[01/03/2010] News

Greenpeace e il rapporto Isaaa: «Il miracolo Ogm è finito in un ruzzolone»

LIVORNO. Greenpeace International fa le pulci al "Global Status of Commercialized Biotech/GM Crops: 2009" presentato dell'International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications (Isaaa), e sottolinea che «L'obiettivo ed il credo di questa organizzazione è di fare la promozione degli Ogm, di vantare la capacità che avrebbero queste tecnologie di risolvere il problema della fame nel mondo e di ridurre la povertà . Ma malgrado il tono eccessivamente positivo di questo rapporto, è chiaro che gli Ogm sono un fallimento sia nei campi che sui mercati internazionali delle sementi».

Gli ambientalisti evidenziano che in Europa le coltivazioni Ogm in campo aperto sono calate del 15% tra il 2008 e il 2009. «Questo calo è molto forte in Romania, nella Repubblica Ceca o in Slovacchia (in media dal 22 al 55% di calo di terre seminate ad Ogm) - spiega Greenpeace - Nello stesso tempo, la Germania e il Lussemburgo hanno adottato nel 2009 una clausola di salvaguardia che vieta la coltivazione in campo aperto di mais Ogm, raggiungendo così la Francia, la Grecia, l'Austria e l'Ungheria, che avevano già preso tale iniziativa. In totale, le superfici dedicate alla coltivazione del MON 810, il mais geneticamente modificato del gruppo americano Monsanto, il solo Ogm autorizzato nell'Unione europea, sono calate dell'11%, passando da 106.737 ettari nel 2008 a 94.749 ha nel 2009. Globalmente, questo calo è dovuto al rifiuto di massa degli Ogm da parte degli europei, ostili soprattutto alla loro coltivazione in campo aperto con i rischi di disseminazione egli effetti collaterali che sono associati. Il prezzo elevato delle sementi è ugualmente una causa in questo « ruzzolone » degli Ogm in Europa».

Mentre l'Isaaa magnifica l'esempio cinese, Greenpeace è molto preoccupata per quel che sta combinando con gli Ogm il regime di Pechino :  «In Cina è la coltivazione intensiva di un cotone Ogm, il cotone Bt, che contraddice tutti gli apostoli del miracolo Ogm. Il cotone  Bt (che produce una tossina insetticida sintetizzata da un gene di un batterio, il Bacillus Thuringiensis, utilizzato come pesticida) è coltivato n massicciamente. E si è potuto constatare dopo diversi anni la recrudescenza di malattie secondarie come un virus delle foglie su queste coltivazioni, che obbligano i coltivatori ad utilizzare altri pesticidi. Questo comporta un sovra-costo di produzione (essendo le sementi già più onerose) per i coltivatori del cotone Bt in rapporto ai coltivatori convenzionali».

Greenpreace smentisce l'ottimismo del rapporto  anche per quanti riguarda l'India : «Malgrado quanto dice l'Isaaa, i coltivatori di cotone Ogm incontrano delle difficoltà crescenti con un declino marcato della produttività da almeno 3 anni, una recruidescenza dei insetti finora sconosciuti, l'aumento dell'utilizzzo dei pesticidi (aumentati del 25% tra il 2006 e il 2008)».

Ma secondo Greenpeace è tutto il trionfalismo sulla nuova ondata mondiale degli Ogm ad avere basi poco solide : «Il rapporto dell'Isaaa mette in primo piano il fatto che 14 milioni di agricoltori  coltivano degli Ogm su una superficie totale di 134 milioni di ettari. Questo significa in realtà l'1,1% del totale degli agricoltori del pianeta, rappresentando il 2,7% delle terre coltivate. il 95% di queste colture sono situate unicamente in 6 Paesi (Usa, Brasile, Argentina, Canada, Paraguay, Sudafrica). Quesi Ogm, censiti come nutrimento del pianeta e per ridurre la povertà, sono per ora quasi esclusivamente cultivati per l'alimentazione animale e le filiere della carne, la produzione di agro-carburanti, o l'industria tessile per quanto riguarda il cotone».

