[26/02/2010] News

Ricerche di petrolio, il Tar di Lecce sospende i lavori

GROSSETO. Il Tar di Lecce ha sospeso gli effetti delle autorizzazioni ambientali rilasciate dal ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e dal ministero per i Beni e le attività culturali per l'esecuzione dei sondaggi petroliferi previsti al largo delle coste pugliesi. L'autorizzazione era stata data con un decreto il 15 ottobre scorso con cui si rilasciava istanza di permesso esplorativo alla società inglese Northern Petroleum ltd di fronte le coste pugliesi.

Con queste autorizzazioni la società inglese poteva procedere all'esecuzione di rilievi di vario tipo per tentare di individuare la presenza di idrocarburi liquidi e  gassosi, in un area a 25Km ad est di Monopoli. E nel caso che la Northern Petroleum ltd il giacimento dovesse trovarlo avrebbe potuto chiedere di trasformare il permesso di ricerca in concessione di produzione, e realizzare quindi la piattaforma petrolifera offshore.

Un permesso ch aveva fatto insorgere gli enti locali e le associazioni ambientaliste che lo scorso 23 gennaio hanno organizzato una manifestazione a Monopoli con lo slogan : No petrolio, sì energie rinnovabili  ripetuta ad Ostuni il 20 febbraio scorso.

Ma adesso la battaglia sembra vinta. Il Tar ha infatti accolto i rilievi dei comuni di Fasano e Ostuni e della Regione Puglia, evidenziando vizi di procedura e carenze sostanziali, inerenti l'insufficiente valutazione degli impatti ambientali previsti.

La perforazione di un pozzo esplorativo deve infatti essere sottoposta a valutazione di impatto ambientale che evidentemente non è stata ritenuta adeguata. «L'intero progetto presentato dalla società petrolifera, a partire dalla tecnica di prospezione geofisica denominata Air-gun - ha dichiarato il presidente di Legambiente Puglia, Francesco Tarantini -  è fortemente impattante per l'ambiente, le attività produttive e il turismo delle coste pugliesi, come ha palesato il Tar nell'ordinanza».

Uno dei motivi della sospensione delle autorizzazioni rilasciate dal Ministero alla Northern Petroleum ltd è proprio l'utilizzo di questa tecnica di prospezione geofisica dei fondali che utilizza spari Air Gun, che come si legge in un comunicato del Wwf «potrebbe determinare diminuzioni del pescato tra il 45% e il 70% in un raggio di quaranta miglia nautiche, circa settanta chilometri».

E che «è oramai accertato che le ricerche petrolifere con la tecnica dell'Air-Gun, ufficialmente annoverata tra le forme riconosciute di inquinamento, arrecano seri danni alla biodiversità marina, in primo luogo ai mammiferi ma anche a pesci, invertebrati e tartarughe marine».

Soddisfazione quindi da parte di chi ha sostenuto la vertenza per fa ritirare l'autorizzazione alla azienda inglese, tra cui l'onorevole Pierfelice Zazzera, coordinatore regionale dell'Italia dei Valori Puglia, che rimarca in termini negativi le scelte di politica energetica del governo.

Grande soddisfazione anche da parte degli Ecodem pugliesi che sottolineano il fatto che «Il Tribunale (Tar ndr) ha ribadito con lungimiranza il principio di precauzione, sottolineando come i provvedimenti ministeriali non avevano tenuto conto proprio di quegli aspetti che da subito Ecodem avevano denunciato: le ripercussioni dell'utilizzo di strumenti di ricerca geosismica sull'ambiente marino e sulla fauna e la conseguente incompatibilità di qualsiasi attività petrolifera con la vocazione turistica delle coste della regione».

Un risultato che anche gli Ecodem  considerano «ancora più soddisfacente se si considera la grande mobilitazione popolare sollevata da questa tematica che ha ribadito la centralità, nel dibattito politico ed istituzionale, della difesa del territorio, della salute e del futuro della popolazione pugliese».

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