[16/02/2010] News

Le infrazioni comunitarie dell’Italia

LIVORNO. Per l'Italia sono 20 le procedure di infrazione archiviate (di cui una in materia di rifiuti, una in materia di energia, una relativa all'utilizzo di ormoni nella produzione animale e una relativa agli organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali) a fronte di 3 aperture di nuovi casi. Però, in tutto, ammontano a 150 le procedure a carico del Bel Paese per violazione del diritto comunitario (116) e per la mancanza trasposizione di direttive nell'ordinamento nazionale (34).

E sono 37 le procedure pendenti per il settore ambientale, 6 per l'energia, 3 per la pesca e 2 per l'agricoltura. Fra l'altro è fissata per il 4 di marzo prossimo la discussione in Corte di Giustizia europea sulla questione Campania. La Commissione, infatti chiede la condanna della Repubblica Italiana per no aver creato nella regione Campania, una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento idonei a permettere l'autosufficienza in materia di smaltimento dei rifiuti improntata sul criterio della prossimità.

Insomma una serie di infrazioni che riguardano molti settori del diritto ambientale, che in Italia sono disciplinati - per la maggior parte - dal testo unico ambientale. Il testo unico è stato redatto nel 2006 con l'intenzione di chiarire e ordinare la normativa ambientale (per la stragrande maggioranza di derivazione europea) al fine della sua applicazione. Un obiettivo fra l'altro disatteso (almeno per ora - il Dlgs 152/06 è ancora in corso di revisione- e alla luce delle ultime modifiche apportate dal Dlgs del 16 gennaio 2008, n.4) perché le operazioni di riordino hanno creato ancora più confusione rendendo difficile l'applicazione. Causando fra l'altro una situazione di incertezza del diritto.

Una situazione che, oltre tutto, è aggravata dalla violazione delle normative europee da parte dell'Italia . Adesso in parlamento si discute sul recepimento nel nostro ordinamento della nuova direttiva sui rifiuti. In particolare è stata approvata con modifiche al testo originale lo scorso 28 gennaio 2010 dal Senato la Legge Comunitaria 2009 (ossia la legge tramite la quale il diritto comunitario viene "tradotto"in diritto italiano che concerne il recepimento di direttive comunitarie anche non inerenti al diritto ambientale). Ora è di nuovo all'esame della Camera e contiene alcune disposizioni che andranno anche a modificare direttamente il testo unico ambientale. Infatti, al Senato si è introdotta una nuova definizione di sottoprodotti considerando come tali anche quelli "trattati", purché secondo la normale pratica industriale e riutilizzati anche in altro ciclo produttivo.

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