[28/07/2009] News

India: «Emissioni pro-capite basse, non applicheremo l’accordo sui cambiamenti climatici»

LIVORNO. L'India è fresca di inaugurazione del suo agognato sottomarino nucleare, firma accordi atomici con Russia, Usa e Francia, non nasconde di voler rivaleggiare con la Cina per contendersi il posto di nuova potenza economica mondiale, ma non vuol sentir parlare di impegni che frenino la sua crescita ineguale, anzi sfrutta il crescente abisso tra la parte ricca del Paese e l'enorme massa di poveri per rivendicare le mani libere. Ormai le dichiarazioni di ribellione agli accordi internazionali che stanno faticosamente prendendo forma in vista di Copenhagen si susseguono: il ministro per le Scienze della terra, Prithviraj Chavan, ha detto che in India il consumo di energia pro capite è «il più basso del mondo e la nazione deve difendere i propri interessi».

Chavan è intervenuto alle celebrazioni dell'Earth sciences foundation aay a  Vigyan Bhavan ed ha detto che «Il cambiamento climatico è ormai entrato nel settore diplomatico internazionale e l'India deve realizzare studi e ricerche per mettere a punto la sua posizione a livello internazionale». Evidentemente i documenti Onu e i rapporti dell'Ipcc non soddisfano New Delhi

«Il Climate change é stato dibattuto al summit G8 che si è tenuto in Italia questo mese - ha detto Chavan  - Attualmente, il nostro consumo pro-capite di energia  é più basso e l'India difenderà i propri interessi relativo al consumo di energia in modo che nessuno, se non in modo scientificamente comprensibile, possa ostacolare il nostro sviluppo. A causa del riscaldamento globale, esistono preoccupazioni per i cambiamenti riguardo al livello degli oceani, ai cambiamenti nel ciclo dei monsoni Per stimare gli effetti del cambiamento climatico e le sue possibili minacce, abbiamo bisogno di produrre nostri dati ed effettuare lavori di ricerca». Chavan sorvola sulle evidenze del global warming che in India sono eclatanti: siccità e desertificazione, scioglimento dei ghiacciai himalayani ed inondazioni, profughi ambientali e clandestini del Bangladesh che fuggono all'innalzamento del mare che divora le isole del Delta del Gange...

Ma l'India preferisce prendere tempo e farsi da parte mentre gli altri cercano quell'accordo che Barack Obama ha detto essere indispensabile anche alla Cina, l'unica concessione sembra la realizzazione di un Centre for Climate Change a Pune che sarà operativo a settembre e che dovrebbe affrontare le questioni connesse ai cambiamenti climatici in India.

La via d'uscita sembra essere tecnica più che politica e ambientale: il ministro Chavan ha annunciate che é s perfettamente in grado di modernizzare l' India meteorology department che così sarà in grado di prevedere anche i fenomeni meteorologici estremi, il problema sarà come farlo sapere ai poverissimi che vivono senza luce ed acqua....

Comunque, il governo indiano dominato dal Partito del Congresso su questo non sembra mostrare crepe. Intervenendo in Parlamento il ministro all'ambiente e foreste  Jairam Ramesh ha usato praticamente le stesse parole del suo collega: «L'india non si sottometterà ad alcuna pressione internazionale per impegnarsi ad applicare un accordo sulla riduzione delle emissioni di gas serra, ma affronterà i problemi legati al cambiamento climatico conformemente ai suoi propri Piani» ed ha confermato che al G8 de L'Aquila l'India ha rifiutato di dire quali saranno i suoi impegni per ridurre le emissioni.

E sull'impegno dei Paesi del G8  di ridurre entro 2050 del 50% le emissioni rispetto al livello del 1990 Ramesh ha detto «Questo non spinge i Paesi in via di sviluppo come l'India a ridurre le loro emissioni. L'India ha categoricamente dichiarato che le sue emissioni di carbonio pro-capite no oltrepasseranno quelle dei Paesi sviluppati».

Chi ha inquinato il mondo fino ad ora dovrà accontentarsi e fare buon viso a cattivo gioco, bisognerà vedere se il pianeta riuscirà a cavarsela aspettando che le emissioni di ogni indiano diventino simili a quelle di ogni italiano...

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