[19/02/2010] News toscana

L'edilizia sostenibile fiorentina tra annunci, piano strutturale e poteri speciali

FIRENZE. Dal polverone che si è creato su Firenze e la vicenda appalti cerchiamo, per ora, di isolare due punti fermi: anzitutto, come fa capire anche l'intervista rilasciata oggi dal sindaco Renzi a "Repubblica", va detto che se le politiche di mobilità attuate dalla nuova amministrazione fiorentina hanno destato finora svariate perplessità in chi cerca di osservare lo sviluppo del sistema socio-economico alla luce degli obiettivi di sostenibilità, un discorso diverso va fatto per le politiche urbanistiche in senso stretto: il sindaco (che si è tenuto per sé la delega all'Urbanistica in fase di definizione della giunta) ha più volte sostenuto di puntare all'obiettivo "zero volumi aggiuntivi" per quanto attiene allo sviluppo urbanistico: naturalmente ciò non va inteso come il blocco dell'edilizia, ma come una intensificazione della politica di contenimento del consumo di suolo che l'amministrazione Domenici aveva (bene o male) praticato nel corso degli otto anni di mandato.

La "densificazione urbana" praticata da Domenici e dalla sua Giunta, anche se non è stata certo indice di automatico sviluppo armonico anche (ma non solo) per le vicende legate alla questione-Quadra, ha avuto sì le sue pesanti forzature, ma comunque era finalizzata in primo luogo ad ottemperare alle indicazioni contenute nella normativa regionale sul governo del territorio, normativa che faceva perno sulla l.r. 5/1995 prima e sulla 1/2005 poi e che introduceva elementi limitanti al consumo di suolo vergine.

E' chiaro che non è accettabile che per non consumare nuovo suolo si pratichi una sistematica eliminazione di spazi urbani di uso pubblico e/o degli stessi "vuoti" che, per dirla con le parole affidate a greenreport il 30 settembre scorso dal direttore di Legambiente Toscana Fausto Ferruzza, rappresentano «quegli spazi di libertà, di respiro che ci fanno "percepire" l'abitabilità e quindi la qualità profonda di un luogo». Ma è anche chiaro che, in un'ottica di limitatezza delle risorse e di necessario sostegno al settore edilizio, il criterio del contenimento del consumo di suolo non può che concretizzarsi poi in una maggiore pressione all'interno del "già costruito". Una pressione che va a sua volta limitata e regolata dall'azione politica.

In questo senso, almeno secondo gli annunci e secondo alcune misure (come la cosiddetta "norma-anti Quadra") attuate, pur a titolo provvisorio, dall'amministrazione del capoluogo toscano, l'impostazione che si afferma di voler perseguire è caratterizzata un duplice obiettivo di sostenibilità: il contenimento del consumo di suolo da una parte, e quello delle "zero volumetrie aggiuntive" (riguardo alle riconversioni dei contenitori dismessi) dall'altra.

E, da questo punto di vista, entrambi gli obiettivi citati sono da sostenersi. Ma il punto è che si tratta, come detto, di qualche misura concreta (ma vaga e provvisoria) che va a diluirsi in un mare di annunci.

E il vero ambito in cui si vedrà se e come si concretizzeranno queste (auspicabili) politiche è la discussione sul piano strutturale: un piano che, attualmente "adottato", non è ancora stato "approvato", e questo potrebbe portare entro pochi mesi, come ricordato ieri dal presidente di Confindustria Firenze Giovanni Gentile, al «regime di salvaguardia», cioè alla gestione controllata dell'urbanistica cittadina, che avrebbe come primo sicuro effetto un sostanziale blocco dell'edilizia fiorentina.

La discussione sul piano strutturale dovrà ovviamente incentrarsi anche sulle evidenti forzature che vi sono contenute: ad esempio, risulta assurdo che nel documento - anche se esso ha natura prevalente di indirizzo e si esprime poi a livello di dettaglio attraverso strumenti più specifici come i piani urbanistici attuativi - sia contenuta la previsione della realizzazione della tangenziale nord, cioè il famigerato "tubone" stradale che percorrerebbe le pendici delle colline a nord di Firenze con un percorso parzialmente sotterraneo, e che è visto come fumo negli occhi in molti ambienti del capoluogo, non solo nei salotti ambientalisti.

La città, cioè, ha abbandonato ormai da anni la discussione su quest'opera che appare per molti versi insensata (anche se il dibattito si è riaperto proprio per il favore più volte espresso verso di essa dal sindaco Renzi stesso), eppure essa è ancora prevista nel piano strutturale attualmente adottato.

Resta comunque il fatto che sarà nella (imprescindibile) discussione sull'approvazione del piano che si vedrà l'effettiva volontà dell'amministrazione di perseguire la duplice strategia "contenimento consumo di suolo + zero volumetrie aggiuntive".

 

Sembrano invece per ora messe da parte - ed è questo il secondo spunto offerto dalla vicenda appalti - le prospettive per la cosiddetta "legge speciale per Firenze", che avrebbe dovuto portare non solo risorse aggiuntive per il capoluogo toscano (ad esempio con le vicine celebrazioni per l'anno Vespucciano), ma anche "poteri speciali" - soprattutto poteri speciali urbanistici - per il sindaco di Firenze: e su questo è da sottolineare che nel momento in cui si vivrà in una nazione dove gli appalti sono affidati e gestiti in maniera regolare (sia in casi di emergenza, sia nella normale pianificazione/gestione politica), allora potrà avere anche senso parlare di leggi speciali e di vedere quali tipologie di sviluppo siano da perseguirsi con queste risorse e questi poteri aggiuntivi.

Ma finché questa condizione (questa utopia?) non si sarà verificata, finché cioè la legalità e la regolarità non ritorneranno al centro dell'universo urbanistico, non sembra proprio il caso di puntare a poteri speciali. E questo - almeno da quanto si legge oggi - sembra essere anche il pensiero del sindaco Renzi stesso, che per ora ha rinviato la questione a dopo le regionali.

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