d'area e circa 850 mobility manager aziendali ma anche qui le potenzialità sono enormi».

«I buoni esempi ci sono, e anche i risultati - dice Raimondo Orsini, direttore della Fondazione sviluppo sostenibile - la Deutsche Bahn (ferrovie tedesche), ad esempio, ha introdotto l'ecoguida per i suoi 4000 macchinisti con un risparmio energetico del 10% ed economico di 300 miliardi di euro sulla bolletta elettrica. L'incentivo per i dipendenti è un bonus in busta paga proporzionato al risparmio ottenuto dall'azienda».

Il punto, però, è che a dieci anni dall'introduzione in Italia del mobility management, il confronto tra l'Italia e altre realtà europee è ancora deficitario. Per questo Euromobility si appresta ad iniziare un nuovo decennio con l'impegno di «contribuire a costruire le condizioni perché ad ogni livello si faccia strada la consapevolezza che un tema così rilevante non può essere lasciato nelle sole mani dei sindaci, ma che deve invece essere assunto con priorità dal governo, dal Parlamento, dalle regioni, dall'industria e dalle parti sociali. Anche alcuni aspetti della crisi industriale possono trovare soluzione e possibilità di positivo sviluppo se il tema della sostenibilità ambientale, non come mera scelta ideologica ma come modello di sviluppo, viene assunto come fondamentale nelle politiche industriali e istituzionali del Paese».

Il flop della domenica ecologica, organizzata male e svoltasi in modo ancor peggiore, è la dimostrazione proprio della mancanza di un obiettivo condiviso (quello appunto di una mobilità più sostenibile), situazione che ha mandato in fumo (è il caso di dirlo) anche la funzione pedagogica della domenica ecologica...

Nel corso della giornata è stato assegnato il Premio "Pensieri & Pedali", riconoscimento attribuito ogni anno a personaggi della cultura e dello spettacolo che hanno dedicato particolare attenzione alla bicicletta. Per il 2010, il premio è andato a Bruno Pizzul: «Come apprezzamento personale dopo le gambe viene la bicicletta, il mezzo più civile e più comodo che ci sia e che negli auspici dovrebbe diventare qualcosa che accompagna sempre l'uomo negli spostamenti cittadini».

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