[08/02/2010] News

E' la "verde" Laura Chinchilla il primo presidente donna del Costa Rica

LIVORNO. Laura Chinchilla, 49 anni, la vice-presidente uscente del Costa Rica e candidata del Partito di liberazione nazionale, è il nuovo presidente del piccolo Paese centro-americano, ha battuto Otton Solis del Partito dell'azione civica (Pac) e di Otto Guevara del Movimento libertario (Ml).

La Chinchilla ha annunciato la sua vittoria dicendo che il suo governo agirà con trasparenza e indipendenza dall'ormai ex presidente Óscar Rafael de Jesús Arias Sánchez, al quale in molti la accusano di essere troppo strettamente legata: «Cercherò la fiducia per il mio governo con indipendenza di giudizio e con lo sguardo rivolto al benessere del mio Paese».

Riferendosi proprio all'ex presidente e premio Nobel per la pace Arias, la nuova presidente del Costa Rica ha spiegato al quotidiano «Quando sarà il momento di ascoltare le diverse prospettive che abbiamo per prendere le decisioni, le prenderemo con il più alto livello di indipendenza, per garantire il maggior benessere dei costaricensi. Il mio governo sarà a "puertas abiertas", senza che questo implichi una carenza nell'adozione ed esecuzione di decisioni urgenti per il Paese.

La Chinchilla ha voluto ringraziare per primi i suoi sostenitori che innalzavano i vessilli verdi e bianchi del Pln e che hanno bloccato con caroselli festosi le strade della capitale San Josè e li ha richiamati all'umiltà della vittoria: "Non tradirò la fiducia che mi avete dato, perché questa fiducia non mi è stata regalata, mi è stata prestata».

La prima presidente donna del Costa Rica ha chiesto ai suoi avversari e ai partiti politici di opposizione, così come ai media ed ai diversi settori sociali di aiutarla a fare un governo di prosperità per il Paese: «Il mandato popolare datomi mediante il voto implica la responsabilità di non fermare lo sviluppo del Paese. Spero in un lavoro fluido con il Congreso (il Parlamento, ndr), che mi permetta di prendere le decisioni. Il mio principale impegno con il popolo costaricense riguarda l'attacco alla sicurezza dei cittadini. La sfida più grande che abbiamo è la criminalità, la violenza e il narcotraffico; lo dico drammaticamente. Il Centroamerica potrebbe essere l'ultimo campo di battaglia della guerra in corso in Colombia e Messico, dobbiamo alzare la guardia e cercare di recuperare la tranquillità. La sicurezza pubblica rafforzerà il governo per lo sviluppo economico e sociale del Paese».

Il Costa Rica è una specie di miracolo "pacifista" e ambientalista nel turbolento istmo americano, un Paese anomalo, senza governo e senza dittature in un istmo frantumato in piccoli Paesi distrutti da dittature sanguinarie di destra e da eterne guerriglie di sinistra che sono arrivate al potere solo di recente. Una zone dove la criminalità spadroneggia e gestisce il flusso di droga e immigrati clandestini verso gli Stati Uniti.

Ma il miracolo traballa e la Chinchilla presenta la sua ricetta, anche questa volta diversa dai caudillo di destra e di sinistra che governano troppo spesso il Centroamerica con la demagogia parolaia: «Lavoreremo per rafforzare l'educazione pubblica e per fare in modo che i centri educativi abbiano accesso alle tecnologie», poi ha spiegato che punterà sul miglioramento del sistema sanitario nazionale e per mettere in piedi una rete di assistenza per anziani e bambini. Per quanto riguarda l'economia i punti forti della campagna elettorale della Chinchilla sono stati il miglioramento elle infrastrutture, l'istituzione di un'imposta progressiva sui redditi e soprattutto la creazione di novo posti di lavoro con l'iniziativa "empleos verdes".

Ma al centro del suo programma conferma soprattutto il suo «Impegno per la sostenibilità ambientale e per avanzare nella sfida del Paese per fare della Costa Rica la prima nazione carbon neutral nel mondo», solo così, ha detto, «Trasformeremo il Costa Rica nella prima nazione sviluppata dell'America latina».

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