[02/02/2010] News toscana

Condoni e mansarde: due brutti segnali

LIVORNO. Da una parte la tentazione di un nuovo condono con un emendamento nel cosiddetto decreto mille proroghe; dall'altra una "strana" leggina regionale approvata all'unanimità. Comunque sia due brutti segnali. Nel primo caso si deve gridare allo scandalo, ma c'è poco da meravigliarsi data la maggioranza governativa attuale, a cui evidentemente fa scudo una classe politica forse anche peggiore.

Nel secondo si deve gridare basta alla classe politica che compone la maggioranza  in Toscana perché si attarda in escamotage che vanno nella stessa direzione.

Infatti, fare in modo che le mansarde esistenti, realizzate come localizzate accessori, possano essere trasformate in superfici utili, è una cosa assurda in termini urbanistici e in termini etici.

In termini urbanistici perché comunque sia si da il via ad incrementi di superfici utili vanificando un qualsivoglia dimensionamento del carico urbanistico svolto nei piani strutturali e nei regolamenti urbanistici ( cosa peraltro che spesso la stessa regione si è incaricata di rendere sempre più labile o friabile); perché se una superficie è divenuta utile si avranno argomenti per chiedere l'adeguamento delle altezze e quindi modificare skyline urbani, paesaggi.

In termini etici perché si premia chi già ha e chi ha fatto il furbo.

Qualcuno obietterà che spetta ai comuni decidere che fare, se adottare specifiche delibere o meno  e quindi non c'è sanatoria, non c'è condono; sarà anche così, ma viene anche da chiedersi, per fare questo capolavoro, sono state fatte consultazioni, e con chi?

A prescindere che si potrebbe dare attuazione a siffatte norme con una delibera secca di consiglio comunale, eludendo quindi il procedimento urbanistico stabilito nella legislazione nazionale che è norma di ordinamento e di principio, ma chi ha avuto la bella idea di proporre e sostenere questa legge si è interrogato circa l'utilità, di scaricare su i sindaci anche questa decisione, dato che comunque i sindaci sono l'interfaccia delle istituzioni con i cittadini e quindi anche i soggetti più esposti alle loro pressioni o, se si vuol dire in altro modo, al loro ricatto elettorale?

Insomma perché questo consiglio regionale invece di promuovere questa assurdità, con il silenzio fragoroso della Giunta, non si preoccupato di chiudere la partita dell'adeguamento del PIT come piano paesaggistico per metter i comuni in condizione di aggiornare i propri strumenti e quindi  definire migliori e certe norme di tutela del paesaggio, ovvero dell'ambiente e del territorio, di definire quelle minime semplificazioni utili invece di imporre defaticanti procedimenti, per esempio per aprire o chiudere una finestra?

Siamo dunque ad auspicare che, considerato che siamo alla conclusione di una legislatura regionale, si cambi passo e si cambino idee, sperare in un cambio della classe politica è forse troppo, ma almeno fino a quando non ci saranno le liste possiamo auspicare che ci sia ancora un qualche spazio e che i candidati alla presidenza vogliano esercitarlo; ma se un nuovo inizio lascia spazio alla speranza, non possiamo evidenziare che la fine, con questa leggina, si conclude in modo deludente e "vecchio".

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