Visto con gli occhi di Greenpeace il sogno biotecnologico si trasforma in un deludente risveglio: «14 anni dopo il loro lancio, gli Ogm non sembrano aver compiuto il  miracolo atteso, non garantendo affatto l'assenza di rischi per la salute umana, ed ancor meno l'ambiente».

Intanto, anche se i cittadini e gli agricoltori dell'Ue non sembrano proprio amare gli Ogm, alcuni politici sembrano ancora sensibili alle sirene delle multinazionali delle biotecnologie. Il Comitato scientifico antivivisezionista Equivita informa che proprio per questo diversi scienziati europei hanno presentato una formale protesta al Presidente del Parlamento Europeo Jerzy Buzek e al Presidente del Consiglio dell'Ue Herman Van Rompuy «per denunciare un sorprendente quanto irregolare comportamento della Commissione UE che appare, molto chiaramente, finalizzato ad accelerare il processo di approvazione degli Ogm in Europa» 

La protesta nasce dalla pubblicazione sul sito dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), della bozza del nuovo Regolamento applicativo della normativa Ue per l'approvazione degli Ogm, che secondo Equivita è stata «presentata dalla Commissione in grande segretezza per un parere al Wto, mentre il Parlamento Europeo e tutte le autorità competenti per gli Ogm ne sono completamente all'oscuro. Il programma annunciato è quello di trasformarlo in norma a maggio e renderlo applicativo entro giugno! Facile capire il fine politico di tale mossa, che vuole accontentare l'Amministrazione Usa e il Wto, in seguito alla famosa azione degli Stati "pro-biotech" contro la Ue, per le restrizioni che questa metteva all'importazione degli Ogm».

La bozza avrebbe però già avuto la supervisione dell'Autorità europea per la valutazione della sicurezza alimentare (Efsa), che gli anti-Ogm hanno più volte criticato per il suo atteggiamento favorevole alle biotecnologie, una critica condivisa anche dal Consiglio dei Ministri Ue del dicembre 2009. L'Efsa si era impegnata  ad un regime autorizzativo più rigido per gli Ogm, invece Equivita fa rilevare che anche una rapida lettura del documento «Dimostra l'esatto contrario: il nuovo regolamento apre ad un'approvazione molto più facile alle colture transgeniche e ne riduce le restrizioni, conferendo all'Efsa poteri di deroga  tanto estesi da rendere l'intera normativa, secondo i promotori, una "cosa risibile". Sembra dunque che una volta ancora i cittadini europei siano stati privati di ogni diritto ad esprimere un parere, pur essendo la stragrande maggioranza di essi contrari agli Ogm. Ciò senza alcun rispetto  della  convenzione di Aarhus, che sancisce tale diritto, e senza alcuna considerazione per la priorità che la salute deve avere su ogni altro tema commerciale».

Gli scienziati europei chiedono  al Parlamento europeo ed al Consiglio dei Ministri  di intervenire subito per bloccare il nuovo regolamento, per fermare la Commissione Ue «Non solo perché agendo in questo modo essa sconfina dalle sue competenze (che sono solo esecutive e di proposte al Parlamento), ma anche e soprattutto perché, nel modificare profondamente e "in sordina" le attuali regole di approvazione degli Ogm, essa va contro i principi basilari di democrazia: 1)    Si ostina a non voler riconoscere i numerosi recenti dati scientifici e statistici sui danni da Ogm, che riguardano sia la salute che l'ambiente. (vedi studi di Charles Benbrook e molti altri). 2)    Aiuta la privatizzazione delle risorse genetiche alimentari, bene comune di tutti, mettendole nelle mani di alcune poche aziende che detengono i brevetti biotech . Creando, in tal modo, perdita di Biodiversità e di Sovranità alimentare, entrambe indispensabili per sconfiggere la fame nel mondo e garantire la sopravvivenza futura di ogni nazione».

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