[01/02/2010] News

Pił controlli sui trasporti di rifiuti, ma l'Ue dimentica i controlli 'alla fonte'

BRUXELLES. Oggi la Commissione europea ha pubblicato uno studio che raccomanda «l'istituzione di un organismo europeo specifico incaricato di sorvegliare l'attuazione e l'applicazione della normativa Ue sui rifiuti», la cui produzione europea si aggira intorno ai 2,6 miliardi di tonnellate, circa 90 milioni dei quali sono classificati come pericolosi. Negli ultimi anni il problema dei rifiuti si è aggravato con l'aumento della produzione e dei trasferimenti dei rifiuti nell'Unione allargata.

Nel documento si legge che «Le attuali carenze nell'attuazione e nell'applicazione della normativa sono all'origine dello scarico illegale di rifiuti praticato su larga scala e del gran numero di discariche e di altri siti e infrastrutture che non rispettano le norme UE. In alcuni Stati membri le infrastrutture per il trattamento dei rifiuti sono inadeguate o inesistenti. L'elevato numero di casi di spedizioni illegali di rifiuti suscita inoltre preoccupazione crescente».

«Lo scarico illegale di rifiuti continua ad essere una pratica diffusa - sottolinea la Commissione - numerose discariche non soddisfano le norme e in alcuni Stati membri mancano ancora le infrastrutture di base per il trattamento dei rifiuti. Le spedizioni illegali di rifiuti rappresentano un'altra fonte di preoccupazione». Da una seconda relazione pubblicata oggi emerge che quasi un quinto delle spedizioni di rifiuti ispezionate nell'ambito delle misure di controllo dell'applicazione recentemente adottate negli Stati membri era illegale».

Il documento della Commissione spiega che l'agenzia proposta dovrebbe svolgere diversi compiti: «Esami dei sistemi di applicazione delle norme negli Stati membri, controlli coordinati e attività di ispezione. Ad essa sarebbe associato uno specifico organismo europeo responsabile delle ispezioni e dei controlli diretti di infrastrutture e siti in casi di inadempienza grave. Una rete europea di Stati membri sosterrebbe l'agenzia in una serie di attività. Le raccomandazioni sono basate sulle risposte fornite da funzionari degli Stati membri e da soggetti interessati in questionari e nel corso di colloqui e seminari informali.

Il costo annuale di attuazione delle raccomandazioni è stimato di poco superiore a 16 milioni di euro. Oltre ad altri benefici derivanti dal trattamento dei rifiuti, la piena attuazione della legislazione Ue sui rifiuti ridurrebbe le emissioni di gas a effetto serra, ma anche eque condizioni di concorrenza per le imprese europee, migliori opportunità per l'innovazione e un accesso più agevole a preziose materie prime secondarie. Un'analisi approfondita dei costi e benefici verrà effettuata quest'anno e fasi successive potranno essere proposte nel corso del 2011.

La Commissione europea ha individuato nella mancanza di ispezioni e di controlli sul posto un fattore importante e come risposta a questa situazione ha sostenuto una serie di ispezioni coordinate, controlli sul posto e controlli di spedizioni di rifiuti negli Stati membri in collaborazione con Impel, la rete Ue di funzionari delle amministrazioni competenti in materia di ambiente negli Stati membri.

Oggi è stata resa nota anche una relazione sulle azioni congiunte di controllo dell'applicazione: «Sono state effettuate oltre 10 000 ispezioni su trasporti e diverse centinaia di ispezioni in imprese». E già qui va sottolineata l'incongruenza: tutta l'attenzione si concentra sul trasporto, ma non sarebbe più logico concentrarsi invece proprio sui controlli alla fonte, cioé su aziende e industrie produttrici?

Nel 19% circa dei casi di trasporti contenenti rifiuti gli ispettori hanno riscontrato che le spedizioni erano illegali. La maggior parte dei casi riguardava esportazioni illegali dai paesi dell'Ue verso l'Africa e l'Asia in violazione del divieto di esportazione dei rifiuti pericolosi o degli obblighi di informazione per l'esportazione di rifiuti "verdi" non pericolosi.

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