[29/07/2009] News

Piano casa: per il Wwf, che sollecita l'intervento dello Stato, regioni pił realiste del "re"

ROMA. Pare che la proposta del "piano Casa", avanzata qualche mese fa dal presidente del Consiglio Berlusconi, abbia un altro demerito: quello di aver destato l'attenzione delle regioni sul tema. Dopo aver bloccato la proposta governativa, ora le regioni si sono dimostrate più "realiste del re". Questa è almeno la tesi del Wwf Italia che rileva come le Regioni abbiano normato, o stiano normando, propri piani casa che consentono aumenti di cubature.

L'associazione ambientalista lancia quindi l'allarme «poiché la sommatoria di tutti questi piani rischia di essere peggiore di quella (improponibile) inizialmente ipotizzata dal Governo: infatti molte Regioni non si sono limitata alle case, ma hanno consentito interventi anche sulle strutture edilizie artigianali ed industriali. E' il caso del Piemonte e della Lombardia, dove il premio di cubatura viene consentito anche ai capannoni».

Le situazioni più critiche per il Wwf si registrano in Sardegna e in Campania. Nell'isola il cosiddetto piano casa si inserisce in una proposta complessiva di revisione del Piano paesaggistico regionale che impediva di edificare entro i 2.000 metri dal mare. La legge è molto articolata, ma con poche eccezioni (centri storici e case sparse entro i 300 mt dal mare) consente un aumento del 20% dell'esistente che, nel caso si strutture uni o bi familiari può essere realizzato non solo sopraelevando, ma anche costruendo corpi separati. Gli edifici entro i 300 metri dal mare possono avere un aumento solo del 10%.

Un aspetto che preoccupa in modo particolare l'associazione ambientalista è la semplificazione delle procedure. La maggior parte degli interventi potrà essere fatta con autocertificazione, con una semplice Dia (Dichiarazione inizio attività) , ma molte sono le opere che necessitano solo di una comunicazione senza rilascio di alcun permesso: movimenti di terra per attività agricole e zootecniche, serre stagionali senza muratura, pavimentazione degli spazi esterni anche per aree sosta. Tornando alla terra ferma, in Regione Campania si prospetta una situazione ancora peggiore, una vera deregulation urbanistica per il Wwf.

Il disegno di legge infatti (non ancora sottoposto al voto in consiglio) superando i contenuti dell'accordo Stato-Regioni, introduce una vera e propria liberalizzazione a tempo indeterminato delle destinazioni d'uso, consentendo tout court la trasformazione in abitazioni delle strutture produttive anche se funzionanti. «Questo costituisce pertanto un allettante invito alla cessazione anticipata delle poche manifatture ancora attive, alla faccia del rilancio economico»- osservano dall'associazione del panda.

Intanto il valore delle aree industriali dismesse è triplicato in pochi giorni e i comuni sono spettatori impotenti. Inoltre il piano casa campano- se passasse senza modifiche- secondo il Wwf andrebbe a premiare chi ha compiuto abusi. Gli abusivi che hanno condonato quanto costruito, ampliano considerando anche le superfici abusive; e quelli che non hanno condonato ancora finiscono per avere una doppia premialità: corsia preferenziale per il condono e superficie condonata considerata ai fini dell'ampliamento. Il tutto anche nella zona rossa del Vesuvio e nelle aree tutelate dai piani paesaggistici.

«L'effetto domino che si sta verificando sta portando le regioni ben oltre il concetto di "piano casa" e a breve assisteremo ad un significativo aumento non solo delle costruzioni, ma anche della densità abitativa di alcune zone delle nostre città senza che in via preventiva ci si sia preoccupati di adeguare standard urbanistici quali verde pubblico e servizi e senza che si sia provveduto ad un potenziamento mirato dei servizi di trasporto pubblico- ha sottolineato Gaetano Benedetto, co-direttore del Wwf Italia- Il tutto sta avvenendo senza coordinamento alcuno da parte dello Stato che sembra, aver rinunciato ancora una volta al proprio ruolo di coordinamento e di indirizzo. Vale la pena ricordare che il ‘governo del territorio' e con esso l'urbanistica non è materia esclusiva delle Regioni, ma "concorrente". La competenza dunque non esclude lo Stato che, se c'è, farebbe bene a battere un colpo» ha concluso Benedetto.

 

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