[10/02/2010] News

Agricoltura di comunità in Friuli, un'idea da copiare

LIVORNO. L'associazione Modo ha appena dato vita in provincia di Pordenone a un'esperienza che potrebbe far scuola: l'azienda agricola di comunità. Non è un Gas. Non è un'associazione di produttori. E' qualcosa di più. Silvano Lapietra, fra gli iniziatori, non è nuovo a esperimenti originali. Il 23 marzo 2009 la nostra rubrica descrisse l'idea del "Toc", una moneta locale basata sul principio dello "sconto".

L'azienda agricola di comunità è una comunità di autoconsumo, "un'alternativa etica e solidale all'attuale economia di mercato e un modello di sviluppo sostenibile, per le famiglie in piena crisi salariale". Il primo esperimento è stato l'estate scorsa, quando un gruppo di soci ha coltivato un orto di mille metri, frutto di un investimento comune, e diviso i prodotti: zucchine, lattuga, meloni e pomodori per le prime famiglie aderenti.

Poi, con un investimento collettivo di 31.000 euro i soci dell'associazione Modo hanno acquistato - a nome dell'associazione - un terreno di 8.000 metri quadrati a Cordenons.

Adesso, a regime, l'ortocomunità - ma con il tempo ci potrà essere anche il frutteto comune, la coltivazione di cereali o la trasformazione di prodotti - funziona così. Si aderisce a Modo con una quota mensile e poi si dividono i prodotti della terra. Per i 5-6 mesi di maggiore produzione considerando la fascia geografica si sono calcolati 50 euro mensili, meno di quanto una famiglia spenda in media per gli ortaggi acquistati sul mercato (magari non bio). Con quell'insieme di quote mensili si riesce a ricavare il reddito per una persona che coltiva (gli altri daranno una mano) e per le spese tipo attrezzi, sementi, prodotti di trattamento bio.

Una volta ottenuti i prodotti dell'orto, questi non si vendono: si distribuiscono tra i soci, che fanno rifornimento per la dispensa. E' l'occasione di praticare un'economia diversa, basata sulla produzione e sullo scambio diretto.

«Ognuno dunque contribuisce mensilmente alle spese della comunità - spiega Silvano - e poi preleva quello di cui ha bisogno». Una ventina di famiglie hanno fondato l'orto-comunità ma altre ne sono attese. La superficie a disposizione di Modo può nutrire molte più persone.

Ci possono essere molte varianti sul tema. Servizio di consegna a domicilio, fedeltà solo parziale per chi vuole anche comprare ortaggi nei negozi o altrove ecc. «Inoltre - spiega Silvano - il nostro piano può servire come traccia, ma ovviamente può essere riadattato a produzioni diverse da quelle ortive. La cosa principale, invece, per costruire un'azienda di comunità, è che ci sia la comunità! Naturalmente molti ti diranno Sì, ma non so..., oppure Ti faccio sapere..., o ancora è una bella idea, ma ho già tanti impegni..., e via di questo passo. Ebbene, cerchiamo di superare insieme questi ostacoli. Oppure diranno sono d'accordo, partiamo scrivendo un documento e mille altre carte ancora: ignorali! Sono i primi a sparire quando si tratta di passare all'azione».

Per saperne di più: associazionemodo@libero.it

 

 

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